dottoreinniente ha scritto:Ringrazio persone come Giovanni De Matteo che ha mandato tranquillamente un articolo sulla prima NextCon senza porsi il problema di ritrovarsi accanto all'articolo che parla della Casa Internazionale delle Donne di Roma...
Non devi ringraziarmi. Sul serio... Io te l'ho mandato proprio per ritrovarmi accanto alla Casa Internazionale delle Donne!
dottoreinniente ha scritto:Scendete, uscite per le strade... La fantascienza non appartiene ad "altri mondi" ma a questo... La fantascienza la puoi respirare scendendo in strada...
La fantascienza siamo noi!
Ben detto, Michele. In effetti la fantascienza italiana è soffocata dalla marea dei fan club e ormai tende - salvo rarissimi casi - praticamente all'autoidentificazione con la SF televisiva. Però, come già dicevo tempo fa a un amico che temeva, venendo a Fiuggi, di ritrovarsi in mezzo a una sagra di eventi dedicati alla televisione e a bassissimo contenuto fantascientifico, io sono del parere che non è arretrando e trovando nuovi sbocchi che si vincerà la battaglia. Certo, anche quello è utile, anzi serve: riversarsi nel mainstream senza timore delle contaminazioni o della "letterarietà", come hanno fatto i compianti Burroughs e Vonnegut (pace all'anima sua, su Tralfamadore... così va la vita, mitico Kurt!), potrebbe essere un modo per sdoganare il genere dove più conta, ovvero nelle scuole. Però... siamo proprio sicuri che adottando Heinlein al posto di Manzoni le professoresse delle scuole del Regno non finiranno per farci odiare la fantascienza al pari dei Promessi Sposi?
Insomma, per me è andata così. Mi sono ritrovato con un paio di racconti sull'antologia delle medie: Brown e Asimov. La professoressa li ha saltati a pie' pari, io no. Me li sono letti e riletti, perché non riuscivo a trovare l'ombra di un libro di SF dove vivevo (avete presente una cittadina della Basilicata? 20mila abitanti, una fabbrica della FIAT in costruzione, una storia lunga mille anni alle spalle... e oggi 2 librerie! Di reparto fantascienza, manco a parlarne...). Li ho letti e riletti, dicevo, e quando al termine della seconda media la medesima professoressa di Lettere ha tirato fuori i libri della biblioteca scolastica (si fa per dire, un cassone pieno di libri gettati alla rinfusa... di cataloghi ed elenchi, manco a parlarne...), io mi sono imbattuto in una copia de "L'ora di fantascienza", a cura di Fruttero e Lucentini, e l'ho arraffata al volo. Con sommo disgusto della suddetta prof...
Inutile dire che quel libro non l'ho più restituito... Per inciso, ammetto che qualche anno più tardi sarei rimasto anche molto turbato dall'apprendere del trattamento riservato dagli stessi Fruttero e Lucentini agli autori nostrani, ma era una rivelazione che chiudeva il cerchio: nessuno degli operatori culturali italiani, siano essi del settore oppure al servizio delle istituzioni, è privo di pecche. Tutti hanno il loro bagaglio di responsabilità. Tutti, lo ripeto, tranne quelli che non hanno mai abbandonato il loro background, il fandom... Penso a gente come Curtoni, o Catani, o Sosio, giusto per fare qualche nome. Appassionati veri, che mettono la fantascienza davanti a tutto il resto.
E allora sarebbe bello che a scuola venissero adottate antologie di fantascienza, a patto che chi insegni lettere sia capace di trasmettere passione in chi dovrebbe recepire il messaggio. Sarebbe altrettanto bello che ai piani alti dell'industria culturale cominciassero a puntare sull'unico genere letterario che fra dieci anni avrà ancora un senso, con buona pace per le marchette intellettualoidi che spopolano oggidì. Una cosa che mi pare che non si sia ancora detta, è che in Italia, le cosiddette classifiche dei bestseller sono precompilate alla stregua di quelle del mercato musicale: quando un editore manda il suo libro al distributore, se ha deciso che dovrà venderne 35mila copie con la prima tiratura, a prescindere da quante ne saranno davvero acquistate per il mondo intero quel libro avrà venduto esattamente 35mila copie! Non una di meno! Altro che finanza creativa alla Enron... Quello che mi consola, è sapere di come è schioppata la Enron...
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