Specificità letteraria del cambiamento: NIE e connettivismo

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Messaggioda Logos » mercoledì 4 giugno 2008, 15:44

Ragazzi,

beh.. grazie ad X per le belle parole.. un orso come me si imbarazza sempre un po'..

Lieto (e sorpreso) della risposta di Wu Ming, credo che fosse necessario spazzar via i dubbi (che mi sembra di non essere stato l'unico ad avere) sulle finalità dell'intervento di WM1. Accomunare scrittori di successo e "televisivi" ma fra loro piuttosto differenti (Lucarelli con Saviano, Eco con Genna) faceva pensare che sotto ci fosse un intento "commerciale", che era importante smentire.

Un intento aristocratico di riunire in una definizione vasta e a maglie larghe gli autori eticamente e intellettualmente validi escludendo così la gran massa di autori di serie B, una definizione più in negativo (contro qualcuno) che in positivo (per reale comunanza di caratteristiche).

A mio parere uno degli aspetti lodevoli della riflessione di WM1 è il coraggio di parlare di Letteratura Italiana, il coraggio di dire che "contemporaneamente" esiste una letteratura scritta in italiano e non solo (come a lungo è sembrato) una serie di testi, autori, interventi fra loro scollegati ed indipendenti. C'è un sostrato comune, una strada condivisa che autori (fra loro non immediatamente identificabili) stanno percorrendo ed è proprio questa strada ad essere Letteratura Italiana Contemporanea. All'interno della LIC possiamo immaginare di restringere le maglie dei raggruppamenti, dei movimenti e delle wave: Nie, Connettivismo ed altri, camminanti diversi lungo la medesima via.

Io quindi alzerei il piano, a mio parere che le caratteristiche macro della NIE sono le caratteristiche della LIC mentre le caratteristiche hard e micro della Nie la definiscano come genere condiviso e consapevole.

Connettvismo e NIE sono dunque fratelli (in seth?) e figli della stessa madre, la LIC. LIC che è figlia a sua volta della storia contemporanea italiana e del comune sentire degli italiani.

Qui mi fermo anche perchè io mi intendo di Connettvismo, nulla di Nie e un pochino di Letteratura Contemporanea.

Sarebbe interessante alzare ulteriormente il piano e vedere se a livello europeo, americano e infine mondiale assistiamo a meccanismo simili o se addirittura tutta la Letteratura Mondiale Contemporanea risponde ed esprime le medesime esigenze esistenziali, storiche, sociali e morali osservabili ed osservate in Italia.

Ciao

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Messaggioda dottoreinniente » mercoledì 4 giugno 2008, 16:32

E' sempre bello ricevere risposte per ampliare la propria conoscenza di un fenomeno... Il pericolo "commerciale" esiste ed esisterà sempre, secondo me: spetta al lettore saper discriminare (nel senso positivo e non malvagio del termine; come in una sorta di "Romanzo discriminale", passatemi la battuta :) ) e raccogliere i SEGNI sparpagliati anche lì dove sembra ci sia deserto culturale e banalità. Non demonizzare ma leggere.
L'arte (quindi anche la letteratura) metabolizza e rappresenta sotto altre forme la realtà fisica, storica e interiore dell'artista.
Shostakovich compose la sinfonia n.7 per "spiegare" a suo modo l'assedio di Leningrado da parte delle truppe naziste.
Sì, è vero: il documento di Wu Ming è coraggioso.

Vi lascio con le parole di Walter Benjamin (anche se si riferiscono al prodotto "rivista", sono applicabili alla letteratura in generale):

«La vera destinazione di una rivista è rendere noto lo spirito della sua epoca. L'attualità di questo spirito è per essa più importante della sua stessa unità o chiarezza e perciò una rivista sarebbe condannata - al pari di un giornale - all'inessenzialità, qualora non si configurasse in essa una vita abbastanza potente da salvare, col suo assenso, anche ciò che è problematico. Infatti: una rivista, la cui attualità non abbia pretese storiche, non ha ragione di esistere.»


Doc.
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Messaggioda X » giovedì 5 giugno 2008, 23:11

Logos ha scritto:Lieto (e sorpreso) della risposta di Wu Ming, credo che fosse necessario spazzar via i dubbi (che mi sembra di non essere stato l'unico ad avere) sulle finalità dell'intervento di WM1. Accomunare scrittori di successo e "televisivi" ma fra loro piuttosto differenti (Lucarelli con Saviano, Eco con Genna) faceva pensare che sotto ci fosse un intento "commerciale", che era importante smentire.

Un intento aristocratico di riunire in una definizione vasta e a maglie larghe gli autori eticamente e intellettualmente validi escludendo così la gran massa di autori di serie B, una definizione più in negativo (contro qualcuno) che in positivo (per reale comunanza di caratteristiche).


Qui, come ben sai, non mi vedi d'accordo al 100%. La voglia di sperimentare non mi abbandona mai, ma un passo avanti verso il lettore (non verso la massa dei lettori, ma verso il lettore soggetto unico) richiede anche l'umiltà di sapere dosare le proprie pretese.

C'è un tempo per tutto. E c'è una misura per tutte le cose.

Per capirlo basta il confronto con il lettore (sempre lui, soggetto unico ma volubile, che assume di volta in volta una faccia e una voce nuova, ma resta sempre unico, una singolarità... la massa, quando viene, viene dopo): la mia prima antologia non mi ha riservato praticamente brutte sorprese, ma con il romanzo è stato diverso. Man mano che cresce il numero di intelletti e caratteri che si confrontano con quello che scrivi, aumentano le sberle: sono due grandezze direttamente proporzionali. Io, di quelle rimediate, una certa quantità non l'ho ancora capita. Ma quelle che ho capito qualcosa hanno mi hanno insegnato: forse non hanno avuto un forte influsso su quello che scrivo adesso, ma su come lo faccio sicuramente sì.

Non si tratta di concessione al mercato, ma di prospettiva del messaggio. L'alternativa a discutere tra di noi di critica letteraria e dilettarci sul veicolo migliore per un certo messaggio, è provare ad aumentare la ricettività di quel messaggio. E valutare il dato sperimentale di quella ricezione.

Non a caso Wu Ming 1 esalta il carattere avventuroso come una delle componenti caratterizzanti del NIE.

Logos ha scritto:Sarebbe interessante alzare ulteriormente il piano e vedere se a livello europeo, americano e infine mondiale assistiamo a meccanismo simili o se addirittura tutta la Letteratura Mondiale Contemporanea risponde ed esprime le medesime esigenze esistenziali, storiche, sociali e morali osservabili ed osservate in Italia.


Il primo problema è riprenderla, una letteratura italiana. Io sono fermo a Se una notte d'inverno un viaggiatore (il più postmoderno dei romanzi italiani che ho letto). Dopo c'è un buco di 15 anni che va a ricongiungersi proprio con Evangelisti e - ebbene sì - con Catani. A proposito, preparatevi a vederne delle belle quando uscirà il suo Quinto Principio. Lo dice uno che il "romanzone" se lo è letto: e non mi stupirebbe se entrasse di diritto nel novero dei lavori NIE.

Un caro saluto,
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Messaggioda X » giovedì 5 giugno 2008, 23:20

dottoreinniente ha scritto:Vi lascio con le parole di Walter Benjamin (anche se si riferiscono al prodotto "rivista", sono applicabili alla letteratura in generale):

«La vera destinazione di una rivista è rendere noto lo spirito della sua epoca. [...]»


E' proprio quello su cui abbiamo pensato fin da subito si soffermarci con BHS, il nucleo del nostro intervento, che in queste ore si va arricchendo del contributo di 7di9.

A presto!
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Messaggioda Logos » sabato 7 giugno 2008, 13:52

X ha scritto:Qui, come ben sai, non mi vedi d'accordo al 100%. La voglia di sperimentare non mi abbandona mai, ma un passo avanti verso il lettore (non verso la massa dei lettori, ma verso il lettore soggetto unico) richiede anche l'umiltà di sapere dosare le proprie pretese. X


Lo so, hai maledettamente ragione, ne parlavo anche con Tonani a Modena esono consapevole che per essere un Autore serve ascoltare il Lettore, dar lui ciò che desidera. E non è commercializzazione è intelligenza di veicolare i propri contenuti in forme accettabili da chi legge.
E' la comprensione di quale bocca mangerà ciò che gli offrirai in pasto.
Ed è forse per questo che non sono un Autore ma un semplice scrivente che si fa trip in mondi che non escono dalla sua stanza...

X ha scritto: la mia prima antologia non mi ha riservato praticamente brutte sorprese, ma con il romanzo è stato diverso. Man mano che cresce il numero di intelletti e caratteri che si confrontano con quello che scrivi, aumentano le sberle: sono due grandezze direttamente proporzionali. Io, di quelle rimediate, una certa quantità non l'ho ancora capita. Ma quelle che ho capito qualcosa hanno mi hanno insegnato: forse non hanno avuto un forte influsso su quello che scrivo adesso, ma su come lo faccio sicuramente sì.X


Neppure io ho capito alcune delle critiche che ti sono state rivolte... esiste una sfera di totale libertà dell'Autore, sfera in cui si radica la sua unicità, il suo personale stile, il suo essere "originale". Il rischio è un livellamento verso il basso e un'uniformità quasi meccanizzata dello scrivere.


X ha scritto:Il primo problema è riprenderla, una letteratura italiana. Io sono fermo a Se una notte d'inverno un viaggiatore (il più postmoderno dei romanzi italiani che ho letto). Dopo c'è un buco di 15 anni.X


Letto su tuo consiglio.. odio Calvino.. ha pensato prima di me tutte le idee che io avrei voluto pensare. Consiglio: I Fiori Blu di Queneau... sognarsi o essere sognati?

Stammi bene e a presto.

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Messaggioda X » domenica 8 giugno 2008, 23:26

Logos ha scritto:Lo so, hai maledettamente ragione, ne parlavo anche con Tonani a Modena esono consapevole che per essere un Autore serve ascoltare il Lettore, dar lui ciò che desidera. E non è commercializzazione è intelligenza di veicolare i propri contenuti in forme accettabili da chi legge.
E' la comprensione di quale bocca mangerà ciò che gli offrirai in pasto.
Ed è forse per questo che non sono un Autore ma un semplice scrivente che si fa trip in mondi che non escono dalla sua stanza...


Gli Autori, lì fuori, sono davvero pochi. Io la considero, come dicevo, una strategia di ottimizzazione, tendente a massimizzare il risultato.

Letto su tuo consiglio.. odio Calvino.. ha pensato prima di me tutte le idee che io avrei voluto pensare. Consiglio: I Fiori Blu di Queneau... sognarsi o essere sognati?


Ho ancora Murakami che mi aspetta. Ma seguirò anche questo suggerimento :wink:

Grazie!
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Messaggioda BHS » martedì 10 giugno 2008, 12:27

Credo proprio, caro Logos, che ci converrebbe fare come il Duca D'Auge, uscire dalla nostra torre e considerare la situazione storica... ;-)
Quanto più la necessità viene a essere socialmente sognata, tanto più il sogno diviene necessario. Lo spettacolo è il cattivo sogno della società moderna incatenata, che non esprime in definitiva se non il suo desiderio di dormire. Lo spettacolo è il guardiano di questo sonno.
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Il punto della situazione

Messaggioda X » lunedì 16 giugno 2008, 22:26

Ed ecco su Carmilla l'intervento ampliato, con l'approfondimento delle ipotesi di lavoro che facevamo con BHS e l'inclusione delle considerazioni di 7di9.

Restiamo in attesa dei vostri commenti e, eventualmente, di ulteriori sviluppi. Sul forum e su Next-Station.org.

Hasta siempre,
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Re: Auge

Messaggioda Logos » lunedì 16 giugno 2008, 23:53

BHS ha scritto:Credo proprio, caro Logos, che ci converrebbe fare come il Duca D'Auge, uscire dalla nostra torre e considerare la situazione storica... ;-)


Che non è tanto buona, caro BHS...

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Messaggioda dottoreinniente » martedì 17 giugno 2008, 16:15

Un ottimo documento, ragazzi! Complimenti ai tre autori...
Le commistioni sono innegabili e ho apprezzato il necessario riferimento a questo tipo di ricerca letteraria "anti-Ventennio"...
Il controllo paventato da Orwell è già in atto, quindi solo attraverso tali strumenti scritturali possiamo mantenere alta un'analisi socio-culturale capace di evitare il pieno successo della "dittatura bianca".

p.s.: io personalmente ho vissuto l'incontro tra Bush e Benedetto XVI come il coronamento di questa condizione globalizzata e resa agevole anche dalla cancellazione di una valida opposizione.

Scusate forse sono OT...

Saluti connettivi, Doc.
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Messaggioda X » venerdì 20 giugno 2008, 9:10

dottoreinniente ha scritto:Un ottimo documento, ragazzi! Complimenti ai tre autori...
Le commistioni sono innegabili e ho apprezzato il necessario riferimento a questo tipo di ricerca letteraria "anti-Ventennio"...


Grazie Doc! In realtà la ricerca di nuovi codici di espressione, come sappiamo tutti, non si è mai arrestata durante il XX secolo. Prima le sperimentazioni futuriste, poi il surrealismo, il flusso di coscienza che decretò la fine del romanzo come opera statica e monolitica (nella sua concezione ottocentesca), e quindi la rivoluzione postmodernista e i suoi strascichi: cyberpunk, avantpop. La letteratura del Novecento ha cambiato pelle molte volte, e ogni volta ha innescato qualche forma di reazione immunitaria. Alla fine è sembrato, come giustamente rileva WM1 nel suo saggio, che lo stesso postmoderno, nella sua vocazione onnicomprensiva, finisse per far propri vizi e difetti altrui, che originariamente gli erano sconosciuti. Le voci autorevoli che continuano a produrre grandi romanzi postmoderni da maggioranza sono ridotte ormai a minoranza.

Gibson è l'unico che ho seguito costantemente in questi anni. Vonnegut, pace all'anima sua, aveva abbandonato il romanzo già da diversi anni. DeLillo l'ho perso con Underworld e onestamente non so se nel dopo-11 settembre abbia conservato la sua freschezza. Sono curioso di vedere Against the day di Pynchon, appena uscirà in Italia.

Ma che in Italia si tentino esperimenti coraggiosi, capaci di alimentare un dibattito critico non sulla singola opera ma sul complesso degli esiti di questi anni, è un buon segno.

p.s.: io personalmente ho vissuto l'incontro tra Bush e Benedetto XVI come il coronamento di questa condizione globalizzata e resa agevole anche dalla cancellazione di una valida opposizione.


Pensiero unico omologato. Quello che citi è solo un esempio. Non ne mancano di nuovi, di giorno in giorno.

Ciao!
X
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Messaggioda Abate » venerdì 20 giugno 2008, 11:41

Ciao X! Magari hai notizie su quando uscirà in italia Against the day?
Un salutone dall'abate
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Messaggioda X » venerdì 20 giugno 2008, 18:33

Abate ha scritto:Ciao X! Magari hai notizie su quando uscirà in italia Against the day?


Mistero... Secondo Unilibro usciva... oggi! :shock:

Faccio un salto in libreria per sincerarmi...
X
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Messaggioda Abate » venerdì 20 giugno 2008, 19:18

MALEDETTO! E NON MI DICI NIENTE?
SPETTAACOOLOOO!
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Messaggioda X » lunedì 23 giugno 2008, 17:05

Ma neanche io ne sapevo niente... Considerando che per tradurre L'AdG c'erano voluti anni, ritenevo che per CiG, che dovrebbe essere lungo quasi il doppio, saremmo stati tranquilli fino alla Singolarità. A quel punto vagheggiavo già di spararmene una flusso-copia in caratteri ipnagogici. Mi sa che lo leggerò invece sulla cara vecchia carta, ma con calma (e per calma intendo: non prima dell'anno prossimo, se anche dovesse uscire domani... :wink: ).

Un abbraccio,
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