
Eros ed Eschaton è la risposta a un mio articolo apparso in un numero preistorico della rivista. Non ricordo onestamente per filo e per segno quanto vi andavo argomentando e non ho il tempo di verificare ora, ma credo che l'approccio di Kremo sia tanto metafisico/idealista quanto il mio si sforzava di ricondurre la riflessione escatologica al dominio fisico/esistenziale. L'approccio è sostanzialmente antitetico: Kremo accarezza l'ambizione di risolvere una visione cosmica in una sfera intimista, io cullavo il sogno di trascendere il dominio individuale in un orizzonte cosmico. Lukha articola con la perizia dialettica che tutti gli riconosciamo le sue posizioni e arriva a esporre la sua ipotesi filosofica in maniera compiuta, per quanto soggettiva. Per quanto muova da posizioni personali, come d'altro canto faceva il mio pezzo, la sua riflessione approda a un quadro completo, verrebbe da dire totale. Che non condivido, ma ammiro per la lucidità espositiva e la verve provocatoria che vi è sottesa.
YB e la poetica connettivista segna l'esordio critico sulle nostre pagine di Logos, che tra i primi lettori di NeXT ricordo fu il più attento ai risvolti critici, letterari e filosofici del connettivismo. Se il Movimento ha imboccato un processo di evoluzione critica che lo ha portato a essere, dopo i primi incerti passi, la galassia che è oggi, non esagero dicendo che in gran parte è merito del forte stimolo esercitato dal confronto con le considerazioni di Alex. Confronto che in questi anni si è sviluppato nelle sedi più diverse, in comunicazioni via e-mail, su questo forum,in un pub davanti a una birra, e affrontando le questioni più disparate, non ultimo il mio primo romanzo (e, se è per questo, il mio primo mezzo romanzo breve), che si è avvalso (oltre che dell'apporto di altri amici, connettivisti e non) anche del suo sostegno. Il suo pezzo è interessante per l'approccio, originale e anticonformista, e per le suggestioni che ispira al lettore, travasando negli occhi di chi legge lo stupore che l'autore deve aver provato assimilando i versi di Bonnefoy. Una prosa meno criptica potrebbe renderlo digeribile anche a non addetti ai lavori (= non simpatizzanti del connettivismo), meritandogli la pubblicazione in sedi che gli garantiscano una visibilità maggiore. La sua lettura, in ultima battuta, comincia a irrorare i semi cognitivi che mi piacerebbe maturare per la silloge connettivista che lo stesso Alex curerà per noi. Vedremo.
Intanto, a Lukha e ad Alex vanno i miei ringraziamenti per aver fornito uno spaccato efficace e valido della vitalità interna del Movimento. Nella speranza che il loro esempio funga da sprone per tutti i connettivisti.
Ad majora,
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