recensione [motrice a energia distonica]
Difetto o pregio di tutte le antologie, è la eterogeneità. Diversi stili, diverse idee si accostano l'una all'altra. Talvolta si vuole ottenere, pur in una pluralità di voci, un minimo comune denominatore.
Talvolta si mettono a confronto visioni diametralmente opposte. In questo caso parlerei di complementarità. Ciascuno dei racconti di questa antologia, è diverso dall'altro. Non è solo una questione relativa ai diversi stili.
Talvolta pur presentando diversi autori, si vuole ottenere un insieme armonico. La distonia è lo scopo di un movimento come il Connettivismo. Ecco che quindi diversi stili, diverse visioni, si susseguono. Ottima è l'analogia di un treno che ci presenta diversi paesaggi.
Talvolta quello che vediamo è disturbante. Talvolta qualche visione può suscitare più emozioni di altre. Ma diceva Totò, "è la somma che fa il totale". Non entro nel merito dei singoli racconti. Alcuni di questi mi hanno dato piacere, altri meno. Sono questioni puramente soggettive. Quello che mi resta è la maledetta passione che gli autori hanno messo nello scriverli.
In un panorama dove fior fiore di illustri addetti ai lavori passano il loro tempo a chiedersi in modo ormai stantio: "dove va la fantascienza italiana?", questa antologia brilla per energia propositiva. I suoi autori non dibattono. Scrivono. Bene o male, giudicate da voi. Meritano la vostra attenzione.