Trapianto di braccia

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Re: Trapianto di braccia

Messaggioda Logos » sabato 9 agosto 2008, 15:41

Che aspetto di leggere in anteprima.. :)
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Re: Trapianto di braccia

Messaggioda E=mc² » lunedì 11 agosto 2008, 17:43

Ora che mi sono chiarito alcuni concetti filosofici come il dasein e il noumeno, credo di poter rispondere in maniera più articolata e magari introducendo una tematica a me molto cara. Intanto grazie ancora, Logos, perchè mi hai costretto ad acculturarmi nell'ambito filosofico ampliando il mio scibile e questo non può che essere un bene.

7di9 ha scritto:Io vorrei conoscere l'algoritmo alla base del caos, perché sono certo che ci sia.

Logos, 7di9 parla di "CAOS" mentre tu parli di "CASO"
Logos ha scritto:io dubito che vi sia un algoritmo che possa spiegare e ridurre a ordine conoscibili il Caso.

Per quello che ne so io, il caso è totalmente imprevedibile, alla mercè di se stesso e basta. Il caos invece è prevedibile e i lavori di Benoit Mandelbrot e discepoli sono lì a dimostrarlo (nonostante lo stesso Mandelbrot parlava di caso e non di Caos). Forse non siamo ancora in uno stadio evolutivo tale da poter prevedere esattamente il caso ma la mia sconfinata fiducia (o forse dovrei dire fede) nella Scienza mi dice che non siamo molto lontani da quella meta. Peraltro, considera che io non credo affatto nel caso, nella casualità. Non credo che esista una simile cosa. Esistono azioni e reazioni ma niente di quello che facciamo è realmente casuale, tutto è dettato da un insieme finito di variabili finite (alcuni presupposti di fisica quantistica lo dimostrano, seppur in maniera non troppo convincente. Mi riprometto di darti ulteriori indicazioni su questo argomento). Concordo che tutto si generi dal Caos ma neanche l'Assurdo mi pare che abbia un senso di essere: non esiste un Assurdità in un universo totalmente privo di casualità. Esistono invece causalità che non siamo (per ora) in grado di osservare, di percepire.

@ zoon: l'algoritmo esiste già da tempo. Il succitato Mandelbrot ne ebbe intuizione decenni orsono e se pensi cosa è derivato dalle sue ricerche e dalle ricerche dei suoi discepoli.

Cosa è quindi il postumano? Ammetto di non sapere cosa intendiate voialtri con questo termine ma posso spiegarvi cosa intendo io: la semplice (sic) evoluzione dell' homo sapiens sapiens. L'ampliarsi delle sue facoltà percettive, la sua duplicazione o eventuale migrazione in un altro sistema di sostentamento che dalla forma basata sul carbonio, passa alla forma olografica basata sul silicio (vi ricorda niente questo discorso?). Cambia il medium ma non la sostanza. Il noumeno si stravolge, evolve e ramifica in infinite possibilità, il dasein di Heidegger rimane invece quasi inalterato.
In questa visione, un trapianto di braccia è ben poca cosa, se presa fine a se stessa.

È invece uno scalino superato nella comprensione del funzionamento della macchina di carne umana e quindi, di conseguenza, è uno scalino superato nella comprensione del funzionamento del nostro wetware. Come reagisce la psiche con un intero arto che era precedentemente attaccato ad un altro essere umano. Dove risiede l'anima, tanto per essere terra terra? Cosa diventa il ricevente, in questo caso? E cosa rimane del donatore?

Briciole, me ne rendo conto. Ma sono l'inizio e quindi sono importantissime.

Spero di aver reso l'idea di cosa volevo esprimere. Chiedo venia per eventuali balbuzie e afasie ma è da relativamente poco che mi lascio contagiare dai memi Connettivisti e quindi devo entrare a regime, rinnovare il mio database e la mia forma mentis.

Non posso però non aggregarmi ai pensieri di 7di9 e Logos, sono queste le conversazioni che costringono i neuroni a rimettersi in forma, dopo eoni di pigrizia.

Linfa per le mie connessioni, piacere per il mio intelletto e la tranquillità del Caos Generatore, inesauribile fonte di infiniti memi.
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Re: Trapianto di braccia

Messaggioda Logos » lunedì 11 agosto 2008, 20:32

E=mc² ha scritto: Concordo che tutto si generi dal Caos ma neanche l'Assurdo mi pare che abbia un senso di essere: non esiste un Assurdità in un universo totalmente privo di casualità. Esistono invece causalità che non siamo (per ora) in grado di osservare, di percepire.



Se esistesse una Causalità che governa il singolo procedere di ogni elemento dell'Universo, o in altre parole se ogni azione è causata da un'altra ci troveremmo di fronte ad una dualità:

1- Determinismo Vs 2- Finalismo

Mi spiego meglio..

Nel primo caso avremmo (aristotelicamente) un atto primo (la causa prima di cui parla lo Stagirita) che scatena a mò di cascata una ridda di altre causa che si dipanano in un'infinità di altri atti che sono fini di una causa precedente e causa di fine successivo, eternamente. In tal caso avremmo un atto inizale (big bang?) divinizzabile che è origine di una frammentazione esponenziale che di per sè è e resta insensata. All'orizzonte non vi è un senso necessitante.

Nel secondo caso, dovremmo ipoteticamente supporre (paradossalemente ancora in accordo con Aristotele ma in una prospettiva qui diversa) che ogni processo trova la sua forma (la sua forma perfetta, il suo senso, la sua ragion d'essere, il suo perchè, la sua necessita esistenziale) nel fine del suo percorso.
In quest'ottica ogni processo evolutivo sarebbe giustificato dal suo fine, dal raggiungimento cronologico della sua fine. Qui parrebbe che un senso almeno da qualche parte ci sia e che le azioni e l'agire dell'uomo almeno là in fondo possano trovare un significato che tutto giustifica.

A parte che questa teoria è palesemente in contrasto con il darwinismo (che storicamente è di matrice deterministica) ci si apre la prospettiva di ipotizzare che o esiste qualcosa\qualcuno che celebra questo raggiungimento teleologico (dio?) oppure (come io credo) questa fine\forma perfetta\raggiungimento di senso è semplicemente una scrittura privata con cui autobiograficamente si fa storia del proprio cammino e gli si attribuisce a posteriori un senso.
Una biografia che riscrive il percoso svolto in funzione di dove si è arrivati, un processo continuo, ripetuto ad ogni "tappa" del proprio incedere nella vita. Insomma, il presente (d'altronde esiste solo questo) rilegge tutto il passato attraverso le lenti del suo specifico adesso e tutto il passato trova senso. Il presente successivo farà lo stesso senza timore di stravolgere il senso precedentemente attribuito, perchè tanto cronologicamente è l'ultimo ad avere (illusoriamente) il primato espistemologico ed esistenziale.

Ergo poco cambia.

Personalmente sono fautore da sempre della teoria delle Sliding Doors per cui il numero di incognite con cui abbiamo quotidianamente a che fare è così disumanamente superiore alle nostre possibilità di controllo che di fatto siamo una semplice barchetta persa fra le fragorose onde del Caso, o se preferisci di un meccanismo di Causalità Universale che non comprendiamo e che non possiamo controllare.

This's my modest opinion.

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Penso.
Penso, conosco, evolvo.
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Oltre di me.
Oltre da me.
Io sono.
Noi siamo.
La connessione è ora.
Noi saremo tutto.
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