Round Robin Story: Connessi!

Letture e recensioni dei racconti pubblicati.

Moderatori: X, 2x0

Messaggioda Abate » lunedì 9 luglio 2007, 21:19

Molto bene che la cosa riprende vigore:-)
Buon lavoro ragazzi!
Un salutone dall'abate
Abate
 
Messaggi: 301
Iscritto il: venerdì 15 settembre 2006, 12:43
Località: amiens,1905

Messaggioda Darkyo » mercoledì 11 luglio 2007, 18:41

Ragazzi, rieccomi!
Scusatemi infinitamente per l'attesa e la mancanza di notizie. Tutto risolto.
:oops:

C'è ancora un posticino per me?!?


Io sono pronto a riprendere... o meglio a incominciare! :wink:
Darkyo
 
Messaggi: 58
Iscritto il: martedì 27 marzo 2007, 0:07

Messaggioda X » giovedì 12 luglio 2007, 10:14

Darkyo ha scritto:Ragazzi, rieccomi!
Scusatemi infinitamente per l'attesa e la mancanza di notizie. Tutto risolto.
:oops:

C'è ancora un posticino per me?!?


Bentornato Darkyo! Certo che c'è posto, ma stavolta per favore lasciaci il tuo indirizzo fisico. Qualche amico in zona da mandare a citofonarti lo troviamo... :wink:

Darkyo ha scritto:Io sono pronto a riprendere... o meglio a incominciare! :wink:


Ottimo! Rimettiamoci al lavoro, allora. Avevamo ripreso il discorso in privato con Evertrip. Se per lui va bene potete tornare al lavoro, liberi di tenere o meno la proposta narrativa che avevo avanzato (e che Evertrip magari ti girerà).

A presto!
X
Ho sognato una tempesta concettuale forza cinque che soffiava sulla realtà devastata. - Jean Baudrillard

uno Strano Attrattore
X
 
Messaggi: 828
Iscritto il: mercoledì 26 luglio 2006, 23:04
Località: Singularity Sky

Messaggioda Evertrip » giovedì 12 luglio 2007, 17:01

Oh, rieccoti qui! :)) bene, stavo per svelare il segreto di ISSE ad X sei arrivato in tempo!

Vado subito a cotnrollare il pezzo che mi hai mandato ;)


hasta la victoria ad vitam
Feel the Macrocosm
METATRONE blog
EVERTRIP.TK
Avatar utente
Evertrip
 
Messaggi: 343
Iscritto il: venerdì 15 settembre 2006, 22:48
Località: Salento

Messaggioda Darkyo » martedì 17 luglio 2007, 22:27

Come promessovi, dopo le consuete peripezie universitarie, eccomi a voi con il primo pezzo... buona lettura...
Evertrip, mi sa che adesso è tutto nelle tue mani! :)
Darkyo
 
Messaggi: 58
Iscritto il: martedì 27 marzo 2007, 0:07

Messaggioda X » venerdì 20 luglio 2007, 9:52

Darkyo ha scritto:Come promessovi, dopo le consuete peripezie universitarie, eccomi a voi con il primo pezzo... buona lettura...
Evertrip, mi sa che adesso è tutto nelle tue mani! :)


Bene bene bene... Mi scuso con Darkyo e con tutti gli altri se rispondo solo ora. Non ho ancora trovato 5 minuti per leggermi con calma il nuovo contributo, ma conto di farlo entro stasera.

Ora vi scrivo per una comunicazione di servizio. Visto l'improvviso infittirsi degli impegni e delle scadenze, non potrò seguire fino in fondo il progetto come avevo promesso all'inizio. Mi dispiace, ma farò comunque di tutto per farvi avere il mio contributo a breve. Come annunciavo a qualcuno, parlerò delle ultime fasi dell'assedio e dell'arrivo dei rinforzi, lasciando poi aperto il finale alle soluzioni che deciderete voi.

Vista la sua familiarità con le tematiche affrontate, nonché la sua esperienza, avrei pensato di lasciare a Simone il coordinamento generale. Provvederà a vigilare sulla coerenza del nostro universo narrativo, per evitare eventuali incongruenze.

Allora, Simone, recita con me il giuramento delle Lanterne Verdi:

Nel giorno più splendente, nella notte più profonda
nessun malvagio sfugga alla mia ronda.
Colui che nel male si perde
si guardi dal mio potere, la luce di Lanterna Verde!


E lasciati guidare dal potere dell'anello...

Okay, forse non bisognava arrivare a tanto, ma non si sa mai... 8) Massimo, Dixit, sempre disposti a revisionare il lavoro finale? :wink:

X
Ho sognato una tempesta concettuale forza cinque che soffiava sulla realtà devastata. - Jean Baudrillard

uno Strano Attrattore
X
 
Messaggi: 828
Iscritto il: mercoledì 26 luglio 2006, 23:04
Località: Singularity Sky

Messaggioda dixit » venerdì 20 luglio 2007, 16:19

Oh yeah!
dixit
 
Messaggi: 542
Iscritto il: venerdì 15 settembre 2006, 16:09

Messaggioda Abate » venerdì 20 luglio 2007, 19:00

Giurammento espletato. Ma come ti ho scritto nella mail sarò operativo dai primi di agosto. Domani vado al marel e mis connetto per una settimana:-)
Quindi fate i bravi e... X cerca di non vincere altro in mia assenza:-)
Un salutone a tutti voi 8)
Abate
 
Messaggi: 301
Iscritto il: venerdì 15 settembre 2006, 12:43
Località: amiens,1905

Messaggioda Evertrip » lunedì 3 settembre 2007, 20:53

Okay, ho inserito il nuovo pezzo...
Feel the Macrocosm
METATRONE blog
EVERTRIP.TK
Avatar utente
Evertrip
 
Messaggi: 343
Iscritto il: venerdì 15 settembre 2006, 22:48
Località: Salento

Messaggioda X » venerdì 7 settembre 2007, 15:34

Okay, se non erro è il mio turno. Dopo un mese di agosto infernale, mi metto sotto e cerco di sfornare qualcosa nel week-end.

Leggasi: cominciate a pensare al finale! :wink:

Au revoir!
X
Ho sognato una tempesta concettuale forza cinque che soffiava sulla realtà devastata. - Jean Baudrillard

uno Strano Attrattore
X
 
Messaggi: 828
Iscritto il: mercoledì 26 luglio 2006, 23:04
Località: Singularity Sky

Messaggioda Evertrip » lunedì 10 settembre 2007, 11:41

Bel pezzo. A chi era affidato l'assalto nella santa sede?
Feel the Macrocosm
METATRONE blog
EVERTRIP.TK
Avatar utente
Evertrip
 
Messaggi: 343
Iscritto il: venerdì 15 settembre 2006, 22:48
Località: Salento

Messaggioda X » lunedì 10 settembre 2007, 11:44

Evertrip ha scritto:Bel pezzo. A chi era affidato l'assalto nella santa sede?


Grazie. Se non erro, dobbiamo concordare tutti insieme l'Apocalisse finale (intesa non come catastrofe, o almeno non solo, ma soprattutto come Rivelazione :wink: ).

A voi la parola, miei prodi!
X
Ho sognato una tempesta concettuale forza cinque che soffiava sulla realtà devastata. - Jean Baudrillard

uno Strano Attrattore
X
 
Messaggi: 828
Iscritto il: mercoledì 26 luglio 2006, 23:04
Località: Singularity Sky

Messaggioda X » mercoledì 12 settembre 2007, 12:34

Dunque, dovrebbe essere on line a breve il prefinale scritto, come da accordi, da Evertrip.

Mi chiedevo se ci fosse ancora qualcun altro in ascolto e se, nell'eventualità il risultato finale ci garbasse, volessimo proporre il racconto (sotto un'unica firma, da definire... tipo Il Gruppo dei 6, o qualcosa del genere) per l'antologia della Kipple?

Attendo feedback...
X
Ho sognato una tempesta concettuale forza cinque che soffiava sulla realtà devastata. - Jean Baudrillard

uno Strano Attrattore
X
 
Messaggi: 828
Iscritto il: mercoledì 26 luglio 2006, 23:04
Località: Singularity Sky

Messaggioda dixit » mercoledì 12 settembre 2007, 13:10

Fatemelo leggere :)
dixit
 
Messaggi: 542
Iscritto il: venerdì 15 settembre 2006, 16:09

Messaggioda Evertrip » mercoledì 12 settembre 2007, 17:39

X ha scritto:Dunque, dovrebbe essere on line a breve il prefinale scritto, come da accordi, da Evertrip.

Mi chiedevo se ci fosse ancora qualcun altro in ascolto e se, nell'eventualità il risultato finale ci garbasse, volessimo proporre il racconto (sotto un'unica firma, da definire... tipo Il Gruppo dei 6, o qualcosa del genere) per l'antologia della Kipple?


Per me va più che bene ;) quanto al nome del gruppo, decidete voi!

Per quanto riguarda il Prefinale vorrei chiarire subito una cosa: manca il pezzo dell'assalto alla città santa, e vorrei concordare con gli altri l' "aggancio" con le idee del mio pezzo. Per cui, chi si sente di voler accollarsi l'onere di aiutarmi, sarà il benvenuto.

Il Prefinale è ambientato nel momento esatto in cui Garibaldi fa irruzione nelle stanze papali.


Eccolo:


ISSE


"...Nella stanza vaticana v’era ogni genere di ricchezza materiale, poltrone in ebano, armadi in stile impero, quadri a olio olandesi, sculture di mezzibusti ritraenti defunti imperatori.
Garibaldi varcò la soglia disgustato, si accarezzò la barba e si pulì il sudore delle fatiche dalla fronte madida e spaziosa.

<< Quanto spreco >> obiettò, mentre avanzava verso il tavolo in legno di noce, a perlustrare fra epistole e appunti; si chiese, con una punta di curiosità, dove il Papa tenesse gli ori rubati al popolo, pur sapendo di non essere lì per razziare, quanto per indagare.
Si soffermò su ogni particolare dell’ampia camera, dedicando ad ogni elemento una razione di secondi, e sperando a una prima occhiata superficiale, di scovare anche una lieve disarmonia. Ma lui era uomo d’azione, e la pazienza talora capitava di venirgli meno. Aveva atteso anni, in luoghi lontani, dal Nordafrica al Sudamerica, e trovate delle occupazioni per far trascorrere il tempo, ma lì, nella tanto agognata Santa Sede, la sua virtù serena tendeva a calargli rapidamente. Aveva affrontato guerre violente e sanguinose in nome della libertà, ma non era mai riuscito - nonostante le numerose vittorie – a portare a termine il suo obiettivo più grande: liberare Roma e lo stesso Regno d’Italia dalla piaga del Vaticano. E ora era lì, con i suoi uomini più fidati, fin dove non era mai riuscito a spingersi, e tutto questo era stato voluto proprio dallo stesso uomo che tempo fa glielo aveva impedito, alla Battaglia di Mentana.

Napoleone III.

Un batter di passi alle sue spalle lo ridestò dai pensieri in cui era immerso. Un urlo assatanato proveniente dalla gola venefica d’un cardinale telegrafò in anticipo il goffo attacco. Uno specchio collocato a destra della stanza rivelò l’oggetto contundente, arma improvvisata dell’avversario: uno sgabello robusto. Nel giro di infinitesimali istanti, la controffensiva fu ben organizzata, sottoforma d’un maglio fulmineo che fu il pugno sinistro del generale. L’urto sulle ossa mandibolari e nasali fu sublime, il colpo deflagrò con la potenza di un cannone, e il risultato fu l’immediata perdita di sensi da parte del prete scarlatto. Lo sgabello cadde con un tonfo, neanche ebbe il tempo di tremare che Garibaldi lo colse per piantarlo sulla carotide dell’avversario, ancora intontito. Quindi si inginocchiò e attese il suo risveglio, incoraggiandolo con qualche schiaffo sulle guance candide.

<< C’è un segreto, in questa stanza >> iniziò << E tu me lo dirai, se ci tieni alla gola. >> detto questo, esercitò discreta pressione sull’oggetto in legno. Ovviamente, bluffava.

Ma l’uomo di chiesa non riuscì a formulare frasi chiare, con la trachea mezza occlusa, e gli riuscì solo di tossicchiare sommessamente, impaurito.
Il guerrigliero tolse un po’ di peso alla schiacciante tortura, in attesa che col fiato gli tornassero le parole.

<< Non mi fai paura, massone…>> ridacchiò << Il Signore Dio mi salverà, relegando te e i tuoi demoni di metallo nelle fiamme dell’Inferno! >>

<< Sia chiaro, mio caro >> qui riesercitò maggiore pressione << Non ho problemi a stringere sodalizi con demoni, in una società dominata da despoti della vostra genìa. >> il monaco tornò a soffocare, dolorante in viso. Alla fine, rosso in volto, fece cenno con una mano munita d’anelli d’oro di fermare il supplizio. Così fu.

<< Cerca ISSE… >> tossì, rauco <<…ISSE è la chiave…>>

Garibaldi fece per chiedergli il significato di quella parola, quando alcune guardie entrarono di soppiatto con i fucili. Scostandosi di poco, gli spari andarono a finire sul corpo del cardinale. Il Leone della Libertà scattò in un atrio attiguo, rintanandosi dietro una parete. “Maledizione” pensò, sentendosi come un animale in trappola.
Alcuni urli di battaglia fecero eco in fondo: i suoi carbonari stavano arrivando, ma doveva guadagnare qualche istante. Fortuna volle che la stanza in cui era andato a ripararsi altro non fosse che la camera da letto del Papa. Veloce, estrasse la pesante coperta dal talamo e la buttò sulle due guardie armate, le quali furono colte impreparate, consumando altri spari a casaccio.

<< Sono qui! >> urlò Garibaldi, sentendo dei passi vicini.
Torme di carbonari corsero dentro facendo fuoco sui due soldati, ammazzandoli sul colpo. Il drappo improvvisato ricadde sui loro cadaveri. La calma ritornò a regnare.

<< Tutto bene? >> domandò uno di loro. Garibaldi annuì, superandoli e tornando nella stanza principale. Afferrò con forza uno degli armadi pregiati, buttandolo a terra dopo estenuanti sforzi. Il tonfo assordante fece uscire un po’ di polvere, fra le assi lignee spaccate; i carbonari si domandarono cosa volesse fare, mentre la furia si accaniva su una libreria.

<< Non abbiamo tempo per…>>

<< Aiutatemi a spostare questo! Forza! >> l’interruppe il guerrigliero. L’operazione continuò finché non ebbero messo a soqquadro l’intera stanza. Scrittoi, mobilie, armadi, tutto fu gettato a terra. Alché, l’eroe dei due mondi iniziò a ispezionare il retro dei singoli mobili, per poi passare ad osservare i singoli muri. Non sembrò soddisfatto.

<< Cosa stiamo cercando, precisamente? >>

<< Qualcosa che stoni. Ben nascosta. >> fu molto sintetico, ma i suoi uomini lo capirono, concentrandosi sulla ricerca.
Un’ora dopo, Garibaldi scovò delle piccole incisioni su un muro, molto sospette.

<< Aspettate! >> fermò tutti. Scostò col palmo un po’ di polvere residua, e lesse.

…“ISSE”

C’erano altri segni, accanto a ognuna di quelle enigmatiche lettere, ma erano mezzi cancellati, quindi intraducibili. Forse era una pista, ma troppo vaga per essere davvero la chiave di qualcosa…Era certo che dal prete non avrebbe avuto ulteriori indizi, ridotto com’era. Marcisca pure all’inferno che merita, assieme al pazzo di Roma, pensò la camicia rossa.

Con la mano saggiò l’intonaco bianchiccio, mezzo annerito da polvere e umidità. Le sue dita incontrarono subito un rilievo appena percettibile sulla parte superiore alle lettere. Si bloccò, bussando una, due volte. Quella parte del muro faceva un rumore sordo, differente: era cavo. Afferrò da terra un pezzo di legno, col quale colpì il punto specifico. Insistette, scalfendolo e crepandolo fino a sbriciolarlo. Dietro la fenditura c’era un riquadro largo venti centimetri per lato, scavato con precisione e presumibilmente intonacato in tempi recenti. Gli uomini osservarono attoniti le gesta arcane del battagliero.

Era troppo scuro per vedervi dentro. Con una mano scivolò nel buco, facendovi entrare mezzo avambraccio. Non potendo osservare direttamente l’oggetto nascosto, fu costretto a fidarsi del tatto.

<< C’é…c’è come una leva…>>

Un click improvviso, un sistema automatizzato di pesi e organi meccanici occultati fece il resto, e dalla camera da letto provenne uno strano rombo. Garibaldi e i suoi uomini corsero sul posto, notando uno scenario mutato: il letto aveva dei solidi perni laterali nascosti sulla base, che sui quali potè ruotare all’indietro di centottanta gradi, per scomparire sotto il pavimento. Al suo posto, comparve una scalinata che agevolava la discesa nelle profondità del palazzo. Eccitati, avanzarono all’interno di quel passaggio inutilizzato da chissà quanto.
In linea verticale, l’intero “tunnel” privo di finestre doveva risultare invisibile e inaccessibile dall’esterno, un gioco architettonico studiato a regola d’arte da qualche libero muratore corrotto, pensò Garibaldi, mentre scendeva con i suoi uomini nelle viscere dell’edificio percorrendovi tutta l’anatomia buia. Ad un certo punto, non si riuscì più a vedere il fondo. Garibaldi osò avanzare ancora finché non appoggiò il peso del piede sopra un falso gradino, il quale abbassandosi provocò un nuovo spostarsi di congegni elaborati; l’effetto che se ne ebbe fu spettacolare: file di strane lanterne disposte ai lati si illuminarono tutte insieme fino ad un imprecisato abisso, tenute accese da un sofisticato apparecchio di pietre focaie e gas infiammabile, contenuto nei coperchi di vetro chiusi ermeticamente. Il cuor si fece stupore non appena, terminata quella lunga e noiosa camminata, raggiunsero la fine dei gradini: ad accogliere gli impavidi c’era una magnifica sala non troppo illuminata, ampia una settantina di passi per lato, all’apparenza cubica.
E al centro dell’enorme sala c’era un idolo gigantesco ritraente il volto inconfondibile di Bafometto.

Era alto tre metri, con uno sguardo minaccioso temprato dal ferro battuto, avente in sé attributi osceni di uomo e di donna, con grandi ali nere.
Solo Garibaldi ebbe modo di riconoscerlo, avendo avuto modo di guardarne un incisione trafugata nottetempo dal suo fidato maestro Arena.

<< Santo Cielo! Il Papa stringeva patti con il Diavolo stesso! >> si spaventò uno dei suoi uomini.

<< Non è il diavolo. >> osò dire Garibaldi << E’ un idolo pagano che simboleggia il potere dei due sessi. I Templari lo adoravano e furono arsi sul rogo… >> mentre ne parlava, echeggiavano nella sua mente gli insegnamenti del suo dotto istruttore.

<<E’ dunque questo, il segreto del Vaticano? >> domandò perplesso un altro carbonaro.

<< Non ne sono convinto. >> disse Garibaldi << C’è dell’altro. Qualcosa di veramente spaventoso, celato in questa grotta smussata. >>

<< Napoleone non ha voluto svelarti l’obiettivo delle nostre ricerche? >> chiese un altro.

<< Mi ha accennato qualcosa, nelle istruzioni. Parlottava di porte chiuse e misteri antichissimi. Ha aggiunto un paio di dettagli circa la vita del Cristo Salvatore… >>

Ognuno tacque. L’attenzione fu magnetizzata da un particolare: una delle lanterne a gas che illuminavano la zona era più grande di tutte, e aveva una forma particolare, munita di quattro bracci. Inoltre non sembrava illuminare l’idolo nero, ma un punto imprecisato a terra, dietro di esso. Garibaldi e i suoi vi passeggiarono attorno, arrivando alle sue enormi spalle di metallo, nel punto illuminato dalla croce di luce. Non c’era niente di particolare.
Poi a qualcuno venne in mente di alzare la testa e osservare il dorso della mefitica statua. Ognuno indicò attonito dei piccoli marchi fra le scapole di ferro: erano caratteri in latino.

<< “ISSE” >> lesse Garibaldi. La parola sembrava tornare con prepotenza, quasi intendesse imporsi come segnale ufficiale, dignitario del santo segreto. Lo aveva già ripetuto il cardinale prima di morire: “ISSE è la chiave”.
Cosa poteva significare? Il guerrigliero salì sul piedistallo dell’idolo arrivando a sfiorargli con le mani le grandi scapole, sotto le quali era stata intagliata a rilievo l’iscrizione. Provò a premere le lettere senza produrre risultati, passò le dita su tutta la superficie in cerca di discrepanze, poi esaminò le ali. Appena ebbe modo di toccare la sinistra, notò che era possibile ruotarla, e così fece, muovendola in senso antiorario. Rumori di fondo suggellarono le supposizioni di Garibaldi, e un varco enorme si aprì sul pavimento dietro la statua, nel punto evidenziato dalla lucerna. Gli uomini, terrorizzati, scapparono tutti sul piedistallo dell’idolo, finché il meccanismo non ebbe terminato di spalancare la fessura. Ciò che videro superava ogni immaginazione.

All’apparenza sembrava un banale sudario ammuffito, teso in ogni estremità da pinze piatte di braccia metalliche, un volgare antico tessuto color ocra…Ma l’immagine che era rimasta impressa sopra da migliaia di anni indusse tutti i presenti a farsi il segno della croce. Garibaldi rimase a bocca aperta.


<< La…Sindone… >> balbettò. Non sbagliava: quella che aveva davanti era il sudario nel quale il corpo defunto del Salvatore era stato avvolto, dopo la deposizione. Tutti scesero a terra a contemplarla da vicino.

<< Tutto questo è assurdo! La Sacra Sindone oggi si trova a Torino! >> protestò un carbonaro.

<< Cosa ti fa credere che quella sia autentica? >> disse Garibaldi, non riuscendo a togliere gli occhi dalla reliquia. La sua espressione era fra il sorpreso e il reverenziale, il cuore gli batteva forte in petto. Come potevano aver avuto il coraggio di nascondere la reliquia originale in questi sotterranei?
Mentre pensava, Garibaldi fissò la statua, inquadrando la schiena. Ritornò sul piedistallo e prese a spolverarla a mani nude. Insistette, finché non uscirono allo scoperto altre lettere, disposte verticalmente all’iscrizione ISSE. Inferiormente a ciascuna dei quattro segni, ne erano stati coperti altri: sotto la “I” c’era una “N”, e così via. Ne uscirono fuori lettere smezzate.

“In Si……S…ot…Erant”

Quella parola, ISSE, era dunque l’acronimo di un messaggio importante! Garibaldi strofinò ancora la schiena dell’idolo di metallo, guardiano di segreti inenarrabili. I soldati osservarono Garibaldi accanirsi su quella bizzarra statua ma non parlarono, un po’ per rispetto, un po’ per curiosità.

<< Ecco, ci siamo quasi… >> fiatò il guerriero, come per metterli al corrente delle sue azioni. Si fermò, esausto. Si voltò a guardare quella strana lanterna a forma di croce che li aveva illuminati. Corse verso di essa, notando una catena penzolare dal lume. La tirò, era direzionante. Fece delle prove, riuscendo a puntare il “fanale” in direzione dell’idolo, sulla scritta stessa. Tornò sul piedistallo a grandi falcate, e fu gioia vedere che aveva ragione. La luce era talmente forte da illuminare i più piccoli interstizi intagliati sotto le lettere. Ora la frase era più leggibile.

<< In…Sindonem… >> lesse a bassa voce. Poi si fermò. La frase era comprensibile, lui il latino lo conosceva abbastanza bene. Ma il significato gli raggelò il sangue. Scese lentamente dal piedistallo per poi sedersi a terra.

<< Cos’ha visto, capitano? >> domandò perplesso un suo uomo. Garibaldi si pulì ancora la fronte, fissando il vuoto. Ad un tratto, volse il capo verso l’alto con uno scatto improvviso.

<< Cos’è stato? >> il suo udito aveva percepito qualcosa.

Uno scoppio all’esterno.

<< Forse sono i nostri rinforzi… >>

<<…Potrebbero essere gli uomini di Crocco. Dobbiamo affrettarci. Voi tornate sopra, io penso alla Sindone. >>

<< Ma, capitano… >>

<< Andate. >>

Gli uomini ubbidirono, lasciandolo solo. Garibaldi non vedeva l’ora di dar battaglia agli infingardi, ma prima c’era un mistero supremo da risolvere. Per una volta nella vita, avrebbe anteposto qualcos’altro all’azione. Si affrettò ad afferrare la catena, direzionando la lucerna in prossimità stavolta del Sudario.

<< Fermo! >> una voce lo fermò, dietro di lui. Era il cardinale. Sopravvissuto ai colpi di arma da fuoco. Ma come…?

Si sollevò la tonaca, mostrando un’armatura in lega d’acciaio.

<< Mi avete solo ferito, non sono ancora morto. >> detto ciò, trasse dai calzoni una pistola, con la quale colpì la gamba di Garibaldi. L’eroe crollò a terra. Il prete rise.

<< Mi fai pena, soldatino. Sei giunto sin qui in cerca di segreti, ma la tua mente è troppo poco sviluppata per comprenderli… >>

<< Vi sbagliate, codardo…Ho ben compreso gli orrori che avete occultato per secoli…>> disse Garibaldi, con una smorfia di dolore, mentre strisciava all’indietro, tentando di raggiungere un muro onde drizzarsi in piedi.

<< Non credo proprio… >> replicò il prete. Il generale lo fissò.

<< …In Sindonem Sephiroth Erant. >> disse, smascherandolo e provocandogli una reazione d’orrore.

<< Che tu sia dannato! Non osare pronunciare quella formula! >> detto ciò, la furia esplose nelle sue mani, in spari ripetuti. Garibaldi evitò magistralmente i colpi, avvicinandosi alla catena. Tirò, e la luce della lanterna a croce colpì negli occhi l’uomo di chiesa, il quale urlò di dolore. Garibaldi si alzò in piedi, corse verso di lui, sguainò il moschetto e glielo piantò nella pancia. La pistola ricadde a terra. Il prete si accorse troppo tardi con la coda dell’occhio, di averlo sparato alla protesi idraulica, ironia della sorte. Rise dei propri errori.

<< E così…hai scoperto il segreto… >> tossì sangue.

<< Non ancora. Cosa centra la Cabala col Corpo di Cristo? >>

Il prete rise, sputando ancora sangue.

<< Dimmelo! Che significato hanno le parole “Nella Sindone c’Erano le Sephiroth” ? >>

<< Un altro…piano d’esistenza…Yetzirah… >>

<< Non ti capisco…spiegati… >>

<< Il Cristo l’aveva capito…come raggiungere Yetzirah…E aveva celato la risposta…dentro il proprio corpo. >>

Garibaldi ebbe un tuffo al cuore. Il monaco lo derise.

<< Raggiungere il Mondo della Formazione…non è da tutti, sai…Con la morte ha solo accelerato il processo…il viaggio… >>

<< Stai mentendo. Non può essere… >>

<< Cristo non era un salvatore, ma un uomo come tutti. Gli siamo grati solo perché…era un eccellente cabalista…aveva scoperto…come raggiungere…l’Eden…il paradiso……Yetzirah… >> il cardinale rimase immobile, e ricadde all’indietro.
Garibaldi aveva estratto la spada dal torace dell’avversario, ormai veramente morto.

Riflettè.

Deliri di un uomo prossimo a morire, o verità nuda e cruda di un passato spaventoso, sul quale poggiano le fondamenta dell’intera Fede Cristiana?

Come Gran Maestro d’Oriente conosceva bene le Sephiroth, il loro ruolo nella Cabala, l’uso e abuso che se ne può fare. Otri di energia collegati da canali energetici detti Arcani Minori. Formavano, tutte insieme, un complesso schema chiamato Albero della Vita. Una struttura che gli antichi ebrei pensavano fosse riprodotta in ogni ente dell’universo, dalle stelle, alla materia, alla natura, al corpo di un uomo. Molti furono gli studi esoterici condotti, nel tentativo di discernere il segreto delle Sephiroth, ma nessuno aveva mai pensato che la risposta la deteneva il Vaticano, nella Sindone stessa. Cristo doveva aver scoperto come attivare le Sephiroth nel fisico umano, e per questo era stato tacciato di eresia. Esse davano un potere in grado di fare miracoli. Ma doveva esser stato furbo, tramandando in qualche modo il segreto ai suoi apostoli, facendosi massacrare volontariamente nei punti giusti. Ogni percossa doveva corrispondere a una Sephirah.

<< Basta congetturare, Giuseppe! >> si disse << E’ il momento di provare che sono tutte sciocchezze! >> così dicendo tirò la lanterna, posizionandola in prossimità del Sudario. Quella luce particolare mise a nudo la verità. Dieci cerchi disposti in tre gruppi verticali comparvero sul tessuto. Il cuore palpitò nel petto dell’eroe…

Un terremoto improvviso destabilizzò il sotterraneo. I bombardamenti stavano arrivando anche lì. Si doveva sbrigare!

Fece per scappare, quando un rumore metallico e un soffio caldo lo incuriosirono dietro di lui. Il telo stava fondendo, e l’energia accumulatasi stava originando qualcosa. Congegni sotterranei antichissimi si mossero, ingranaggi e pompe stavano ridando vita a qualcosa…

L’idolo di Bafometto emise un luccichio dagli occhi. Gli arti superiori si contrassero, mostrando giunture pneumatiche e muscoli idraulici. Quella che prima sembrava un blocco di ferro scolpito si animò con ardore infernale, mosso da strani condensatori e un motore a vapore innestato nel petto, dal quale fuoriuscivano getti di aria calda da centinaia di buchi finissimi.

Esso piegò una gamba, poi l’altra, come un grottesco bebè che mette i primi passi nel mondo, individuando il proprio nemico dai propri sensori fotosensibili, congegni presumibilmente ispirati alle invenzioni di Huygens e Daguerre, due piccole lanterne magiche innestate negli “occhi” in grado di leggere i movimenti esterni tramite un analisi cartesiana-euclidea, e convertirli in informazioni. Queste forse venivano registrate nelle schede perforate all’interno del calcolatore matematico che doveva animare quella abominevole macchina.

In parole povere, la creatura artificiale riconosceva il generale, e non aveva certo buone intenzioni da sviluppare.

Garibaldi estrasse la spada, preso da terrore mistico.

<<Fatti avanti, demonio!>> ma gli bastarono alcuni secondi di analisi per capire che davanti aveva solo una Camicia Ausiliaria un po’ troppo cresciuta.

Indietreggiò di poco.

“Dannato Vaticano, quali spiriti maligni vi hanno insegnato queste diavolerie? Fermerò questo trabiccolo, prima che combini qualche danno!” pensò, guardandosi attorno, in cerca di un’idea…"

Feel the Macrocosm
METATRONE blog
EVERTRIP.TK
Avatar utente
Evertrip
 
Messaggi: 343
Iscritto il: venerdì 15 settembre 2006, 22:48
Località: Salento

PrecedenteProssimo

Torna a Racconti

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 0 ospiti

cron