OIL Peak ed il futuro disconnesso

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OIL Peak ed il futuro disconnesso

Messaggioda AvidBrain » lunedì 29 ottobre 2007, 13:31

http://www.oilcrash.com/italia/olduvai.htm

Una delle teorie più pessimistiche sulla crisi energetica e la conseguente
crisi alimentare /sociale e quella della "gola di olduvai" di Richard C. Duncan

Noto una preoccupante assenza di senso nel trattare di problemi del acarenza energetica , nel senso che tutti i governi si preoccupano di estendere
"il consumo energetico " senza preoccuparsi di cercare valide alternative
all'esurimento dei combustibili fossili.
Considerando tutto ci aspetta un futuro "disconnesso"?
Una civiltà abbandonata a se stessa? Andremo a caccia nelle città?
Useremo reti wi-fi alimentate a pedali?
Cosa ne pensate?
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Messaggioda zoon » lunedì 29 ottobre 2007, 14:40

non credo che l'energia si esaurirà. il fatto che il fossile sia a termine non vuol dire che moriremo, che non avremo l'ausilio di altre fonti energetiche...
zoon
 
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Messaggioda AvidBrain » lunedì 29 ottobre 2007, 15:22

Si il problema però e e un pò piu esteso provo a spiegarmi:
si ha la percezione della crisi non quando l'ultimo barile di petrolio
viene estratto ma quando inizia a scarseggiare , questo sta succendendo
dovrebbe succedere intorno al 2008/2012 per il petrolio.
Il gas ed il carbone separatamente dovrebbero durare intorno ai 70 anni
passati i quali si avrà un gas peak, e un carbon peak.
IL nucleare attuale ( a fissione) non più una fonte rinnovabile perchè
anche l'uranio 235 e derivati hanno un limite di sfruttamento anche se più in là nel tempo (tra i vari modelli alcuni indicano 100 anni circa di autonomia
prima dell'uranium peak)
Le fonti "alternative" come vengono erroneamente descritte hanno dei limiti
strutturali dovuti alla fisica (solare,eolico,geotermico, e biomasse): e comunque non sufficienti a coprire
piu del 16 % del fabbisogno attuale mentre la domanda di energia
è per adesso in crescita esponenziale ( nazioni come la cina e l'india
si stanno velocemente tecnologicizzando).
IL problema è che la quasi totalità di fonti di apporvigionamento di
cibo per esempio sono indirettamente legate al petrolio/ fonte di energia.
Quindi molto probabilmente andremmo incontro ad un radicale cambiamento dello stile di vita.....volenti o nolenti.
Da punto di vista puramente speculativo si possono trarre delle conclusioni
piu interessanti non trovate?
Anche se disgraziatamente non è un futuro da augurarsi
azzardiamo delle ipotesi , il "what if" è un prerogativa della fantascienza no?


Caso pessimistico(uno dei molti):

1)Molto probabilmente ci potrebbero essere comunità abbarbicate ad una
fonte di energia (pensate una sorgente geotermica, una centrale nucleare, una diga), con una chiusura
verso l'esterno estremamente "medioevale", con una capacità
tecnologica però superiore (?), chi detiete la tecnologia adesso
in caso potrebbe detenerla anche in futuro cosi degenere ?
CI sarà una rivalutazione delle caste ?
CI saranno i baroni Monsanto , i Conti Microsoft? ^_^

2)CI Sono e ci saranno delle guerre per il controllo delle fonti primarie
ma nache per il ferro, la gomma, il grano?

3)IN caso di drastica riduzione della popolazione come in accordo
alla "teoria di olduvai", è possibile che ci sia un calo dell'informazione
"veloce" ? Se si ciò provocherà un ritorno della percezione di "mondo
sovranaturale"? Ci sarà un ritorno della religione effettiva rispetto
alla secolarizzazione attuale?
La tecnologia verrà vista come "forma magica"?
Le raffinerie diventeranno cattedrali? ^_^

4) Cosa ne sarà delle reti di comunicazione e di informazione?
Ci saranno migrazioni a cavallo e in bicicletta lungo le autostrade
abbandonate? Ci saranno ancora hackers sparsi per il mondo
che mantengono in vita i routers?




Lo so ho un pò esagerato

:roll:
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Messaggioda zoon » lunedì 29 ottobre 2007, 17:25

infatti, non credo che si verificherà lo scenario che descrivi tu: l'istinto di conscervazione del sistema capitalistico si attiverà assai prima della fine.
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Messaggioda X » lunedì 29 ottobre 2007, 17:26

AvidBrain ha scritto:si ha la percezione della crisi non quando l'ultimo barile di petrolio
viene estratto ma quando inizia a scarseggiare , questo sta succendendo
dovrebbe succedere intorno al 2008/2012 per il petrolio.
Il gas ed il carbone separatamente dovrebbero durare intorno ai 70 anni
passati i quali si avrà un gas peak, e un carbon peak.
IL nucleare attuale ( a fissione) non più una fonte rinnovabile perchè
anche l'uranio 235 e derivati hanno un limite di sfruttamento anche se più in là nel tempo (tra i vari modelli alcuni indicano 100 anni circa di autonomia
prima dell'uranium peak)


Questo dimostra che finché non si troverà la formula di uno sviluppo ecosostenibile, capace di coniugare progresso e risorse, il progresso si configurerà sempre come una corsa cieca verso il muro successivo...

Le fonti "alternative" come vengono erroneamente descritte hanno dei limiti
strutturali dovuti alla fisica (solare,eolico,geotermico, e biomasse): e comunque non sufficienti a coprire
piu del 16 % del fabbisogno attuale mentre la domanda di energia
è per adesso in crescita esponenziale ( nazioni come la cina e l'india
si stanno velocemente tecnologicizzando).


L'India ha cominciato a investire molto nell'eolico. Non è difficile prevedere che con il trend attuale arriverà a imporsi a livello mondiale nel giro di qualche anno. Magari la sua spinta servirà a risvegliare l'interesse degli USA. Il modello danese potrebbe essere esportato in molti altri paesi, come dimostra l'esperienza della Spagna e della Germania (dove ci sono regioni in grado di soddisfare oltre metà del proprio fabbisogno proprio con l'energia eolica). E i paesi africani hanno comprensibilmente risorse analoghe nel campo solare (fotovoltaico o termico). Integrando queste fonti non programmabili con risorse costanti, per esempio l'idroelettrico e il geotermico, in un piano complessivo, non vedrei molte difficoltà, al di là dei tempi pratici di attuazione, per arrivare a sostituire i combustibili fossili.

IL problema è che la quasi totalità di fonti di apporvigionamento di
cibo per esempio sono indirettamente legate al petrolio/ fonte di energia.
Quindi molto probabilmente andremmo incontro ad un radicale cambiamento dello stile di vita.....volenti o nolenti.


Un cambiamento è comunque auspicabile... E' la necessità stessa di uno sviluppo ecocompatibile a rendere inevitabile una revisione delle nostre abitudini.

Le raffinerie diventeranno cattedrali? ^_^


http://continuum.altervista.org/orizzev.htm

Non era proprio una raffineria, ma... :wink:
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Ho sognato una tempesta concettuale forza cinque che soffiava sulla realtà devastata. - Jean Baudrillard

uno Strano Attrattore
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Messaggioda Massimo Baglione » martedì 30 ottobre 2007, 8:00

Non vedo l'ora che si scateni il caos del dopo petrolio!
O torneremo alla barbarie, o finalmente sbucheranno le nuove tecnologie imboscate.
Sarà un lungo periodo di transizione.
Massimo Baglione
 
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