>Racconti | Fantascienza
India
di Abate degli Stolti

Ogni autorità è assolutamente degradante.
---O. Wilde

Quanto più grande il potere, tanto più pericoloso l'abuso.
---Edmund Burke

1
Amitav Jaipur si svegliò di soprassalto. Gli capitava sovente, la notte prima di un’attuazione. Forse era colpa dello stress o più semplicemente di quella logica preoccupazione che lo assaliva ogni qualvolta si apprestava a dirigere un incarico così gravoso. In ogni caso, sapendo che non si sarebbe riaddormentato, scese dal letto - stando attento a non svegliare la moglie - si avvolse sui fianchi il caratteristico dhoti e uscì in terrazza; dove sarebbe rimasto per tutta la notte, fumando sigarette e ammirando il triste spettacolo offerto dai grattacieli della Indo-Arab Chamber of Commerce&Industries, giganti di acciaio e cristallo che svettavano sull’esclusivo quartiere residenziale di Colaba.
Sarebbe rimasto lì, respirando a pieni polmoni l’aria fresca di una notte come tante...

2
L’uomo si svegliò di soprassalto e la prima cosa che avvertì fu la voce di sua moglie. – Hai avuto un altro incubo, vero?
Osar Vehrma respirò a fondo nel tentativo di rallentare un battito cardiaco impazzito. – Non ci riesco… – rispose, ansimando. – Non riesco a sopportarlo, Mahavri. Ci sto provando, ma non ne sono capace!
Lei gli accarezzò il viso. – Lo sai – disse – che non possiamo farci niente. Le cose sono andate in questo modo, ma vedrai che Brahma ci aiuterà.
Con un rapido balzo Osar scese dal charpai. – Al diavolo Brahma! – esclamò. – Mi vuoi dire come farai a crescere il piccolo Agar senza le Rupie che guadagnavo al porto? Credi davvero che ci penseranno le tue divinità a riempire la pancia di nostro figlio?
Mahavri cercò di ribattere, ma il marito riprese lo sfogo. – Devi smetterla di riporre le tue speranze in culti ormai morti e sepolti! Crescendo, Agar avrà bisogno di giustizia e uguaglianza e non di stupidi dogmi religiosi!
Lei non volle ascoltarlo. – Ti ho detto che Brahma si occuperà di noi… e tu non sai quello che dici!
Sul volto di Osar comparve un sorriso carico di tristezza. – Povera illusa – concluse, uscendo dalla baracca.
Rimasta sola, Mahavri avvicinò a sé la cassetta di legno - che fungeva da culla per il bambino - e iniziò a piangere, in silenzio.
Osar si sedette sulla soglia di casa e scrutando il cielo stellato iniziò a riflettere su molte cose.
Sarebbe rimasto lì, per tutta la notte, aspettando un nuovo giorno...

COMMENTI

Un grandissimo. Come già per gli altri tuoi scritti che ho avuto modo di seguire tramite NEXT, anche in questo pezzo risulta sensazionale la ricerca metodica, l'estrema professionalità. E' sufficiente iniziare la lettura, al trasporto sul luogo dell'azione pensi tu.

ubi, 5 giugno 2008, 12:48

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