Nel senso: se ricerco A, paragonandolo costantemente a B (intelligenza umana), usando B a un tempo come punto di arrivo dell'indagine e parametro generale di procedura, quello che otterrò non sarà che B sotto le mentite spoglie di A. Un'imitazione. Oppure no? E' questo il lato del test che non mi convince. Io credo che un'intelligenza artificiale abbia più possibilità di "nascere" e divenire una reale intelligenza senza un'intromissione così forte e vincolante della matrice umana. L'uomo, secondo sempre il mio parere, dovrebbe limitarsi a preparare il "brodo primordiale" e lasciare che il
software faccia il suo corso, senza influenzarne logiche e ragionamenti interni. Mi sembra quasi che con il Test di Turing l'uomo voglia entrare in un circolo di autoreferenzialità sintetica, qualcosa di fasullo, privo di effettiva coscienza, come può esserlo un qualsiasi altro elettrodomestico. Una lavatrice può svolgere processi automatici, ma non è autocosciente; una volta cessate le sue funzioni, si spegne. Stop. Perché la matrice umana ha precedentemente programmato, vincolato. L'esempio è banale, ma spero aiuti a chiarire il mio punto di vista.
7di9