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Nanotecnologie

Messaggioda dixit » giovedì 16 novembre 2006, 16:00

http://www.lescienze.it/sixcms/detail.php3?id=12843
[
Sicurezza per le nanotecnologie
È necessario stimolare la ricerca per garantire nanoprodotti sicuri


In un articolo (Safe Handling of Nanotechnology) pubblicato sul numero odierno di Nature, quattordici dei maggiori esperti mondiali di nanotecnologie indicano cinque sfide che questo settore deve affrontare per assicurarsi adeguate prospettive di sviluppo. L’appello indica come requisito essenziale quello di garantire la sicurezza dal punto di vista ambientale e sanitario di questa tecnologia emergente.
“Lo scorso anno sono stati venduti in tutto il mondo più di 32 miliardi di prodotti contenenti nanomateriali – ha osservato Andrew Maynard, direttore del Project on Emerging Nanotechnologies e primo firmatario dell’articolo – e, secondo le stime della Lux Research, entro il 2014 il valore delle merci che incorporano nanotecnologie arriverà ai 2600 miliardi di dollari. Se il pubblico perde la fiducia nella capacità dei committenti – istituzioni, mondo degli affari e comunità degli scienziati – di condurre una valida e sistematica ricerca sui possibili rischi, questo enorme potenziale delle nanotecnologie verà dissipato. I timori sui possibili danni di alcune nanotecnologie possono essere esagerati, ma non sono necessariamente infondati.”
Recenti studi sulla tossicità di nanomateriali ingegnerizzati in colture cellulari e in animali da esperimento hanno infatti mostrato che dimensioni, area superficiale, chimismo d’interfaccia, solubilità ed eventualmente anche forma hanno tutti un ruolo nel determinare o meno possibili danni.
L’articolo delinea “cinque grandi sfide” da superare per assicurare futuro e sicurezza alle nanotecnologie: 1. strumenti per valutare l’esposizione ambientale ai nanomateriali; 2. metodi per la valutazione della tossicità dei nanomateriali; 3. modelli predittivi dell’impatto dei nuovi nanomateriali ingegnerizzati; 4. metodologie per valutare l’impatto dei nanomateriali lungo tutto il loro arco di vita; 5. programmi strategici per lo sviluppo di una ricerca mirata sui rischi.
All’interno di questi obiettivi gli autori indicano obiettivi specifici e concreti, come lo sviluppo di un campionatore di aerosol universale per la misurazione della presenza in aria di nanomateriali, stabilire se la presenza per esempio di nanoparticelle a forma di fibra rappresenti uno specifico rischio sanitario e definire modalità per ingegnerizzare nanoparticelle “sicure fin dal progetto”.

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Messaggioda zoon » giovedì 16 novembre 2006, 17:15

interessante, è una sfida concreta che aiuta a togliere l'aurea di perfezione da tematiche di fantascienza, disegnando il presente come conseguenza di mosse di mercato, gusti, tecnologia, impatti con realtà mutevoli a volte imprevedibili.
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Messaggioda ctrl-alt-canc » giovedì 23 novembre 2006, 20:03

con le nanotecnologie c'è anche un altro aspetto da tenere presente, un pericolo per ora ipotetico ma non si sa mai:
il "grey goo", ossia il pericolo che una nanotecnologia autoreplicante giunga a consumare tutta la materia trasformandola in copie di se stessa - ecofagia virale!
come dicevo, per ora è naturalmente solo una idea fantascientifica (e infatti ci sono molti esempi di una sua applicazione nella fs), ma qualcosa di simile è successo nel mondo virtuale di second life, dove usando le possibilità di script che replicano gli oggetti qualche buontempone ha messo in giro una serie di anelloni dorati alla sonic - ogni interazione degli avatar con gli anelli ne scatenava una autoreplica, coi prevedibili effetti moltiplicativi che in breve hanno messo in ginocchio i server di second life. non a caso i gestori del sito hanno chiamato l'attacco "grey goo"... ma ci fosse stato un giornalista tra quelli che hanno riportato la notizia che si sia andato a cercare cosa sia un grey goo in nanobotica! (io l'ho scoperto googlando) o forse l'hanno fatto ma non era giornalisticamente significativo. boh. comunque ho trovato anche questa bella immagine:
Immagine
The sky above the port was the color of television, tuned to a dead channel.
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Messaggioda zoon » venerdì 24 novembre 2006, 11:02

ho trovato così interessante la cosa da segnalarla sul mio blog, come già anticipavo commentandoti...
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Messaggioda dixit » giovedì 15 marzo 2007, 16:05

Alla luce di quanto emerge dalla ricerca della Nanodiagnostics
http://www.nanodiagnostics.it/
la mia preoccupazione va più che altro alla possibilità che le nanomacchine diventino inquinanti mortali piuttosto che la causa di un grey goo.
C'è chi si sta già occupando di costruire un'arca di Noè per il DNA umano, preoccupato dal fatto che la vita moderna è sottoposta ad inquinanti che modificheranno in maniera cruenta il codice genetico della specie. Ci salveremo dalla nostra ignoranza e dal vizio di nascondere la testa sotto la sabbia? O andiamo incontro ad una probabile visione escatologica?
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Messaggioda Evertrip » giovedì 15 marzo 2007, 21:15

Bon, il problema non si pone finché esiste la reincarnazione 8)

...a meno che non ci si reincarni proprio in uno di questi nanobot :shock:
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Messaggioda zoon » venerdì 16 marzo 2007, 11:15

ogni volta che si parla di protezione degli antichi valori si perde senza possibilità di recupero il treno col futuro, con l'evoluzione. qualunque essa sia.
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Messaggioda dixit » venerdì 16 marzo 2007, 11:44

cosa intendi con antichi valori? parli del DNA? :P
il DNA è informazione, si tratta di proteggere un qualcosa che codifichi dei tessuti SANI e non malati.
i danni al DNA prodotti da corpi estranei che entrano nel nucleo delle cellule (come le nanoparticelle), non portano ad una evoluzione, ma solo ad una morte dolorosa, per cancro o gravi malattie infiammatorie.
l'arca di Noè è un discoro complesso, in effetti è un progetto che vuol proteggere la biodiversità, non condurre ad una stati evolutiva. almeno credo sia così.
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Messaggioda zoon » venerdì 16 marzo 2007, 12:26

sì, anche proteggere il dna ritengo sia un frapporsi alla evoluzione (o devoluzione, o degenerazione): tra il tenerci ancorati a un sistema complesso ma stabile e l'affrontare un'evoluzione potenzialmente perniciosa ma sconfinata, preferisco la seconda.
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Messaggioda dixit » venerdì 16 marzo 2007, 13:31

Ummmm
capisco cosa intendi... ma l'evoluzione, se parliamo di evoluzione naturale ha i suoi tempi. Questa non è evoluzione, è estinzione di massa e si può evitare. Non è detto che perché inquiniamo il mondo dobbiamo pagarne uno scotto così alto. Non sarebbe meglio non inquinare? E dimostrare che siamo abbastanza evoluti per continuare ad affrontare un cammino che non può altro che essere un compromesso tra ciò che sceglie madre natura e ciò che comportiamo noi con le nostre attività?
Io non voglio morire per le colpe mie o altrui per consentire a qualcos'altro di evolversi. Voglio vivere per preparare il mondo a questo qualcos'altro, perché possa apprezzare quanto è stato fatto da noi e non disprezzarci.
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Messaggioda X » venerdì 16 marzo 2007, 13:32

Sono un convinto assertore del principio dell'autodeterminazione individuale. Ognuno dovrebbe essere libero di prendere da sé le decisioni che lo riguardano personalmente, finché queste non hanno ricadute sul prossimo. L'ideale (quello di cui parlo quando ogni tanto tiro fuori il discorso sulla "nuova disciplina morale" e comincio a farneticare... :roll: ) sarebbe che ogni singolo essere umano cominciasse a rendersi conto dell'impatto delle sue scelte sul mondo che lo circonda. Va da sé che tutte queste belle parole resteranno relegate nel limbo dell'utopia finché ci saranno in circolazione strutture militari e/o multinazionali che indirizzano la ricerca sulla linea dell'autodifesa distruttiva e sulla logica del profitto. Le multinazionali, poi, come diceva Gibson, assumono un comportamento che sotto molti punti di vista le rende simili a organismi pensanti, dotate di una loro coscienza, che quasi mai coincide con la coscienza degli uomini (nemmeno di quelli che ci lavorano o le dirigono)...

Ma per tornare al dibattito, dixit espone un pericolo concreto. Fermo restando che giudico auspicabile la messa a punto di (nano)tecnologie che ci permettano di intervenire a livello molecolare sulla nostra biologia, siamo ancora come marinai che si accingono a varcare le colonne d'Ercole della conoscenza: davanti a noi si apre un orizzonte sconfinato e ignoto, un intero oceano di possibilità. Sta a noi vedere come giocarcele. Per il momento, meglio andarci coi piedi di piombo (o, per mantenere la metafora di sopra, tenere sotto stretto controllo il nostro sartiame... :wink: ). In ogni caso, un ammutinamento volto a togliere il timone dalle mani delle persone di cui parlavo sopra mi vedrebbe completamente d'accordo...

My 2 cents...
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Messaggioda X » venerdì 16 marzo 2007, 13:34

dixit ha scritto:Io non voglio morire per le colpe mie o altrui per consentire a qualcos'altro di evolversi. Voglio vivere per preparare il mondo a questo qualcos'altro, perché possa apprezzare quanto è stato fatto da noi e non disprezzarci.


Parole sacrosante!

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Messaggioda zoon » venerdì 16 marzo 2007, 13:53

corro il rischio di apparire come qualcuno che vuole convincervi dell'esattezza delle sue idee e visioni, e non è mia intenzione; perciò concludo soltanto dicendo che l'origine delle mie opinioni è la assoluta certezza che il genere umano è paragonibile a formichine schiacciabili in qualsiasi momento. sono convinto che, per l'universo, la nostra esistenza o meno sia assolutamente indifferente, per le forze oscure e titaniche siamo davvero insetti, nemmeno fastidiosi; ecco perché non do molta importanza "assoluta" all'esistenza della razza umana, in fondo il massimo della nostra potenza è distruggere l'ecosistema della nostra casa. benvenuta, quindi, qualsiasi evoluzione che ci permetta di raggiungere un grado superiore di esistenza, a costo anche della nostra misera sopravvivenza come specie: se falliamo, nessuno ci piangerà, né lo noterà comunque.
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Messaggioda X » venerdì 16 marzo 2007, 14:04

zoon ha scritto: ecco perché non do molta importanza "assoluta" all'esistenza della razza umana, in fondo il massimo della nostra potenza è distruggere l'ecosistema della nostra casa. benvenuta, quindi, qualsiasi evoluzione che ci permetta di raggiungere un grado superiore di esistenza, a costo anche della nostra misera sopravvivenza come specie: se falliamo, nessuno ci piangerà, né lo noterà comunque.


Il punto è che un eventuale (e, allo stato attuale, probabilissimo) fallimento sulla via della perfezione avrebbe conseguenze cataclismiche per qualsiasi essere vivente sulla Terra con un cervello più grande di una termite... :roll: Il livello di intrusione dell'uomo nella sopravvivenza dell'ecosistema ha ormai raggiunto una scala per cui qualsiasi mutamento che lo riguardi si ripercuoterebbe inevitabilmente sull'ambiente circostante.

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Messaggioda Evertrip » venerdì 16 marzo 2007, 14:39

zoon ha scritto:corro il rischio di apparire come qualcuno che vuole convincervi dell'esattezza delle sue idee e visioni, e non è mia intenzione; perciò concludo soltanto dicendo che l'origine delle mie opinioni è la assoluta certezza che il genere umano è paragonibile a formichine schiacciabili in qualsiasi momento. sono convinto che, per l'universo, la nostra esistenza o meno sia assolutamente indifferente, per le forze oscure e titaniche siamo davvero insetti, nemmeno fastidiosi; ecco perché non do molta importanza "assoluta" all'esistenza della razza umana, in fondo il massimo della nostra potenza è distruggere l'ecosistema della nostra casa. benvenuta, quindi, qualsiasi evoluzione che ci permetta di raggiungere un grado superiore di esistenza, a costo anche della nostra misera sopravvivenza come specie: se falliamo, nessuno ci piangerà, né lo noterà comunque.


Approvo in parte quanto dici, soprattutto il "misantropocentrismo", se mi passate il neologismo (lo è?)...

C'è da dire che, per quante scelte e quante vie infinite siano contemplate nel destino dell'uomo, io sono speranzoso. Forse anche questa epoca che noi viviamo - l'ottusità e l'immobilismo, per intenderci - non è che una fase del mondo...sono più propenso a pensare che l'uomo moderno abbia le stesse capacità evolutive di un erectus più che di un dinosauro.

La lieve evoluzione e l'instancabile progresso sono armi che prima o poi feriranno a morte l'idea integralista-fondamentalista-congelata, e sarà l'alba di un nuovo umano. Guardatevi attorno: il capitalismo mediatico ha concretizzato le idee orwelliane, ma in chiave di merchandisng grottesco. La politica è crine lucido e tutto belletti, a braccio con la pseudoreligiosità nazionale. Lo sport odierno è fasullo e aggressivo, ha ucciso l'originale idea della guerra di Olimpia greca, competizione significa fama potere danaro e stress. L'estetica dell'arte è in un ciclo di corsi e ricorsi paragonabile ad una centrifuga da lavanderia. Il bello non è più relativismo, è democrazia del cattivo gusto, della tendenza plastificata. E non ultimo, il sistema fragile che è la nostra nutrice, il mondo di terra e acqua, si sta sfaldando sotto le nostre ancora incapaci mani. Un solo secolo è bastato per incrinarlo irrimediabilmente.

Come è possibile introdurre un qualsiasi input di cambiamento in questo DNA "sporco di catene obsolete"? Io sono speranzoso. Forse è questo il continuum in cui il genio creativo e le potenzialità demiurgiche si salveranno per poi venire fuori. L'era in cui salveremo noi stessi e la nostra casa verde.
Noi non siamo inferiori, siamo entità che devono capire di essere parte di ogni cosa con questo cosmo. Siamo la configurazione organica che pensa, che ama, che agisce. L'universo dovrà starci a sentire. Noi esistiamo. Noi siamo tutto!
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