Il robot che sa di sé

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Il robot che sa di sé

Messaggioda zoon » martedì 5 dicembre 2006, 15:56

Il robot che sa di sé

Un ulteriore, nuovo traguardo è stato raggiunto dai robot. O meglio, dai loro progettisti. Stiamo parlando di Starfish, il nuovo organismo elettromeccanico — denso di software e messo a punto da Josh Bongard della Cornell University — reso noto da una pubblicazione su Science; in sostanza, la struttura meccanica di Starfish ha originariamente 4 zampe, ma è in grado di capire rapidamente se uno dei suoi arti ha subito danni ed è diventato inutilizzabile. Da questa conclusione, Starfish decide che deve far affidamento su 3 sole zampe e riesce così a trarsi d'impaccio, cosa che finora non è mai accaduta ai suoi colleghi.
Questo autopercepirsi viene chiamato dall'equipe della Cornell University “la struttura di sé”, e avviene tramite la mappatura virtuale delle proprie risorse fisiche, usando ciò che i sensori inviano al cervello elettronico di cui Starfish è dotato; quando qualcosa cambia radicalmente, il modello di sé viene aggiornato creando, così, il nuovo algoritmo di funzionamento vincente, scartando quelli non funzionali che pure erano stati ipotizzati.
Dubbi, però, sono stati sulla semantica di questa percezione dal dottor Inman Harvey della Università del Sussex: anche gli scarafaggi, quando perdono una zampa, si arrangiano decentemente con le altre, ma non è per questo che hanno la cognizione della struttura di sé.

Fonte: Fantascienza.com
zoon
 
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Messaggioda ctrl-alt-canc » martedì 5 dicembre 2006, 16:33

secondo me parlano di due cose diverse. la struttura di se' e' una cosa, la cognizione della struttura di se' un'altra. una mappatura mentale della propria struttura anche se inconsapevole e' indispensabile a tutti gli esseri - anzi, a tutte le strutture - organizzino ricorsivamente input sensoriali e output motori in circuiti a feedback positivo e negativo, orientati teleologicamente al conseguimento di determinati obiettivi (mantenimento dell'integrita' strutturale, avvicinamento a fonti di cibo/energia, allontamento da fonti di perturbazione strutturale/dolore...
la cognizione della struttura di se' presuppone invece circuiti sempre ricorsivi ma che hanno sia come input che come output stati rappresentazionali sul mondo esterno o su se stessi (il che poi e' indifferente, a pensarci bene. conta la rappresentazione...)
quindi hanno ragione quelli della cornell quando dicono che Starfish ha la struttura di se', e ha ragione Harvey quando dice che Starfish non ha la cognizione della struttura di se'.
The sky above the port was the color of television, tuned to a dead channel.
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