>Racconti
Io sono macchina
di Abate degli Stolti

599 a.C.

L’alba sta per sorgere sulle aride terre d’oriente e sarà fredda alba.
Il campo di battaglia è intriso di sangue metallico e io mi aggiro tra cumuli di macchine distrutte.
Sono solo, ma ho resistito.

Il cubo non è caduto in mani ostili, nonostante le macchine abbiano cercato di sottrarmelo. Per giorni interi il mio cervello è stato avvolto da terribili onde soniche emesse da scanner neurali. I timpani sono implosi, i ricordi formattati e la corteccia cerebrale irrimediabilmente danneggiata. Ho sofferto, ho pianto, ma alla fine sono sopravvissuto. L’inferno scatenato dalle armate meccaniche ha distrutto ogni cosa. Io sono l’unico uomo ad avercela fatta...
Sento freddo e il mio corpo è attraversato da spasmi violenti.
Un gas vaporizzato da orifizi di metallo agisce nell’organismo. Ormai sono allo stremo delle forze. Quando il sole nero apparirà in questo cielo di mercurio, i suoi raggi di luce chimica raffredderanno un pianeta morente. Giunge così il tempo di migrare, poiché sta nascendo una nuova era. Qui, dove ogni cosa è stata cancellata, dove la civiltà umana è perita al proprio destino, una futura genesi incombe.

Ho paura!
Non mi accorgo di quell’ultima macchina. Il Robot saetta veloce nella mia direzione e io non ho la forza necessaria per affrontarlo. Non mi resta che attivare il dispositivo tempoelettronico.
Non mi avranno mai...