diamante di carne
introduzione di Giovanni De Matteo
Quando ho conosciuto Sandro Battisti, lui era già il fulcro di una comunità virtuale incentrata sul cybergoth, una sensibilità e uno stile di vita che miscelavano le alienazioni del cyberpunk con le suggestioni della cultura dark-gothic. Per usare le sue stesse parole: "la descrizione di come potrebbe vivere un'anima solitaria e allucinata in un mondo tecnologicamente futuribile".
Abbiamo scoperto di avere molte passioni comuni, Sandro e io, dall’attenzione scientifica alle speculazioni fantascientifiche, e laddove io tendo a sprofondare nei meandri della mente umana, lui riesce a cavalcare l’onda mistica di un’evocazione che risale il flusso del tempo. In questo senso, ci compensiamo vicendevolmente. Per il sottoscritto, l’esperienza del cybergoth (il cui riferimento in rete continua a essere l’attivissimo blog omonimo) è stata fondamentale.
Frutto del comune impegno è stata la nascita del connettivismo. Sandro è infatti coautore del manifesto e con Marco Milani e il sottoscritto co-ideatore del movimento. Ma la sua influenza sul connettivismo è qualcosa che si spinge oltre la pura spartizione dei ruoli.
Con arguzia e slancio estrapolativi, Battisti si occupa su Fantascienza.com di tecnologia e tiene una rubrica (dal titolo piuttosto esplicativo: Pillole dal basso futuro) dedicata alle innovazioni tecnologiche e alla loro ricaduta sulla nostra vita quotidiana.
Il racconto offre uno spaccato di quell’angoscia futura che è la cifra stilistica di Sandro. Un mondo alienato, si diceva, dove le forme più radicali di paranoie coesistono con una lucida analisi filologica. La sua narrativa non di rado si concentra sul difficile momento di transizione tra l’essere umano, con il suo sistema cartesiano di valori, certezze, acquisizioni, e la forma quasi totalmente aliena di una condizione postumana. La sua è quindi un’opera di indagine che può essere vista come una sorta di narrativa del divenire, per il suo sondare una mentalità sorretta da concezioni crudeli e non-euclidee. Un’opera di cui Diamante di carne è degno rappresentante.