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MessaggioInviato: venerdì 4 maggio 2007, 14:32
da dixit
X ha scritto:La scienza prende per forza in considerazione la natura fenomenologica del mondo: per valutare un certo fenomeno, occorre osservarlo, misurarlo. Se non possiamo farlo, ciò non vuol dire che non esista, ma occorre accettare la sospensione del giudizio, almeno finché non diverrà possibile imbracciare lo strumento insindacabile del metodo scientifico.

Potete vedere la mia posizione come agnostica, a riguardo, insomma. Se la natura ultima è inconoscibile, lo è per la natura stessa dell'universo (paradigma olografico), e noi non possiamo farci proprio niente...
X


Un po' come le misure nel caso del principio di indeterminazione:
dx*dp>=h

dove dx è l'errore di misura della posizione di una particella, dp quello della quantità di moto (m*dv), h la costante di Plunk.
maggiore è la precisione di misura di una delle prime due grandezze (posizione o quantità di moto), ossia minore è l'errore, maggiore sarà l'errore nell'altra misura, in quanto la relazione deve essere rispettata.
E' una proprietà della materia, non dipende dalla precisione dei nostri strumenti. Ciò implica che quando consideriamo un oggetto, come una particellla, forse la nostra definizione è limitata. Le particelle sono anche onde.
Ad esempio: dov'è l'elettrone all'interno dell'atomo? Nel suo orbitale? Sì, ma dove esattamente? Forse in nessuna posizione in particolare. In effetti la sua posizione è descritta da una funzione d'onda, non ci dice questo che la particella è sparpagliata... ? E quindi non ha una sola posizione.
Eccetera etc etc...

MessaggioInviato: venerdì 4 maggio 2007, 15:37
da Logos
Da Occam a Planc... ecco perchè il Connettivismo è eccezionale... (anche se per me Planc ha la chiarezza di Nostradamus.. :? )

Logos

MessaggioInviato: sabato 5 maggio 2007, 13:27
da Antares666
Carissimi amici, trovco difficile esporre tutto con ordine...
Per quanto riguarda il Rasoio del monaco:
Fino a che punto conosciamo questo universo? Non mi risulta di aver
sentito un solo scienziato elaborare una teoria ragionevole riguardo
la materia oscura. Detto questo, l'universo materiale è già una situazione come quella da me descritta. X è l'universo sensibile, costituito dalla materia visibile, a noi tutti nota Y è l'universo che comprende sia la materia visibile (X) che la materia oscura. Ora, la materia oscura non è metafisica. Si può dimostrare che ha una massa come la materia che siamo abituati a studiare, ma nessuno sa cosa diamine sia.
Quindi quanto ho enunciato è una situazione CONCRETA, oltre che
comune. Mi sono imbattuto in simili schemi centinaia di volte nell'archeolinguistica. Ora, se X non ha senso, bisogna cercare di capire Y cosa possa significare. Temo che le cose non migliorino, perché ciò potrebbe trascendere le nostre capacità logiche.

Per semplicità chiamo materia la materia/energia (in gergo tecnomanicheo direi che l'energia è Male al pari della materia
di cui rappresenta una veste). Se estendiamo le nostre definizioni alla luce delle più recenti conoscenze, direi che il Paradigma Olografico è JALDABAOTH, è il Demiurgo, è il Male. E' Male perché ci imprigiona, ci limita, ci schavizza, nega la realizzazione ad ogni nostro desiderio e si serve della nostra rabbia per nutrire ed accrescere il suo pernicioso essere.

Per quanto riguarda la teoria del materialismo:
Nessuno può dimostrare che l'autocoscienza abbia un'origine meramente fisica. La neurochimica può spiegare come il supporto materiale reagisce a determinati stimoli sensori, come desideri e paure sono veicolati da ormoni, come le strutture sinaptiche mettono in atto la formulazione dei pensieri. Ma qual è il motore di tutto ciò? Le sue radici sono ineffabili. Nessuna biologia spiega quel qualcosa di ineffabile che ci fa dire "io
sono", quella proprietà, che ci fa dire "io sono io, e non un altro o un'altra cosa".

Non do per scontato un universo antropomorfo. Di certo molte sono le forme che lo abitano e lo rappresentano, ma tutte sono scintille ingabbiate. Come prima ho accennato, il Demiurgo non appartiene a questa Ruota del Divenire, ma la gestisce, la domina, a nostro scapito.

Un caro saluto a tutti!

P.S.
Fratello Logos, aspetto ancora una conferma per quella birra riflessiva a Monza...

MessaggioInviato: sabato 5 maggio 2007, 15:54
da Logos
Antares666 ha scritto:P.S.
Fratello Logos, aspetto ancora una conferma per quella birra riflessiva a Monza...


Ti ho risposto via mail, caro Fratello Antares.

A presto!

Logos

MessaggioInviato: sabato 5 maggio 2007, 22:17
da X
Antares666 ha scritto:Per quanto riguarda il Rasoio del monaco:
[...]
Per semplicità chiamo materia la materia/energia (in gergo tecnomanicheo direi che l'energia è Male al pari della materia
di cui rappresenta una veste). Se estendiamo le nostre definizioni alla luce delle più recenti conoscenze, direi che il Paradigma Olografico è JALDABAOTH, è il Demiurgo, è il Male. E' Male perché ci imprigiona, ci limita, ci schavizza, nega la realizzazione ad ogni nostro desiderio e si serve della nostra rabbia per nutrire ed accrescere il suo pernicioso essere.


Occorre una puntualizzazione, forse pedante e banale, ma onde sgombrare il campo della discussione da eventuali futuri equivoci preferisco precisare: la possibile natura olografica dell'universo è MALE, perché oppone un ostacolo insormontabile alla nostra conoscenza. Ma non alla nostra comprensione (=Paradigma Olografico).

Per quanto riguarda la teoria del materialismo:
Nessuno può dimostrare che l'autocoscienza abbia un'origine meramente fisica. La neurochimica può spiegare come il supporto materiale reagisce a determinati stimoli sensori, come desideri e paure sono veicolati da ormoni, come le strutture sinaptiche mettono in atto la formulazione dei pensieri. Ma qual è il motore di tutto ciò? Le sue radici sono ineffabili. Nessuna biologia spiega quel qualcosa di ineffabile che ci fa dire "io
sono", quella proprietà, che ci fa dire "io sono io, e non un altro o un'altra cosa".


Per il momento niente ci riesce. Solo l'evoluzione della ricerca ci permetterà di dire dove finisce il fenomeno biologico, e dove sgorga il processo cognitivo, e quale legame ci sia tra i due.

Non do per scontato un universo antropomorfo. Di certo molte sono le forme che lo abitano e lo rappresentano, ma tutte sono scintille ingabbiate. Come prima ho accennato, il Demiurgo non appartiene a questa Ruota del Divenire, ma la gestisce, la domina, a nostro scapito.


L'unico Demiurgo che sono disposto ad accettare è l'universo stesso. Noi ne rappresenteremmo la fauna batterica, ma anche quella, a volte, arriva a vedere la luce... :wink:

X

MessaggioInviato: domenica 6 maggio 2007, 0:28
da Antares666
Il Paradigma Olografico è l'equivalente demiurgico del Logos. Così non lo distinguo dalla natura olografica dell'universo, in quanto la forma che il Creatore Malvagio dà al nostro carcere si identifica con la sua essenza illusoria. Le cose coincidono con la mente che le genera.

MessaggioInviato: domenica 6 maggio 2007, 1:12
da X
Antares666 ha scritto:Il Paradigma Olografico è l'equivalente demiurgico del Logos. Così non lo distinguo dalla natura olografica dell'universo, in quanto la forma che il Creatore Malvagio dà al nostro carcere si identifica con la sua essenza illusoria. Le cose coincidono con la mente che le genera.


Beh, i casi sono due:

a) la concezione del paradigma olografico rappresenta un approdo, la consapevolezza che la realtà è illusione, la comprensione dello scacco matto dato dalla natura alle nostre possibilità cognitive;

b) l'universo è olografico perché tale è stato concepito dal nostro intelletto.

Nel primo, c'è la piccola soddisfazione di aver raggiunto comunque un limite, dove la fisica sconfina nella metafisica e quindi la scienza deve fermarsi. Nel secondo, basta un semplice cambio di paradigma per proiettare una realtà nuova. Scegli: pillola rossa o pillola blu? :wink:

X

MessaggioInviato: domenica 6 maggio 2007, 12:23
da dixit
Non sono d'accordo che l'universo olografico rappresenti un limite invalicabile. Della metafisica me ne faccio poco :P Il limite potrebbe essere invalicabile fino alla prossima scoperta :D