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Quien sabe?
di BlackHoleSun

A parte le percentuali oltre ogni lugubre aspettativa, il dato storico è che la Sinistra italiana, se mai c’è stata, ha tirato le cuoia. Morta e sepolta, passata a miglior vita, forse, si spera. Una sinistra che si è dimostrata incapace a governare, a fare l’opposizione, a rinnovarsi, a proporre, in una parola: a esistere. Sembrerebbe la conclusione naturale. E a sentire qualcuno della Sinistra Variopinta che dice che potevano magari pensare a un soggetto unico anche da prima, viene da dire – Buongiorno! Hai dormito bene? La brioche con la nutella o con la marmellata di lamponi?

Qualcuno si sentirà orfano, qualcuno se la riderà sotto i baffi di un “ve lo avevo detto”, qualcuno partirà all’estero, forse. Dopo il Qualunquismo, il Qualcunismo.

Sempre sul requiem della sinistra, la vetta poetica è di Gavino Angius:

Abbiamo voluto correre da soli. L’operazione è riuscita. Il paziente è morto.

O forse Qualcuno ha pensato bene di fare correre da soli gli altri. Ma forse è meglio così, la cancrena ha finito di divorare il cadavere. L’unica cosa veramente triste è che lo scenario si spalmerà su cinque anni o più, steso su quasi il 10% della Lega. Forse questo lo si poteva evitare, si poteva staccare la spina prima, o rinnovarsi. Ma abbiamo imparato che le Rifondazioni (povero Asimov) lasciano il tempo che trovano.

Un’altra bella e schifosa novità è la Questione Settentrionale. Per dirla sempre con Gatsby – Sguazziamo nella cacca, amici miei. Federalismo fiscale, una forbice che taglierà in due il Bel Paese come un formaggino messo al sole.

Staremo a vedere, se la qualità della nostra informazione non scenderà sotto il livello delle nostre scarpe. Chissà cosa succederà, a ogni livello. Quien sabe?

Munitevi di vaselina in grande quantità, ne avremo bisogno. Fatene scorta. E non pensate che soffrire di emorroidi sia un’attenuante.

Special Thanks to Boa, per aver partorito insieme la Povera Bestia in Fuga.

COMMENTI

...è così che nascono le dittature (historia docet): dalla mancanza di alternativa e di validi controbilanciamenti ideologici. Rispolveriamo i nostri romanzi distopici. Ci serviranno durante questo assurdo lustro quasi monocromatico. In bocca al lupo a tutti... Non rimane che l'alternativa letteraria e immaginaria. Dunque: sotto a scrivere!

dottoreinniente, 15 aprile 2008, 14:13

La domanda è: quale distopia, adesso?

BHS, 15 aprile 2008, 18:06

Guardate il lato positivo: ispirazione cyberpunk per anni!

Evertrip, 15 aprile 2008, 21:11

E' evidente che la memoria collettiva è cortissima e l'immaginario collettivo è ancora più corto per alcuni. La Lega di oggi in realtà è animata da mille personaggi dalle innumerevoli sfacettature che non sono altro che il riflesso diretto di Peppone... il sindaco comunista/stalinista Giuseppe Bottazzi creato da Giovannino Guareschi Per chi come me è emiliano, Peppone non è solo un personaggio di fantasia descritto da un reazionario, ma per più di mezzo secolo, si è fatto carne ed ossa in molteplici comuni padani. Peppone, con il suo campanilismo estremista, con la sua obbedienza ceca al partito, con la sua ignoranza, con il suo attivismo sociale e politico che riguarda solo la comunità in cui vive, con i suoi particolarismi localisti, con le sue gelosie, con la sua attenzione per il teritorio, con il suo provincialismo spinto ai massimi e la sua xenofobia radicale (che fa eccezione solo per i sovietici) che rivolge addirittura verso tutti coloro che non sono cittadini del suo paese, è il prototipo del paradossale "comunista leghista", figura tanto comune dalle nostre parti in provincia (ma che nessuno ha mai - fino ad oggi - osato chiamare così in pubblico). Non stupisce quindi il successo della Lega e la obliterazione delle sinistre movimentiste, pacifiste, verdi e disobbedienti, così lontane dalla realtà sociale di tutti i giorni. Se la classe operaia del nord Italia premia la Lega, è perchè in realtà si riconosce in Peppone e non in Bertinotti o nei suoi solidali, sopratutto in un momento di crisi come questo, in cui istanze pur giuste e sacrosante perdono tutto il loro peso, divenendo superflue di fronte alle pesanti contingenze glocalistiche che le classi medie ed operaie devono affrontare tutti i giorni. In tempi medi non ci sarà da stupirsi della nascita di forti movimenti leghisti/pepponiani anche nel centro e nel sud italia. Vorrei che meditaste seriamente su questa riflessione fatta da un non leghista (ossia io)... ;)

Luca Oleastri, 19 aprile 2008, 02:54

quella di luca è una riflessione che non avevo mai cogitato. in fondo la ritengo giusta, pur non conoscendo quella realtà padana a cui lui accenna; la sento verosimile, il profondo nord racchiuso nel suo campanile. sì. grazie, luca...

zoon, 19 aprile 2008, 11:44

E ora speriamo che la destra riesca a far la stessa fine. Secondo me non dura :) Quei due finiranno per litigare. L'unico modo per svignarsela da questa situazione e ricucire il Paese tramite un taglio netto col passato! Separazione dei poteri istituzionali, come in uno Stato moderno. Una democrazia si basa sulla divisione di tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. E poi ci servirà una bella legge contro il conflitto d'interessi. Così cambiamo il Paese da così a così! :)))

dixit, 19 aprile 2008, 14:30

@zoon (e anche a tutti gli altri): come dicevo Peppone è proprio il modello ancestrale del "comunista/leghista". Non a caso proprio Bossi ha una formazione politica da piccolo dirigente locale del PCI, ed altri della Lega provengono da quelle file. La solidarietà "naturale" e non coartata da ideologie, nel mondo si crea solo nel sottoproletariato delle favelas, dove non c'è niente da perdere e tutto da guadagnare. Per le classi medie ed operaie invece, che vedono giorno per giorno ridurre sensibilmente il proprio tenore di vita e le proprie speranze per il futuro, quando la torta è sempre più piccola ognuno pensa per sé, e la visione si riduce - è una reazione comune - e questo è ancor più vero nel nostro paese dove era così anche quando la torta era grande. Quasi un ancestrale retaggio culturale Italico. La Lega e nata proprio su questi presupposti e risponde proprio alle giustificate istanze delle classi di riferimento, cosa che la sinistra ideologica e tradizionale non può fare in alcun modo.

Luca Oleastri, 21 aprile 2008, 07:13

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