Meta-Fantascienza

Se non sai dove va, qui andrà bene.

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Messaggioda Logos » lunedì 27 novembre 2006, 16:16

dixit ha scritto:immaginate una razza liena, nata e sviluppatasi senza la necessità della ricerca di un dio. sarebbe affascinante.


Credo (temo) che la ricerca di una divinità con cui spiegare cio' che appare non spiegabile nell'attimo del presente sia una caratteristica peculiare (oggettiva ed ontologica) ad una qualunque forma di intelletto.

Diamo per assodato che connaturato all'intelletto via sia la tensione verso la comprensione del mondo e di sè, tale comprensione si scontrerà contro il muro della realtà, dell'impossibilità di dare un senso esaustivo a ciò che ci circonda (laddove un senso esiste - W Camus!) e quindi la mente razionale (proprio perchè razionale) costruirà una serie di sustruzioni a partire da ciò che conosce per tentare di spiegare e comprendere ciò che è oscuro.

Ma questa operazione non è giustificabile logicamente (il paradosso è proprio questo) e porta ad una deriva fideistica, per cui da una costruzione che parte da una necessità razionale si arriva ad un assunto di fede che viene creduto per sè stesso aldilà (o a priori) delle eventuali prove.

Non pensate solo a Dio ma anche a certe visioni scientiste (il termine è dispregiativo) che riconducono l'incomprenso attuale a una proiezione (totalmene supposta e non provabile) di una futura spiegazione scientifica.

Credo che la certezza di rudurre la coscienza ai processi (di qualunque natura siano) del cervello sia una specie di atto di fede della scienza (Scienza?) che in questo modo si assolutizza e si divinizza.

Come sempre scusate la deriva.... :shock:

ma ognuno ha le sue follie.. :wink:

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Messaggioda dixit » lunedì 27 novembre 2006, 16:53

Questo però non è il pensiero di tutti gli scienziati. Ci sono anche coloro che preferiscono la fede nel metodo, quello scientifico. E non la fede nella teoria o nella presunta futura teoria.
La fisica quantistica abbatte di per sé l'idea di una misura assoluta, ma diventa comunque una teoria per la sua ripetibilità. Gli scienziati che accettano per fede il metodo non pretendono di giungere un giorno alla spiegazione di tutto, ma di giungere dove possono, per creare delle utilità tecnologiche per l'uomo. L'assolutismo scientifico è una visione come altre, non necessariamente condivisibile da tutti gli scienziati.
La mia personale visione prevede anche un errore grossolano alla base di tutte le teorie scientifiche. Lo strumento principale che utilizziamo per qualsiasi studio è il cervello, chi lo ha mai calibrato? Uno strumento non calibrato porta con sé un errore grossolano non prevedibile. E tale errore risiede nell'interpretazione, non nell'utilizzo delle teorie.
Ecco che la scienza allora ha una efficacia nel momento dell'utilizzo, perché se una legge risponde a precise regole matematiche, non ci si può sbagliare.

La ricerca di un Dio, o di una spiegazione assoluta dell'universo non è essenziale al momento, perché al momento si studia tutto lo scibile, le conseguenze di tale sudio proiettato in un lontano futuro sono una prospettiva ancora ignota.
La scienza è adesso, in sostanza.
Il problema giunge con le connessioni fra scienze e discipline differenti. Perché la connessione dà una visione straordinariamente più ampia. Psicologia, antroplogia, cosmologia, per cercare un Dio, o chi per esso.
Io Dio la vedo come una teoria, ormai obsoleta. Non pretendo che esista una teoria sostitutiva esatta, perché non so nemmeno se il cervello umano si sia evoluto a sufficienza per comprenderla, o per capire se il metodo scientifico sia sufficiente a giungere ad un tale risultato.
In effetti secondo me è sbagliato dire che il cervello umano capisce, piuttosto direi che interpreta, per costruire idee e concetti utili al consumo.

Una razza aliena si evolverebbe in maniera simile a noi? Chi ha stabilito che debba esistere soltanto il dualismo Dio (o chi per esso)-scienza? Modi differenti di concepire la vita e l'esistenza potrebbero nascere su pianeti diversi. Io direi che scienza e Dio sono caratteristiche della specie umana, condivisibili con altre specie, ma non necessariamente. Dalle altre specie su altri mondi posso anche aspettarmi di meglio.
Mi piace l'idea che il nostro antropocentrismo (ossia l'idea che l'intelligenza umana sia un privilegio fra le specie viventi) sia solo una nostra pallida illusione.

Tra l'altro... credo che, l'antropocentrismo, se da una parte lo facciamo uscire dalla porta per sconfessare le teorie assolutistiche della religione, dall'altro lo facciamo rientrare dalla finestra, andando a cercare qualcuno a nostra immagine e somiglianza nello spazio (alieni intelligenti). :P

Connettivismo, vieni a noi, tu ci salverai! :D
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Messaggioda Future Bomb » lunedì 4 dicembre 2006, 18:10

Non ho letto tutti gli interventi anche perchè mi pare che da un certo punto in poi si sia focalizzato il discorso sulla religione, correggetemi se sbaglio, in ogni caso volevo aggiungere alla lista degli scrittori di "meta-fantascienza" anche Kafka, la metamorfosi ne è un claissico esempio..

caso strano spesso faccio questo genere di discorsi agli amici (che in realtà non sanno nulla di tutto ciò!) e cito sempre proprio Kafka, Saramago e Burroughs, è curioso come il mio pensiero non solo è condiviso, ma è praticamente identico a quello di alcuni di voi!

Ci sarebbe poi tutto un discorso a parte dagli scrittori che sono sfuggiti dal ghetto della fantascienza: Ballard e Vonnegut da vivi e P.K.Dick da morto, diventando dei veri e propri casi letterari, lasciamo perdere poi quanto sono stati citati, sfruttati e spesso sputtanati...
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Messaggioda ctrl-alt-canc » lunedì 4 dicembre 2006, 22:01

bella questa idea della meta-fantascienza... già la fantascienza è (come direbbe Wittgenstein) un "insieme a somiglianza di famiglia", che si estende in maniera morbida lungo diverse dimensioni... gradi di appartenenza sfumati, fuzzy... (ok la fuzzy è una mia fissa. perdonatemi) come la maggior parte dei concetti che usiamo al di fuori dei linguaggi formalizzati.
La meta-fantascienza viene ad inglobare autori che, senza essere etichettati come autori di FS tout court, si sono "piazzati bene" lungo una o più delle dimensioni che implicitamente prendiamo in considerazione quando dentro di noi identifichiamo cosa è fantascienza.
E allora faccio un paio di nomi anch'io... George Orwell? Aldous Huxley?

Ah una nota finale, per quanto l'uso di meta- in meta-fantascienza sia assoltamente corretto e coerente con l'uso "classico" del termine, negli usi più recenti il termine porta con sè un senso come di ricorsione, tale che sentendo dire "meta-fantascienza" senza leggere il topic mi sarebbe venuta in mente fantascienza che parla di fantascienza...
The sky above the port was the color of television, tuned to a dead channel.
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Messaggioda zoon » martedì 5 dicembre 2006, 16:08

Questo è ciò che dice Aronofsky, in un brano estrapolato da un articolo di Fantascienza.com. Non pensate si addica a questo thread e indichi la strada per il nostro futuro?

"Nei primi bozzetti del film l'uomo nello spazio aveva il suo bravo, piccolo olografo. Ma noi abbiamo voluto spingere la science fiction di The Fountain molto più lontano nello spazio, e la tecnologia molto più lontano di quanto si faccia ora. Non ci sono camion che girano tra le stelle. Siamo ritornati a una singolarità organica, in modo tale che lo spazio esterno diventi improvvisamente spazio interno. Questo perché penso che sia lì che la tecnologia ci porterà... Non si possono più mettere in piedi trucchi, ma occorre semplificare al massimo qualcosa che è assoluto, qualcosa che è mentale e non più elettronico. Penso che la fantascienza vada in questa direzione. Penso che questa direzione sia assolutamente fantascientifica."
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Messaggioda Logos » martedì 5 dicembre 2006, 17:15

Quantomeno per il mio :D
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Messaggioda Logos » domenica 17 dicembre 2006, 0:21

Se non è connettivismo...

Al Pac di Milano, mostradi Grazia Toderi.
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Messaggioda Evertrip » domenica 17 dicembre 2006, 14:58

zoon ha scritto:Questo è ciò che dice Aronofsky, in un brano estrapolato da un articolo di Fantascienza.com. Non pensate si addica a questo thread e indichi la strada per il nostro futuro?

"Nei primi bozzetti del film l'uomo nello spazio aveva il suo bravo, piccolo olografo. Ma noi abbiamo voluto spingere la science fiction di The Fountain molto più lontano nello spazio, e la tecnologia molto più lontano di quanto si faccia ora. Non ci sono camion che girano tra le stelle. Siamo ritornati a una singolarità organica, in modo tale che lo spazio esterno diventi improvvisamente spazio interno. Questo perché penso che sia lì che la tecnologia ci porterà... Non si possono più mettere in piedi trucchi, ma occorre semplificare al massimo qualcosa che è assoluto, qualcosa che è mentale e non più elettronico. Penso che la fantascienza vada in questa direzione. Penso che questa direzione sia assolutamente fantascientifica."

Un po come Dune (anche se lì c'erano, le astronavi): "La potente Gilda Spaziale e i suoi navigatori, che la spezia ha trasformato nel corso di oltre quattromila anni, usano il gas aranciato della spezia che conferisce loro la capacita' di annullare lo spazio e cioe' viaggiare in qualunque parte dell'uinverso senza mai muoversi..."
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