leggi l'inizio:

tratto da [Clelia]

di Fernando Fazzari

I protagonisti vengono trascinati in situazioni paradossali, spinti dal caos più estremo, coinvolti in vicende che sembrano rispecchiare il teatro dell’assurdo del nostro macabro quotidiano... [CONTINUA]

Il serpente di seconda classe scivola a velocità moderata sul plasma-canale.
È un treno fatto di carne e ossa lungo duecento metri e cresciuto negli hangar/laboratorio della Bio-T. S.p.A.. Tutti i rivestimenti, compresi anche i sedili, sono di carne termoregolabile. Vasi e capillari sanguigni tappezzano le pareti pulsando di tanto in tanto d’un morbido suono, gradito alle orecchie dei passeggeri come rilassante colonna sonora del viaggio. Gli infissi ossei, porta scorrevole e finestrino, trattengono lastre di resina trasparente.
Lo scompartimento nel quale viaggia Clelia è vuoto. L’animo della donna gode pacato del viaggio e della Solitudine. Guarda dal finestrino il paesaggio con la mente scarica di pensieri.
È tarda primavera: prima che arrivino l’estate e l’autunno passeranno ancora un po’ di ore, il che vuol dire poter disporre della stagione migliore del giorno per viaggiare e riposarsi.
Si libera dei vestiti e si distende nuda sul sedile. La temperatura dei tessuti si regola automaticamente al contatto della sua pelle con la carne dei rivestimenti. Un dolce tepore la pervade e non tarda ad arrivare un sonno senza sogni.

– Dove vai? – chiede una vocina esile.
Clelia si sveglia. Si stropiccia gli occhi e mette a fuoco: una bambina di non più di dieci anni le siede di fronte. Anche lei è nuda. Lunghi capelli biondi coprono ciò che di donna in lei è ancora immaturo, lasciando intravedere solo poche aree di candida pelle.
Braccia.
Gambe.
Collo.
La bambina sorride scoprendo denti bianchissimi. Inarca un sopracciglio e sposta distrattamente lo sguardo fuori dal finestrino.
Clelia si stende su un fianco, appoggia il capo sul palmo della mano sinistra e affonda col gomito nella carne viva del sedile. Batte le palpebre pochissime volte, tant’è rapita dalla visione che ha davanti.
La bambina s’alza in piedi, muovendo leggermente la folta chioma. Clelia non ha neanche il tempo di cambiare postura che la piccola le è già davanti. Ancora una volta le chiede: – Dove vai?
– Io...
La mano candida della bambina incontra il volto della donna.
Palpebre che si abbassano.
Una carezza.
Poi il nulla.

Supernova Express - Antologia manifesto del Connettivismo è una produzione next-station.org. Tutti i contenuti, ove non diversamente specificato, sono di proprietà dei rispettivi autori.