Progetto forse...

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Progetto forse...

Messaggioda leobulero » sabato 6 ottobre 2007, 20:06

Da un pò di tempo mi cimento in una sorta di tecnica "poetica".
Una sorta di racconto Haiku dove ogni parola è misurata.
Diciamo un Racconto-poesia di poche righe simile agli spezzoni riportati a volte sulla seconda copertina.
Pensavo di mettere su un vero e proprio blog dedicato a questo diciamo "nuovo stile" (nuovo fino a un certo punto).
E mi chiedevo se foste interessati a "dire la vostra" in poche righe trasformando così un eventuale blog in una sorta di piccolo laboratorio letterario digitale :D
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Messaggioda leobulero » sabato 6 ottobre 2007, 20:15

dimenticavo di linkare il blog dove potete trovare qualche "opera" su questo stile.


http://www.resistenzaanalogica.splinder.com/
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Messaggioda Massimo Baglione » sabato 6 ottobre 2007, 20:35

Mi fai un esempio di poesia in quello stile?
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Messaggioda leobulero » sabato 6 ottobre 2007, 21:12

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Messaggioda leobulero » sabato 6 ottobre 2007, 21:17

E' una sorta di estensione moderna degli esperimenti poetici di Jules Laforgue, quando inseriva elementi teatrali nella sua poetica. come ingressi e uscite. "Mutuo e immobile osserva gli astanti, fa un gesto di rassegnazione universale e scompare".

Qua l'idea è di esprime qualcosa (di esprimibile o meno) in uno spezzone, citare un racconto mai scritto.

Come per esempio, in tante opere di Dick (prendo in esempio lui come scrittore a cui sono più legato) ci sono citazioni che considero un'opera d'arte a se stante anche senza il resto del romanzo a reggerle.
In particolare alcune parti di "Confessioni di un artista di merda" racchiudono piccoli spezzoni di poche righe ma con un impatto devastante.

La questione è che una forma poetica può manifestarsi anche deviando completamente le architetture poetiche, arrivando in questo caso a contaminarsi con lo stile romanzo/racconto.
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Messaggioda Massimo Baglione » domenica 7 ottobre 2007, 11:19

Un miniracconto, insomma.
Interessante esperimento, certamente tutt'altro che facile.
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Messaggioda zoon » domenica 7 ottobre 2007, 11:26

è un esperimento, uno zip che può aprire la strada a un racconto più ampio,fino a un romanzo. interessante, anche io ricordo di averne tratto da 300 caratteri dei racconti. qualcosa da affrontare, sì. bel lavoro ragasso...
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Messaggioda Logos » domenica 7 ottobre 2007, 17:12

Interessante, ci vorrebbe il parere di 7di9, lui è maestro in questi micro racconti dove basta un attimo per essere su un altro mondo.

"Coraggio, la strada è lunga". E sopra le loro teste la navicella si perse nella luce della Luna che la notte sembrava dominare.

Ciao

Logos
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Messaggioda 7di9 » mercoledì 10 ottobre 2007, 13:40

Logos ha scritto:Interessante, ci vorrebbe il parere di 7di9, lui è maestro in questi micro racconti dove basta un attimo per essere su un altro mondo.

"Coraggio, la strada è lunga". E sopra le loro teste la navicella si perse nella luce della Luna che la notte sembrava dominare.

Ciao

Logos


Ti ringrazio carissimo Logos, addirittura maestro :oops: ... In ogni caso il progetto è molto interessante. Sinceramente non ho mai dato un nome a quello che scrivo, inteso in termini di genere. Ma sono sicuro di poter dare un contributo, magari, ad esempio, nella creazione di un pastiche di più e diversi microracconti tutti accomunati da un evento centrale. Punti di vista, occhi diversi, ma ruotanti su di un comune centro focale. L'idea è buona e secondo me anche di semplice attuazione. Se ne potrebbe trarre un piccolo racconto, una very short story impregnata di visioni e prospettive della più varia provenienza e natura. L'inizio del progetto vedrebbe la scelta dell'evento, del nucleo narrativo - semplice, niente di troppo complesso - che può essere di qualsiasi tipo: un fatto storico, o quotidiano, fino ad un fenomeno di dimensioni galattiche (:)).

Sottoscrivendo l'idea,

attendo vostre,

:lol:

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Messaggioda leobulero » mercoledì 10 ottobre 2007, 17:51

beh i presupposti ci sono per far nascere qualcosa...
LA mia idea sostanzialmente sarebbe un blog condiviso dove chiunque aderisca pubblica le sue "poesie" per iniziare a promuovere la cosa... cioè facendo nascere quasi le linee guida di uno stile comunque puramente libero.
Trasformare quello che può essere visto come un "miniracconto" in una forma espressiva ben/anche non troppo) precisa :)
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Messaggioda leobulero » domenica 28 ottobre 2007, 20:06

Allora,
Ci sono aggiornamenti sul mio blog per chi volesse faris un'idea più precisa.

http://www.resistenzaanalogica.splinder.com/


Le linee guida dello stile sono per prima cosa la totale caratteristica opensource... non c'è uno schema fisso ma uno schema generale in continua mutazione.

La lingua italiana (nel mio caso o straniera in altri casi) è un puro strumento, come nella concezione agostiniana non c'è deviazione, ne nella traduzione ne nel messaggio. E' un dialogo interno a interno e la lingua è il nostro mezzo, abbiamo al totale liberà di disfarla, modificarla usare vocaboli non esistenti.
E' una ricerca di un metalinguaggio poetico.
Non esiste restrizione grammaticale, le istituzioni sono stantie, l'errore è sublimato.

La struttura viene dissolta, il romanzo mai scritto che viene citato si muove senza un narratore fisso, possiamo entrare nei personaggi, perderli afferrarli di nuovo. Possono non esistere personaggi o aleggiare nel loro non essere.


Per chi vuole iniziare questa esperienza letteraria presto linkerò un indirizzo e-mail apposito per poi iniziare a pubblicare le opere su un nuovo blog condiviso.


Fatemi sapere se ci sono proseliti :)
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Messaggioda leobulero » domenica 4 novembre 2007, 22:22

Splendido,
Senza saperlo vengo a scoprire che il concetto era già stato espresso da Philip dick in " le tre stimmate di Palmer Eldritch."

Nel suo libro "Se vi pare che questo mondo sia brutto..." viene spiegato come il romanzo sia costituito dalla frase iniziale di Leo Bulero riportata in prima pagina e come le rimanenti 300 e più pagine non siano altro che una spiegazione al romanzo.
Diciamo che il genere adesso ha anche un grande maestro, un precursore. Forse l'azzardo più grande di quello che è stato definito uno dei più grandi romanzi del 900.
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