Il chip che dà movimento al pensiero

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Il chip che dà movimento al pensiero

Messaggioda zoon » martedì 9 ottobre 2007, 10:36

Il BrianGate

è un dispositivo, un microchip di quattro millimetri per quattro che affonda i suoi sensori nel cervello umano e che dà la possibilità di interfacciare il cervello stesso con protesi elettromeccaniche - come gli arti artificiali - tramite un processore esterno che garantisce l'interpretazione degli stimoli cerebrali verso le protesi. Questi sono gli obiettivi del progetto, che vede in Matthew Nagle il tetraplegico sperimentatore umano di BrianGate:

Finora siete riusciti a tradurre i messaggi operativi del cervello in comandi per il cursore del computer, ma si potrà con il solo pensiero muovere un arto artificiale e con una certa precisione? «Ne sono convinto. Uno dei pazienti che ha partecipato a questi studi pilota è riuscito attraverso un braccio robotico ad afferrare una fetta di dolce e a trasferirla nelle mani di un'altra persona. Visto il successo di quest'esperimento, abbiamo cominciato a lavorare all'idea di associare BrainGate ad uno stimolatore muscolare in modo da ricostruire il percorso che in condizioni normali fa sì che il movimento "pensato" si traduca in una contrazione muscolare. Pensiamo per ora a gesti semplici come prendere in mano una tazza e portarla alla bocca. Ma noi siamo molto, molto, più ambiziosi: abbiamo la presunzione di arrivare a garantire alle persone paralizzate il controllo delle gambe e della braccia. Condizione indispensabile per questo è la miniaturizzazione di tutto il sistema: a questo proposito abbiamo in corso un progetto finanziato dai National Institutes of Health e dalla mia Company per trasformare BrainGate in una specie di pace-maker, eliminando i fili e tutti gli ingombranti accessori indispensabili oggi. Ci vorranno molti anni per tutto questo, ma sento che siamo sulla strada giusta».

Tutto l'articolo è sul Corriere.it.
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