Continuum 26: la frontiera del connettivismo

di X, 27/09/2007

E' on line l'ultimo numero della gloriosa webzine curata da Roberto Furlani, con uno speciale monografico dedicato al connettivismo.

Siamo lieti di presentare un numero veramente straordinario: una corposa monografia sul connettivismo, il movimento che sta rinnovando profondamente la fantascienza italiana. Una panoramica a 360 gradi voluminosa, ricca per contenuti e varietà, che è anche un ritratto complesso e completo del filone.

E' così che si apre l'ultimo numero di Continuum, la storica webzine di fantascienza curata da Roberto Furlani. Un numero davvero straordinario, ricco più del solito di racconti, approfondimenti e recensioni, dedicati al connettivismo e all'immaginario che maggiore impatto ha avuto sul nostro Movimento.
Riportiamo un brano dall'illuminante editoriale del Curatore:

Una delle peculiarità più lampanti del connettivismo è l’attitudine alla contaminazione di generi, i cui effetti sono sintetizzati spesso e volentieri in una sf borderline, con striature (e talora anche qualcosa di più) di fantasy gotico, horror e persino di splatter.
Un raggio d’azione così ampio potrebbe portare a credere che non ci sia un fil rouge all’interno del connettivismo, all’infuori delle intenzioni di rinnovamento e della ricerca stilistica.
In realtà, pur nelle differenze di cui si è detto, una notevole affinità di contenuti è individuabile nel chiaro tentativo degli aderenti al movimento di sublimare la tecnologia e la scienza d’avanguardia in suggestioni di carattere poetico o quantomeno emozionale.
Ecco dunque come fanno a coesistere nella lista delle paternità del connettivismo gli intrecci cyberpunk di William Gibson e gli universi barocchi di Samuel R. Delany, la meccanica quantistica di Greg Egan e l’ucronia di Philip K. Dick, la singolarità tecnologica di Vernor Vinge e le odissee interiori di Robert Silverberg. È possibile trovare qualcosa di estetico in un innesto neurale? Esiste qualcosa in grado di toccare le corde dell’animo umano nei freddi e imperscrutabili ritrovati dell’elettronica? È immaginabile una storia che parli di uomini e delle loro inquietudini attraverso erudite dissertazioni sui computer quantici?
Il connettivismo, forse, è soprattutto questo: la rottura della barriera tra una speculazione scientifica (e tecnologica) accattivante e verosimile e il ruolo centrale dell’uomo, con la sua introspezione, i suoi tormenti e le sue speranze.

L'avventura continua...

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