Sull'inutilità di tutti i politici

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Sull'inutilità di tutti i politici

Messaggioda Antares666 » mercoledì 25 aprile 2007, 21:35

Per continuare l'interessantissima discussione di ieri, propongo un argomento che secondo me non cesserà mai di essere attuale: l'ANTINOMISMO. Essendo la società un male, le sue strutture non possono essere che immondi leviatani capaci di stritolare tutto ciò che c'è di buono e di creativo in ogni individuo. Ritengo i politici di tutte le specie la causa prima dello sfacelo dell'umanità e, dopo le religioni teocratiche, il peggiore intralcio al suo sviluppo filosofico.
Come dicevo sulla chat di Tersicore, l'attuale democrazia altro non è che la dittatura della maggioranza. I modelli democratici - quasi utopici - degli antichi Islandesi e degli Irochesi nulla hanno a che vedere con il mondo in cui siamo costretti a vivere.
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Messaggioda X » giovedì 26 aprile 2007, 0:28

Ieri non c'ero, ma se c'è di mezzo la politica non mi tiro indietro. Anzi, innanzitutto buon 25 aprile a tutti, per quanto sia ormai passato...

Dunque, io distinguerei due linee nel tuo intervento, Antares666, per rendere più agevole la costruzione della mia risposta :wink: . La prima è quella dell'antinomia, la seconda riguarda invece la politica. Che la seconda sia ormai più un danno che un bene non lo metto in discussione, sono d'accordo su tutto: la classe politica (non solo in Italia) fa sostanzialmente pena, le leggi vengo manipolate ad hoc perché ogni vero e sano ricambio generazionale venga procrastinato ad libitum (ovvero evitato di fatto) e la democrazia ormai esercita davvero un sistema di governo che potremmo definire pseudo-totalitario, nella misura in cui costringe tutti ad uniformarsi alla maggioranza. Che c'è di sbagliato in questo? si chiederà qualcuno. Niente, se le leggi sono quelle che regolano il vivere civile. Ma se poi vengono escogitate leggi per limitare la libertà individuale anche quando questa non confligge con la libertà del prossimo, ma solo per principio, ecco che allora si verifica tutta quella congiunzione di fattori che permettono di parlare di una dittatura (si è già discusso di procreazione assistita, eutanasia e altro, da qualche parte su questo forum).

Quanto all'antinomia, però, non è una tesi che posso abbracciare nel suo complesso. Il problema è che l'abolizione di tutte le leggi ha senso nel caso in cui un individuo che voglia vivere al di fuori di ogni norma può farlo (nella storia è un momento storico coinciso con la scoperta delle nuove frontiere: dal Nuovo Mondo al Far West). Potrebbe diventare possibile in un futuro più o meno remoto, quando i viaggi spaziali saranno alla portata dei privati e magari qualcuno rivendicherà tutto per sè un pianeta o un asteroide. Oggi, sulla Nostra Cara Vecchia Madre Terra, siamo in sei miliardi e rotti e una norma di convivenza dobbiamo darcela. Io prediligo per natura il sistema più semplice: l'anarchia ci toglierebbe dai piedi tutti i parassiti che prosperano ai piani alti.

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Messaggioda Antares666 » giovedì 26 aprile 2007, 9:52

Carissimo X, sono convinto che si sia già a livelli in cui si è costretti a meditare amaramente sull'etimo della parola "democrazia". Salta subito agli occhi che non ha nulla a che vedere con Libertà (Eleutheria), ma con il potere bruto (kratos) di una maggioranza che pretende sottomissione e rinuncia alla possibilità di vivere coerentemente con il proprio pensiero, non appena questo assume i connotati dell'eterodossia. Dal già nefasto politically correct si passa inevitabilmente a forme di capillare controllo delle coscienze. Secondo me tutto ciò è anche peggio di una dittatura classica, che almeno si manifesta nella sua essenza in modo non ambiguo. Questa situazione, che ci tocca sfortunatamente vivere, è nei suoi paradossi e nella sua ipocrisia una gravissima degradazione ontologica del consorzio umano. Vedo la causa prima di ciò nell'inveterata visione positiva della realtà, una forma di platonismo normativo che esclude qualsiasi mutamento storico e che marginalizza, rintuzza ogni deviazione dalla logica classica come una malattia da rimuovere.

Il problema più grave è: se siamo così tanti su questo pianeta, significa che qualcosa non quadra. Siccome i viaggi interstellari non sono alla nostra portata (e potrebbero creare più problemi di quanti contribuirebbero a risolvere), credo che un primo passo per il risanamento dell'umanità sia l'abbandono del matrimonio e almeno una drastica riduzione della procreazione. Purtroppo sembra ancor più utopica una soluzione che permetta il passaggio a uno stato d'essere che non abbisogni più di un sostegno corporeo.
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Messaggioda X » giovedì 26 aprile 2007, 11:44

Antares666 ha scritto:Il problema più grave è: se siamo così tanti su questo pianeta, significa che qualcosa non quadra. Siccome i viaggi interstellari non sono alla nostra portata (e potrebbero creare più problemi di quanti contribuirebbero a risolvere), credo che un primo passo per il risanamento dell'umanità sia l'abbandono del matrimonio e almeno una drastica riduzione della procreazione. Purtroppo sembra ancor più utopica una soluzione che permetta il passaggio a uno stato d'essere che non abbisogni più di un sostegno corporeo.


Ma non credi che questo comporterebbe in sè una certa limitazione della libertà altrui? Laddove la volontà di procreazione è concepita come una volontà, più che come un obbligo genetico...

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Messaggioda Antares666 » giovedì 26 aprile 2007, 12:12

Mostrare la via della liberazione dal genoma apre incredibili scenari di libertà. Paesaggi che sono una ventata di aria purissima in questo stagno marasmico ove ogni aspirazione sembra soffocare e putrefarsi. Dove mettere al mondo un figlio è semplice volontà, il problema è meno sentito perché le menti sono più recettive. Mi preoccupa molto la difficoltà di propagare queste idee nei paesi in via di sviluppo, che a dispetto di ogni apparenza pseudospirituale sono legati a una visione dell'uomo esclusivamente materiale, ilico, simile a uno Shoggoth di carne.
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Messaggioda X » giovedì 26 aprile 2007, 12:44

D'accordo, ma a chi spetterà decidere chi può procreare e chi no per ripristinare un equilibrio demografico/ambientale? Chi potrà arrogarsene il diritto :?:

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Messaggioda dixit » giovedì 26 aprile 2007, 13:07

Esatto. Chi ha il diritto di procreare? Sono dell'idea che la procreazione sia un diritto inalienabile. Se si vuol limitare bisogna costruire un sistema socio economico che lo rallenti, senza leggi che lo impongano. Sono certo che sia possibile.
Allo stesso tempo, mi par di capire, però, che l'aumento demografico sia un valore in calo. Nel senso che il tasso di crescita è calato dagli anni 70.
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Messaggioda Antares666 » giovedì 26 aprile 2007, 13:18

Non ho parlato di leggi che regolamentino la cosa. Se l'idea estinzionista si diffondesse, sarebbe comunque lasciato alla libertà del singolo il diritto di procreare. Siccome però cambierebbe la morale corrente, mettere al mondo figli non sarebbe più sentito come una cosa buona e bella, ma alla meglio provocherebbe indifferenza o una punta di disgusto. E come tra i Manichei, sarebbero proprio i Perfetti a rinunciare alla produzione di feti. Meno una persona è sensibile alla spinta del DNA, maggiore è la sua consapevolezza.
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Messaggioda Logos » giovedì 26 aprile 2007, 14:08

Antares666 ha scritto: E come tra i Manichei, sarebbero proprio i Perfetti a rinunciare alla produzione di feti. Meno una persona è sensibile alla spinta del DNA, maggiore è la sua consapevolezza.


Quoto solo questa piccola frase del caro Antares, riservandomi un'attenta lettura post-ufficio di tutta la discussione.

Nelle parole di Antares c'è grande saggezza ma forse va ricordato che questi illuminati saranno malauguratamente condannati alla consapevolezza del dolore e dell'insensatezza dell'esistenza.

Non immaginateli come super-uomini niciani, no.. essi sono uomini buoni che soffrono perchè hanno visto l'Assurdo del mondo.

Logos.. e il buon vecchio Camus.
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Messaggioda X » giovedì 26 aprile 2007, 14:38

Antares666 ha scritto: Meno una persona è sensibile alla spinta del DNA, maggiore è la sua consapevolezza.


Ma non è solo questione di geni egoisti... E' vero, ancora oggi in molte parti del mondo si fanno figli per avere due braccia in più per mandare avanti la casa (come accadeva in Italia fino a trent'anni fa, o meno). Ma nelle società dei servizi (l'occidente, per intendersi) già oggi la media di figli per donna è sotto alle 2 unità.

Un figlio, più che come una perpetuazione della propria linea genetica, può essere anche visto come il depositario di una certa educazione (intesa come il complesso di valori e di cultura che i genitori tramandano alla prole). Magari è solo l'ennesimo inganno perpetrato dalla dittatura del DNA, ma deve esserci qualcosa al di là dell'hardware biologico e il software, da qualche tempo, si sta scoprendo non essere interamente racchiuso in quella sola sequenza di basi azotate.

Deve esserci dell'altro.
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Messaggioda zoon » giovedì 26 aprile 2007, 14:38

credo che la ciliegina sulla torta di logos sia grande.
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Messaggioda Antares666 » giovedì 26 aprile 2007, 14:50

Splendido il tuo intervento, Logos!
Hai ragione, non c'è nulla di più lontano dal superuomo di Nietzsche, che ancora si illude di poter imporre all'universo assurdo il SUO senso, un senso comunque arbitrario.
Capisco cosa vuoi dire, X. Se i miei antenati paterni avessero deciso di non tramandare la loro eredità, non sarei qui, non esisterebbe questo residuo cataro nel XXI secolo. Con me comunque la trasmissione cessa di avvenire in un ambito di continuità genetica, per acquistare un senso più ampio e riproporsi all'intera umanità. Quando si è sconvolti dal senso di Assurdo si hanno solo due scelte: o lasciarsi morire o cercare di far toccare da questa consapevolezza anche gli altri.
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Messaggioda Logos » giovedì 26 aprile 2007, 15:35

Antares666 ha scritto:. Quando si è sconvolti dal senso di Assurdo si hanno solo due scelte: o lasciarsi morire o cercare di far toccare da questa consapevolezza anche gli altri.


Sul tema dell'Assurdo mi sembra di giocare in casa, è uno degli argomenti a me più cari.

Di fronte all'assurdo le possibilità sono effettivamente differenti, da un lato si può fare come Caligola, che per non assoggettarsi all'impero dell'Assurdo, follemente si convince di esserlo egli stesso, di essere il veicolo dell'Assurdo nel mondo, la sua più alta manifestazione, la sua epifanica perfezione.. oppure, si può accettarlo passivamente, e come uno straniero, vivere il mondo in modo distaccato, da un'altura, guardando gli altri affannarsi in azioni senza senso, sino all'accettazione passiva, rassegnata, indifferente della propria morte.

Grande questa discussione, grandi voi. :wink:

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Messaggioda Antares666 » sabato 28 aprile 2007, 13:16

Non seguo il Sentiero di Caligola, personalità unica di cui pure posso raccontare molti interessanti aneddoti... Tuttavia la mia scelta non si traduce in una passiva accettazione, in quanto desidero propagare il mio sentimento tra le genti, risvegliare i dormienti dalle loro illusioni. Preparo la via all'avvento del Paracleto.
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Re: Sull'inutilità di tutti i politici

Messaggioda Evertrip » domenica 29 aprile 2007, 11:26

Antares666 ha scritto:Essendo la società un male, le sue strutture non possono essere che immondi leviatani capaci di stritolare tutto ciò che c'è di buono e di creativo in ogni individuo. Ritengo i politici di tutte le specie la causa prima dello sfacelo dell'umanità e, dopo le religioni teocratiche, il peggiore intralcio al suo sviluppo filosofico.

Non esiste un "dopo": religione e politica sono da sempre state la stessa cosa, la storia lo ha dimostrato, e lo dimostra a tutt'oggi. Si ha la falsa idea che abbia tolto quasi tutti i tentacoli dalla nostra vita quotidiana, e invece ci si affacia in un mondo dove ancora oggi nel 2007 il cattolicesimo è la propaganda dell'ottusità, ancora forte sul fronte politico (i vari UDC UDEUR, etc...) e spesso non si riesce a capire dove cominci una e dove inizia l'altra.
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