Sul nuovo cromosoma sintetico

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Sul nuovo cromosoma sintetico

Messaggioda zoon » giovedì 11 ottobre 2007, 15:25

Sul blog di Pythagorico c'è un post che prende spunto dalla notizia della creazione di un cromosoma di sintesi, news di qualche giorno fa appena.
Pythagorico lavora motlo di teoria e di estrapolazione cerebrale e tira fuori una lunga disquisizione molto, molto interessante; vi riporto qui sotto un piccolo brano del tutto, invitandovi a intervenire nel dibattito:

Qui invece introduco un passaggio ancora più evoluto: Le Memorie Genetiche.

Questa tecnologia sfrutta l'altissima densità di informazioni contenibile nella catena del DNA, e consisterebbe in un'applicazione che permette di scrivere dati direttamente accostando basi nucleiche a formare un cromosoma. Questa catena potrebbe essere mappata mediante un sequenziatore, e successivamente letta da un algoritmo in grado di tradurre ed interpretare i dati che a noi servono.
Abbiamo visto prima che è facile creare una corrispondenza biunivoca tra coppie di basi azotate e codice binario, quindi il DNA sarebbe un ottimo strumento per densificare l'informazione contenibile negli Hard Disk dell'intero pianeta, tanto più che la Sun stà sviluppando un file system in grado di gestire questa mole di informazioni (chiamato appunto Zetta File System).
Ciononostante il DNA forse potrebbe codificare una quantità di informazioni addirittura superiore a quella gestibile dallo ZFS, e renderebbe necessaria la creazione di un DNA-FS strutturato opportunamente. (immaginate un batterio in grado di contenere tutti gli mp3 del pianeta mai composti dall'umanità dall'origine della storia ad oggi! Probabilmente ci sarebbe ancora spazio per le foto delle vostre vacanze.)
Una informazione del genere, non necessariamente creerebbe la vita se impiantata nel nucleo di un batterio. Accidentalmente però potrebbe anche succedere che queste memorie, se impiantate, siano in grado di svilupparsi in forma di vita (un batterio o poco più). Qualora questo accada, è possibile che le generazioni figlie conservino questa informazione, codificata al loro interno e decodificabile da chi sappia come fare.
Alcune teorie parlano genericamente di memoria genetica, interpretando la capacità che alcune persone hanno, di ricordare le loro vite passate. In particolare sostengono che queste persone credono di ricordare le loro vite passate da reincarnati, ma in realtà ricordano le vite dei loro antenati, memorizzate nel loro codice genetico (come sono in grado di fare, nella saga dei romanzi di DUNE, le Bene Gesserit, che ricordano tutte le vite precedenti per linea materna, o lo Kwisatz Haderach per linea paterna).
Non voglio approfondire questa affascinate ipotesi, visto che la Memoria Genetica di cui parlo qui, è cosa ben diversa; ma se noi siamo potenzialmente in grado di creare vita sintetica codificandola in questo modo, magari dentro di noi potrebbero essere celate delle informazioni, dei dati o un messaggio, di cui ignoriamo l'esistenza, magari lasciati da qualcuno...
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Messaggioda X » domenica 21 ottobre 2007, 16:03

L'argomento è estremamente stimolante e allo stesso tempo insidioso, come spesso accade quando ci si inoltra in territori non ancora del tutto soggiogati al dominio della conoscenza.

La possibilità di approdare a delle memorie genetiche "artificiali", per così dire, è intrigante ma così al momento solleva non poche perplessità sulla complessità (e di conseguenza sulla laboriosità) dei processi di scrittura e lettura, con una dilatazione dei tempi di accesso che potrebbe vanificare qualsiasi vantaggio nella densità dell'informazione memorizzata. Se non altro, l'idea di arrivare a sfruttare la struttura molecolare dei diamanti (o analoghe formazioni cristalline caratterizzate da regolarità e stabilità) per archiviare informazione (da leggere e scrivere attraverso una semplice scansione ottica), mi sembra al momento molto più promettente.

Le memorie genetiche intese come eco di vite passate sono un argomento molto intrigante sotto il profilo letterario e speculativo, ma scientificamente parlando, pur riconoscendo le immani potenzialità del nostro codice genetico, appare molto poco attendibile. Almeno allo stato attuale delle nostre conoscenze.

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