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1984-2008: da Orwell a Ballard, dal Regno Unito con furore
di BlackHoleSun

Non sono il primo a dirlo e, speriamo, neanche l’ultimo: non viviamo nel 2008, ma nel 1984 di George Orwell.

Lo scenario è lo stesso nel quale vive le sue (dis)avventure il povero Winston, protagonista di 1984. E non è solo perché qualcuno s’è inventato uno show da imbecilli chiamandolo Grande Fratello. E no, amici miei, magari! Qua c’è ben altro, e non è una novità, purtroppo.

Stampa manipolata, alternanza politica di facciata, controllo.

Le elezioni politiche ci hanno consegnato un Paese estremamente americanizzato (lascio agli altri discutere se questo sia un bene o un male, ma Cristo, nonostante la nostra storia repubblicana dimostri tutto il contrario, una piccola parte di me vuole ancora credere di vivere in Italia e non in una provincia dell’Impero). Fuori da ogni qualunquismo, maggioranza e opposizione tubano come due piccioncini. E lo dimostrano gli ultimi brandelli di notizie filtrati dal grande tritacarne mediatico: abbiamo gente che improvvisamente si sveglia e smette di essere fascista, fascisti part-time dediti all’omicidio senza senso, giornalisti tacciati di scandalosità istituzionale, e il grande abbraccio costituente – si fa per dire – del Primo Ministro.

Per non parlare poi di questo strano aumento degli stupri commessi da immigrati. Alt, stop, doverosa precisazione: assolutamente non si discute la gravità del reato, ma la sovraesposizione mediatica, quasi a dare ragione al branco di elettori - democratici nei feriali e picchiatori nei festivi - o ad alimentare la campagna di proselitismo.

No, no, no, amici miei, tutta brava gente, per carità.

Per concludere ripesco dalle rete una vecchia intervista a J.G. Ballard di Valerio Evangelisti, tratta da XL del novembre 2006, all’epoca dell’uscita di Regno a venire e ancora disponibile sul sito della Feltrinelli .

Pensi che oggi ci sia veramente la minaccia dal fascismo? Dal libro sembrerebbe di sì.

Non penso che il tipo di fascismo che sta per arrivare sia quello anni 30. Non ci saranno stivali militari, Fuhrer che strepitano, niente Sturmtruppen. Non sarà quel tipo di fascismo. Sarà un fascismo da tv, molto light, se è chiaro cosa voglio intendere. Il nostro Führer non sarà come Hitler, sarà più come uno show pomeridiano. Mi pare che voi in Italia abbiate tentato di avvicinarvi un po’ a questo modello con Berlusconi.

Sì. Cosa pensi di Berlusconi?

Molti commentatori hanno detto: quando Berlusconi era primo ministro c’era un nuovo tipo di fascismo all’orizzonte, Controlla tutte quelle emittenti televisive, tutti quei quotidiani, ecc, lo non so se tutto questo sia vero, ma forse qui c’era l’inizio di qualcosa. L’uso dei mezzi di comunicazione di massa per un nuovo tipo di politica emotiva. Perché questa è la chiave di tutto: le emozioni. Blair lo ha dimostrato. Le emozioni sono sempre con noi, Non pensate mai: è un errore pensare. Usate solo le emozioni. La gente è così. Oggi i giovani uomini sono molto emotivi. E per questo che sono pericolosi. Sono pericolosi al volante, quando girano in bande, quando si ubriacano... Sono pericolosi quando la loro ragazza esce con un altro”.

E così ancora una volta è il quotidiano a compenetrarsi con l'immaginario. I margini per l'anticipazione sono sempre più ridotti. La prospettiva del futuro ridotta a zero, annichilita e annichilente. Benvenuti nel Regno che sarà.

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