il vecchio che sognava macchine volanti
introduzione di Giovanni De Matteo
Simone Conti ha saputo distinguersi negli ultimi anni come autore di una fantascienza ricercata e originale. Sempre più spesso il suo nome figura sui siti web del settore e ai vertici di concorsi specializzati. Il che non dovrebbe meravigliare nessuno, vista la genuina dose di immaginazione che Simone riesce a coniugare con un’abilità di scrittura sempre più consapevole.
Il racconto è un ottimo esemplare della sua narrativa, pervaso da un’atmosfera di sogno e popolato da personaggi indimenticabili per la statura epica, quasi mitica, che riescono a raggiungere nel breve volgere di una manciata di pagine. Come spesso accade nelle opere di Simone, il passato si intromette nella trama della quotidianità scardinandone la struttura. Un passato solitamente corrotto da elementi fantastici, come nel caso in questione che vede sfidarsi due assi dell’aviazione entrati di diritto nella Storia, oltre che in quel vasto serbatoio di elementi cognitivi a cui qualcuno ha dato il nome di inconscio collettivo.
La tensione onirica che è il maggiore punto di forza de Il vecchio che sognava macchine volanti trasmette nel lettore un senso di suggestione davvero notevole. Non si può restare indifferenti di fronte a una bella storia raccontata con garbo. E ci basterà cercare nella nostra memoria privata, senza nemmeno il bisogno di andare a scavare troppo a fondo, per trovare un’incarnazione umana del protagonista di questo racconto, romantico e un po’ folle. Ma di quella follia che non si può fare a meno di ammirare.