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Nuove strategie di sopravvivenza
di X

In tempi che accelerano, si rende necessaria una rivoluzione paradigmatica che porti a una nuova condotta, in grado di rapportarsi in prospettiva dialettica con il futuro e non solo con il passato. Una nuova iniziativa cerca di dar voce a questa sensibilità, presentando una proposta programmatica tutta incentrata sull’innovazione.

Accelerazionismo. Una parola che potrebbe voler dire tutto e non riuscire a esprimere niente. Un nuovo –ismo, proprio sicuri che sia ciò di cui abbiamo bisogno? Eppure, basta un po’ di attenzione per comprendere come, se non altro, l’idea non nasca da una ispirazione ideologica fondata su un concetto astratto (dell’uomo, della società, o quant’altro). Questo –ismo non ha davvero niente da dividere con il passato.
L’etimologia stessa ci fornisce la chiave di lettura per decifrarne l’essenza. Il tema della parola tradisce una connessione non casuale con un concetto che di astratto non ha proprio nulla, che si rivela invece concreto quanto può esserlo una grandezza fisica. Accelerazione, la definizione operativa di un cambiamento. Una grandezza nata per quantificare la variazione di un’altra grandezza (la velocità). E mai come in questi anni il concetto di accelerazione meriterebbe la massima popolarità possibile. Perché se già i nostri sono tempi veloci, è altrettanto vero che diventano ogni anno più veloci.
La ricaduta progressiva della tecnologia, effetto domino e reazione a catena, ci proietta verso un futuro che è sempre più vicino. L’effetto sulle nostre possibilità di estrapolazione non è dissimile da una modulazione relativistica della scala temporale: man mano che la velocità aumenta (ogni anno, ogni semestre che trascorre, al passo del progresso tecnologico), la prospettiva del domani si appiattisce sul presente. Siamo di fronte a una lotta impari, con gli strumenti attuali.
Perseverare in mezzi obsoleti servirà solo a rendere più indolore la fine, quando il nostro naso impatterà contro il muro del domani. Per questo è forse tempo che nuovi strumenti concettuali e nuove categorie di pensiero subentrino ai vecchi schemi.
È tempo per una rivoluzione paradigmatica.
Se l’accelerazione esprime lo Spirito di Questi Tempi, occorre reinventarsi accelerazionisti per congegnare il meccanismo dei nostri razzi psichici, approntando un reattore adatto alle nuove condizioni operative.
È tempo di smettere di rincorrere ciecamente il futuro.

La nascita dell’Accelerazionismo risponde a un’esigenza precisa, che possiamo articolare in tre punti programmatici:

a) scoprire dove stiamo andando;
b) comprenderne il perché;
c) mettere a punto una strategia di guida, di pilotaggio della Storia, in modo da non subirne passivamente gli eventi, ma arrivare a governare consapevolmente il progresso tecnologico.

Si tratta di un tentativo in extremis, un atto di presa di coscienza che ha ancora un senso oggi che l’orizzonte degli eventi del futuro ci concede un margine di manovra, ma che con il passo attuale potrebbe rivelarsi tardivo già solo tra pochi anni.
Non si tratta solo di una sfida concettuale, e di certo non è una trovata estemporanea nata con il semplice intento di suscitare scalpore. Al contrario, questo è l’esito di una serie di valutazioni e considerazioni.
Il processo che ai nostri occhi si concretizza nel flusso della Storia è il risultato del gioco di forze sotterranee, l’effetto di un campo invisibile dal quale – proprio come riusciamo a estrarre lavoro da un campo elettrostatico, magnetico oppure gravitazionale – possiamo estrarre energia attraverso la messa a punto di un motore adatto. In un processo di ingegnerizzazione inversa, una volta compresa la funzione del meccanismo, possiamo risalire alla conoscenza che lo ha congegnato.
A reggere lo slancio del Progresso è la spinta della Tecnologia. Il legame diretto che intercorre tra la Tecnologia e la Scienza ci permette di giungere alla conclusione che è da quest’ultima che dobbiamo muovere se vogliamo interagire con il Flusso del Cambiamento, fino ad arrivare a piegarlo al nostro volere.
I tempi sono maturi per cominciare a imporre al futuro la nostra regola. Una norma ben precisa: quella che deriva dal sapere scientifico e dalla rivalutazione del pensiero razionale.

Da queste considerazioni prende vita l’iniziativa degli accelerazionisti, che potremmo considerare come l’ala politica del Connettivismo. Così come il Movimento ha finora condotto il suo lavoro carsico sull’immaginario, l’Accelerazionismo si propone ora di sporcarsi le mani con la realtà.
Dal noumeno, al fenomeno: gli accelerazionisti lanciano una sfida che possiamo condensare in una manciata di linee d’azione. Eccone le principali:

1. Deterritorializzazione e autodeterminazione: riassegnare valore e credito alle comunità, anche laddove queste non dovessero avere una base territoriale; un semplice passo avanti rispetto all’attuale delocalizzazione delle risorse.
2. Integrazione delle diverse comunità in un organismo “sovrannazionale”, amministrato secondo un modello di democrazia diretta e partecipata sorretta dall’infrastruttura elettronica della Rete.
3. Sviluppo sostenibile: riscrittura di tutte le convenzioni che regolano oggi la struttura economica del pianeta, attraverso il superamento dell’economia della scarsità, la riallocazione delle risorse e una cooperazione non competitiva (transizione dall’economia a un sistema agalmico).
4. Nuovo piano energetico globale: fondato sulle nuove tecnologie e orientato verso la salvaguardia ambientale attraverso l’abbandono dei combustibili fossili (decarbonizzazione), il pieno appoggio alle fonti rinnovabili e la ripianificazione di una rete di trasmissione concepita per supportare la generazione distribuita.
5. Libertà di ricerca e di informazione: per una società che abbia fatto della conoscenza la sua colonna portante, la ricerca e la libera circolazione dell’informazione consoliderebbero il suo potere d’impatto e controllo sulla Storia.

Ad accomunare questi obiettivi è l’apertura incondizionata all’innovazione, che così funge da sostrato connettivo per questa nuova azione sociale e politica.
Come per il Connettivismo, ci ritroviamo anche qui davanti a un movimento non chiuso o ripiegato su se stesso, ma aperto a contributi e collaborazioni a partire dal requisito non derogabile del comune sentire.
Dar voce a questa sensibilità proiettata nel futuro, che guarda al domani senza pregiudizi dogmatici, contestualizzandolo invece in una prospettiva storica. E rapportarsi ad essa nell’ottica di una strategia di sopravvivenza che sappia presto convertirsi in iniziativa. È questo che si ripromettono gli accelerazionisti.

L'immagine è opera di Giorgio Iguana Jo Raffaelli e rappresenta il logo ufficiale del nuovo movimento.

COMMENTI

molto interessante rilancio il vs documento nel mio blog ciao

antonella anz, 11 giugno 2008, 20:52

Bon. Ci sono. Accelerazionista pure io. :))))))

pykmil, 15 giugno 2008, 12:19

non vedo ancora il mio commento. se per caso non le va di pubblicarlo per la sua schiettezza, mi farebbe la cortesia di rimandarmelo al mio indirizzo così non devo riscrivere le stesse cose ad un mio amico? stavo giusto discutendo di accelerazionismo con i ragazzi e stanno emergendo cose interessanti. troverà senzaltro qui del materiale interessante: http://xlrt.org/ io del resto ho un'estrazione fenomenologica e modernista. non sono mai stato nè relativista nè postmodernista. per questo alcune posizioni sono evidentemente inconciliabili.

the punisher, 14 dicembre 2013, 17:37

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