La rivoluzione olistica

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La rivoluzione olistica

Messaggioda Evertrip » lunedì 20 aprile 2009, 19:39

«Dovevamo distruggere il mondo in teoria, prima di distruggerlo nella pratica. Il programma di Galileo ci un offre un mondo morto. Vista, udito, gusto, tatto, odorato perdono ogni attendibilità ed insieme con loro vengono meno da allora: la sensibilità estetica ed etica, i valori, la qualità, l’ anima, la coscienza, lo spirito» (Ronald Laing)

Nonostante gli ostacoli della scienza ufficiale e del potere socio-politico-economico, sta cambiando il paradigma ovvero il modello che ci governava: stiamo passando dal modello di vita meccanicistico o riduzionistico, che dava risalto alle parti, a quello olistico, organicistico, ecologico, che dà risalto al Tutto. Di conseguenza cambiano i nostri valori e cambia l’etica che regola il nostro comportamento, secondo i concetti di bene e di male.

Dobbiamo arrivare a capire che non siamo stati creati per distruggere, che tutti: animali, piante, minerali, energie conosciute e non, facciamo parte di un unico organismo, da rispettare e difendere. Non siamo delle macchine e i fenomeni psichici lo dimostrano ulteriormente. Se una persona, una pianta, una specie animale muoiono, anche in un paese lontano, questi fatti ci colpiscono ad altri livelli, impoverendo le nostre possibilità di conoscere. Il modello meccanicistico ha portato gravi danni, anche irreversibili, alla nostra vita e a quella del Pianeta: la fisica quantistica e l’ecologia ne hanno dimostrata l’errata visione, ma al cambiamento in favore del modello olistico si oppongono la scienza ufficiale e il potere socio-politico-economico.

Molti scienziati e filosofi, tra cui diversi premi Nobel, riconoscono il nuovo paradigma come 1’unico possibile e lottano per il cambiamento e per l’evoluzione della qualità della nostra vita e di quella del Pianeta, da cui dipendiamo. Il prezzo pagato è altissimo e aumenta ogni giorno. I problemi che dobbiamo risolvere, come dice il fisico Fritjof Capra, sono problemi sistemici del pianeta, come la sovrappopolazione, la fame del terzo mondo, l'aumento di povertà nel mondo industrializzato, la desertificazione, l’ estinzione di specie animali e botaniche, l’inquinamento dell’ambiente, la bioetica e la sopravvivenza della specie umana in una simile prospettiva di vita, che protegge un sistema economico così poco civile da seguitare a privilegiare pochi a scapito di molti e mette a rischio gli equilibri che regolano la natura.

Già negli anni Settanta Willis W. Harman, direttore del Centro per gli Studi di Politica Sociale all’Istituto Stanford, parlando della necessità di adeguarsi al modello di vita olistico, dichiarava:

«E’ stato nel nome della scienza che le basi trascendentali dei valori umani si sono via via erose, lasciando gli USA e le nazioni progredite prive di una guida che non fosse la crescita a tutti i costi, che ci ha condotti all’attuale crisi sociale ed ecologica Così quando i fenomeni della ricerca psichica sfidano, come stanno facendo, il paradigma scientifico dominante in realtà affrontano anche il paradigma sociale dominante. Se diverrà dominante il nuovo paradigma collegato al fenomeno della ricerca psichica avremo lo spostamento da un orientamento per lo sviluppo materiale a una società basata
sull’apprendimento e la programmazione guidata da un’etica ecologica ed autorealizzativa lo sviluppo di una scienza aperta rivolta verso l’esplorazione delle esperienze soggettive; l’emergenza della corporazione come principale forma istituzionale in cui gli individui potranno ricercare l’autorealizzazione con basi di legittimità radicalmente nuove; l’adozione di una politica della piena occupazione, basata sul bisogno umano di una realizzazione nel lavoro; l’assunzione dell’educazione come processo vitale intimamente collegato al lavoro e non andare incontro alle richieste di un sistema economico intossicato dal proprio sviluppo».

Nella rivoluzione scientifica-filosofica-culturale in atto, si delinea oggi una nuova connotazione sociale, simile a quella della lotta contro la povertà e la fame delle più grandi rivoluzioni popolari. Siamo di fronte alla presa di coscienza di parte della "gente comune", che da tempo ormai ha cominciato a scegliere con quali medici e con quali medicine curarsi, (in Italia sopportandone i costi, poiché il sistema sanitario vigente non dà possibilità di scelta, né rimborsi mutualistici), adottando sempre di più medicina e tecniche naturali ed energetiche. Oggi si comincia a dover combattere anche per il diritto di scegliere il cibo con cui nutrirsi, per salvaguardare la propria salute e la propria sopravvivenza, qualcosa nel modello meccanicistico sta già cambiando.

Dobbiamo informare e vedere gli aspetti negativi di cui siamo vittima e carnefici, quelli che rispondono alla parte deteriore della logica consumistica, che considera l’uomo comune un "Vuoto a perdere".
Vogliamo dare ascolto a chi sottolinea lo "stato di fatto" della mancata diffusione di ricerche e di metodi utili ad affrontare e vincere i vari veleni, generalmente non richiesti, con cui viviamo? O vogliamo continuare ad abbassare la testa ed accettare i quattro nuovi comandamenti?

1. Se non ti ammali sei pericoloso
2. Se non compri più di ciò che ti serve sei perdente
3. Se hai delle idee tue sei rivoluzionario
4. Se hai sensazioni paranormali sei pazzo.


(Umberto di Grazia - pubblicato su coscienza.org e altrogiornale.org)
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Re: La rivoluzione olistica

Messaggioda zoon » lunedì 20 aprile 2009, 20:35

io credo che allo stato attuale dell'umanità (nemmeno lontanamente postumanità e forse con qualche accenno di transumanità) non ci sia una teoria universale in grado di spiegare cosa stiamo facendo, cosa sia giusto o sbagliato fare o pensare. ogni pensiero è, alla fine, atto di fede: in qualche forma sovrannaturale di trascendenza o nella scienza dimostrata (ovvero nella decodifica del reale, parametro quest'ultimo che rimane sempre un metro di misura opinabile). in questo modo noi ci formiamo delle opinioni che ci portano dove vogliamo. ogni realtà può esser vera.

tuttavia, quando si afferma che alcuni premi nobel fanno questo o pensano quell'altro, sarebbe sempre buona norma citare cosa e dove, come e quando. così come quando si dice che la fisica quantistica dimostra questo o quello, è sempre buona norma citare i passi incriminati, così da avviare una discussione sana che, invariabilmente, credo fortemente non porti a nulla, perché tutti rimarranno delle proprie idee e perché esse rifletteranno le proprie inclinazioni; in ogni caso, per dovere di completezza, non si può rimanere vaghi, pena il decadimento della dialettica che si vuole innescare.

cosa voglio dire con tutto ciò? imho, non abbiamo ancora capito nulla di quello che abbiamo intorno e da cosa siamo veramente costituiti, e forse non c'è proprio nulla da capire. siamo lontani anni luce da qualsiasi comprensione risolutiva, siamo ancora uomini delle caverne e la nostra limitata capacità cerebrale fa la differenza. spero soltanto nei postumani, che avranno capacità elaborative sorprendentemente superiori alle nostre...
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Re: La rivoluzione olistica

Messaggioda Evertrip » mercoledì 22 aprile 2009, 14:37

Sì, d'altronde l'ermeneutica contemporanea lo sottolinea: noi interpretiamo soltanto il reale, non lo comprendiamo a fondo, ma guardiamo solo un lato dell'aspetto. In ogni caso il testo che ho citato mi è piaciuto perché pone un interessante applicazione delle teorie olistiche (che fino ad ora hanno fatto presa solo sulla descrizione dell'universo con Bohm e la descrizione del cervello con Pribram) anche sull'organismo della società.
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Re: La rivoluzione olistica

Messaggioda zoon » mercoledì 22 aprile 2009, 17:03

sottintendendo che tutto pare essere un organismo vivo, direi. no? d'altronde, le stesse tecniche euristiche vengono applicate pure nelle borse di mezzo mondo, facendo apparire quel mondo strano come governato da regole statistiche ben precise. a me questa cosa ha sempre affascinato...

però ecco, come tante altre voci considerate, tutto va pensato sempre a livello di teoria. credo sia una premessa da fare ogni volta.
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