X ha scritto:La scienza prende per forza in considerazione la natura fenomenologica del mondo: per valutare un certo fenomeno, occorre osservarlo, misurarlo. Se non possiamo farlo, ciò non vuol dire che non esista, ma occorre accettare la sospensione del giudizio, almeno finché non diverrà possibile imbracciare lo strumento insindacabile del metodo scientifico.
Potete vedere la mia posizione come agnostica, a riguardo, insomma. Se la natura ultima è inconoscibile, lo è per la natura stessa dell'universo (paradigma olografico), e noi non possiamo farci proprio niente...
X
Un po' come le misure nel caso del principio di indeterminazione:
dx*dp>=h
dove dx è l'errore di misura della posizione di una particella, dp quello della quantità di moto (m*dv), h la costante di Plunk.
maggiore è la precisione di misura di una delle prime due grandezze (posizione o quantità di moto), ossia minore è l'errore, maggiore sarà l'errore nell'altra misura, in quanto la relazione deve essere rispettata.
E' una proprietà della materia, non dipende dalla precisione dei nostri strumenti. Ciò implica che quando consideriamo un oggetto, come una particellla, forse la nostra definizione è limitata. Le particelle sono anche onde.
Ad esempio: dov'è l'elettrone all'interno dell'atomo? Nel suo orbitale? Sì, ma dove esattamente? Forse in nessuna posizione in particolare. In effetti la sua posizione è descritta da una funzione d'onda, non ci dice questo che la particella è sparpagliata... ? E quindi non ha una sola posizione.
Eccetera etc etc...