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Kyashan, tuttavia umano...
di X

Tra ermetismo e trascendenza, un sogno metafisico e postumanista di speranza dal Sol Levante.

Un conflitto interminabile ha portato l’umanità intera sull’orlo dell’estinzione. Inquinamento e miseria sono le ferite che piagano il mondo e i suoi ultimi abitanti. Di uno stato di terrore permanente si alimenta il regime marziale instaurato nella Federazione Eurasiatica, che concentra il potere nelle mani di una gerontocrazia caratterizzata dalla forte impronta personale del Generalissimo. La classe politica ha un unico obiettivo: conservare lo status quo e avvantaggiarsene per estendere illimitatamente il proprio dominio. Il loro piano ha un unico punto debole: il limite della vita umana.

In questo clima di lenta e inesorabile decadenza, ampia risonanza e considerazione vengono destate dall’annuncio del dottor Azuma quando nel corso delle sue ricerche s’imbatte nelle cosiddette “neocellule”, capaci di restituire ai tessuti l’integrità della gioventù e all’organismo un vigore sovrumano. Le applicazioni vanno dalla produzione di organi da trapianto alla creazione del soldato perfetto, due settori a cui il Generalissimo e i suoi più stretti collaboratori si dimostrano particolarmente sensibili. Azuma guadagna così la loro fiducia e risorse illimitate per il prosieguo del suo lavoro. Ma proprio mentre la sua vita professionale sembra a una svolta, un fulmine a ciel sereno si abbatte sulla sua famiglia: suo figlio Tetsuya, fresco di fidanzamento con Luna, annuncia la sua intenzione di partire per il fronte, rifiutando qualsiasi trattamento di riguardo che lo favorisca ai suoi coetanei. La leva è – à la Heinlein e secondo il costume di Sparta e di Roma – un’iniziazione alla società civile, un passaggio obbligato verso l’età adulta. Tetsuya, animato da alti ideali, rifiuta i tentativi di persuasione del padre e si separa da Luna e dall’affezionatissima madre, che a causa di una malattia irreversibile sta progressivamente perdendo la vista.

Ma giunto al fronte Tetsuya non impiegherà molto a comprendere come la visione idealistica della guerra mal si concilî alla realtà dei fatti: torture, soprusi e violenza sono la norma e colpiscono non solo le linee nemiche ma la stessa inerme popolazione civile. Tetsuya è complice suo malgrado degli scempi della guerra: ammazza ed esegue gli ordini con cieca abnegazione finché resta a sua volta ucciso in un attentato. Mentre il suo corpo viene riportato in patria per i solenni funerali di stato, una saetta divina si abbatte dal cielo sui laboratori di Azuma: un fulmine di energia che resta scolpito nella roccia e da cui emanano flash ipnagogici di luce sovrannaturale. È un segno di Kyashan (Casshern, nell’originale), antichissima divinità che regnava sull’Oriente quando ancora questa terra non era stata martoriata da conflitti fratricidi e la sua gente viveva in armonia con la natura. Il fulmine attiva miracolosamente i processi delle “neocellule” e ispira la vita nella vasca di coltura in cui il dottor Azuma ha raccolto il suo materiale di studio. Dal sangue della vasca emergono – come da un surrogato del brodo primordiale – i corpi delle creature assemblate dai resti delle cavie: i cadaveri raccolti dagli uomini del Generalissimo tra i nemici caduti al fronte e impiegati per testare la validità delle teorie di Azuma.

Subito parte una terribile rappresaglia per ordine del governo, risoluto ad annientare sul nascere ogni possibile minaccia per l’ordine costituito. Le creature del dottor Azuma vengono sterminate senza pietà sotto gli occhi impotenti dello spirito di Tetsuya, che viene appena percepito da sua madre. Solo un manipolo di perseguitati riesce a scampare all’eccidio con l’aiuto compassionevole di Luna. I transfughi rapiscono la signora Azuma e si avventurano per un lungo, temibile viaggio attraverso le montagne, dove giungono infine a scoprire un vecchio forte abbandonato. Sorpresa ancora più grande: al suo interno scoprono un intero impianto di produzione di robot da combattimento, una linea meccanica che avrebbe potuto decidere in passato le sorti della guerra, ma fu respinta dall’intellighenzia al fine di preservare in Eurasia la coesione sociale indotta dalla minaccia del nemico esterno. Forti di questa tecnologia abbandonata, i ribelli preparano così il loro contrattacco per vendicarsi della Federazione che li ha banditi e per sterminare l’intera razza umana, al fine di garantire un futuro di pace e serenità alla propria stirpe: i Neuroidi. Ma nei loro piani di conquista non hanno tenuto conto di un fattore esterno: anche gli uomini hanno adesso un’arma segreta, grazie ad Azuma che, forte del primo inatteso successo, ha sfruttato i poteri rigeneranti delle “neocellule” per riportare in vita Tetsuya. Fasciato nella sua nuovissima tuta da combattimento, studiata apposta per contrastare l’eplosiva pressione dei suoi muscoli e preservarne così l’integrità, Tetsuya è il guerriero perfetto, dotato di una velocità e di una forza senza pari e reso ancor pù micidiale dagli impianti cibernetici della tuta, che gli permettono di volare, di correre a velocità supersonica e di incassare colpi violentissimi.

Inizia così un conflitto nel conflitto, che destabilizza l’ordine fino ai suoi vertici detronizzati dal colpo di stato del Comandante, figlio del Generalissimo, e porta nuovo orrore tra i civili della martoriata Federazione. Nella sua lotta ai Neuroidi Tetsuya comincia progressivamente a recuperare coscienza di sé, attraverso un percorso di crescita personale che lo porta a oltrepassare i limiti del suo esistere individuale: si scopre così animato dallo stesso antichissimo spirito di Kyashan, orientato solo a riportare la pace sulla Terra. Per riuscirci dovrà però vincere l’Odio selvaggio che anima la sua nemesi, il leader dei Neuroidi, intenzionato a non fermarsi prima di aver cancellato dalla faccia del pianeta anche l’ultimo membro dell’umanità. È questi l’incarnazione di un’ira atavica piuttosto che del Male per antonomasia, e le sue ragioni si scopriranno essere inconsapevolmente giustificate dal suo stesso passato, che nella penultima delle rivelazioni colpirà con violenza lo stesso Tetsuya/Kyashan, chiudendo il cerchio con il suo processo di consapevolizzazione attraverso il recupero del passato.

Adesso sono riuscito a capire…” soggiunge a quel punto la voce fuori campo del protagonista, improvvisamente consapevole del male di cui è stato lui stesso strumento, messo di fronte alla nuda ossessione del padre in cui è degenerato un amore tanto forte da essere ormai divenuto disumano. Solo, abbandonato da tutti, Tetsuya sveste le sue ultime spoglie mortali e si prepara alla transustanziazione definitiva voluta dallo spirito di Kyashan: una perfetta metafora del superamento dei limiti della natura umana, un tuffo nel futuro dalla scogliera ripidissima di una ideale singolarità cognitiva, come può essere la vetta di una consapevolezza suprema.

È questo messaggio di redenzione collettiva che costituisce la colonna portante del film di Kazuaki Kiriya, basato sui personaggi del noto anime di Tatsuo Yoshida prodotto nel 1973 dalla Tatsunoko e memorabile per una delle più lucide analisi politiche condensate in un cartone di fantascienza per ragazzi. Il passaggio da Kyashan – Ragazzo Androide a Kyashan – La Rinascita (2004) non è lineare: alla fedele riproposizione di una storia nota, gli autori hanno preferito una parabola aggiornata a questi tempi incerti di paure e minacce, in cui già si profilano all’orizzonte le avvisaglie di nuovi cambiamenti.

L’ultimo passo di Kyashan è allo stesso tempo un salto nel futuro e un ritorno a uno spirito antico, in ogni caso un miracolo del cui splendore partecipa l’umanità intera in un Armageddon (o Rivelazione) di Eternità.

Nel semplice atto del vivere finiamo col ferire qualcuno. Nel fatto stesso di vivere provochiamo dolore a qualcuno. Noi avremmo dovuto innanzitutto perdonarci a vicenda… a vicenda avremmo dovuto tollerarci, e quindi riuscire a coesistere. Colui che dispensa giudizi è proprio lui a trovarsi nel torto. Noi non siamo in questa vita solo per esistere: dovremmo avere il potere di sognare di vivere insieme… forse raggiungeremo un minimo, piccolo risultato. Potrebbe apparirci impossibile, ma non ci rimane altra scelta che cominciare da qui. Non ci rimane che credere che sia possibile… Speranza: questo sarà il figlio mio e di Luna.

link al sito ufficiale: www.casshern.com

COMMENTI

Articolo sublime carissimo X. Amo Kyashan e ti ringrazio per questo tributo fedele, sentito e appassionato. Grazie, grazie davvero. Ottimo lavoro. 7di9

7di9, 25 maggio 2007, 18:07

Bellissimo, fu uno dei primi film che mi vidi col nuovo lettore dvd. La parte finale ha un poetico strabiliante...

evertrip, 27 maggio 2007, 16:07

Grazie boys... Felice di essere parte della squadra biocibernetica in lotta contro gli androidi malvagi! :-) X

X, 4 giugno 2007, 21:06

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