Radio Libera Albemuth

Il 2 marzo di 24 anni fa si spegneva, in una clinica di Los Angeles, Philip K. Dick. Il grande scrittore californiano se ne andò lasciandosi alle spalle cinque matrimoni, tre figli, più di quaranta romanzi e una mole poderosa di racconti, frammenti di riflessioni e intuizioni. Morì come scrittore di serie B e di certo non si aspettava che di lì a breve sarebbe cominciata la sua riscoperta postuma, che nel giro di qualche anno (complice l’attenzione riservata ai suoi scritti dall’industria del cinema) l’avrebbe portato a spiccare come icona della nostra epoca. Come già era successo a Kafka prima di lui, l’influenza di Dick sulla letteratura del Novecento è parsa evidente e lampante solo in seguito alla sua scomparsa, quasi una reazione istintiva al senso di vuoto da essa innescato. Perché, ne siamo convinti, se un colpo apoplettico non avesse stroncato la sua carriera, il buon vecchio zio Phil avrebbe avuto molte cose ancora da dire. Sui questi nostri tempi, sugli strani giorni che stiamo vivendo, sull’orizzonte degli eventi verso cui ci stiamo precipitando a piena velocità con allegria, tutti beatamente spensierati.

Consapevoli dell’enorme perdita che ha significato per la fantascienza e per la cultura dell’Occidente la sua morte prematura, vogliamo dedicare a Dick il nostro ricordo, per quel poco che può valere. Noi di NeXT, che ci sentiamo in forte debito nei confronti delle suggestioni e degli insegnamenti dickiani, abbiamo quindi deciso di dedicare a questo maestro dell’inquietudine postmoderna il numero che stringete tra le mani, l’iterazione che inaugura il secondo ciclo annuale della nostra rivista. Un numero, come avrete modo di realizzare leggendola, nel segno di Dick.

Ecco una breve panoramica di quel che vi attende. Lo spazio dedicato alla narrativa, innanzitutto, vi riserva una doppia sorpresa: su NeXT fanno finalmente il loro esordio i racconti scritti a quattro mani. Fin dall’inizio, chi ci legge lo sa bene, non abbiamo mascherato l’affiatamento che sorreggeva il nostro slancio. Il movimento è nato da un gruppo di amici e si sta allargando a nuove amicizie. Era naturale che le collaborazioni fioccassero copiose. Così, l’iterazione 04 della nostra rivista ha il piacere di offrirvi un racconto scritto da due dei soci fondatori, Pykmil e X, e nato dalla loro passione per Dick e per Blade Runner: l’intento di Se i replicanti sognano angeli elettrici, dichiarato fin dal titolo criptico ed emblematico allo stesso tempo, è di tirare le fila dei personaggi dickiani portati sul grande schermo da Ridley Scott e da qui impostisi nell’immaginario comune della nostra epoca. Atmosfere decadenti e scenari metropolitani postindustriali sono le componenti dell’altro racconto a doppia firma, un vecchio cavallo di battaglia di Lukha Kremo Baroncinij e Nila Lucchini, Ghiaccio Mauve. In forte odore dickiano troviamo l’enigmatico Lo specchio e la pistola, che segna il gradito esordio sulle nostre pagine di uno dei nostri lettori più attenti e tenaci: lui si fa chiamare Logos e proprio come la parola ha il potere di plasmare la realtà, così il suo racconto sintetizza, nel giro di una manciata di paragrafi, la formula per il passaggio verso un nuovo livello di consapevolezza. Il prossimo stadio evolutivo dell’umanità parlerà un linguaggio quantistico? A completare l’offerta di questo mese ecco Zoon che Nel giardino perfetto ci offre un nuovo saggio di lucidità speculativa, in grado di proiettarci direttamente tra gli agenti di un mondo elettronico. Per finire, un altro esordiente, Dixit, ci regala con I Riconfigurati un meccanismo narrativo che trova nelle ossessioni dickiane il suo modello.

Nella sezione narrativa possiamo far rientrare anche questa edizione della rubrica Ai posteri..., con un racconto di X il cui titolo non ha bisogno di spiegazioni: Philip K. Dick è vivo ed è sulla Terra. A questo proposito, una piccola avvertenza: il racconto è complementare all’articolo di Tempi Moderni che affronta la notizia più fantascientifica dell’anno da poco trascorso, corredandola con un’appassionata ricostruzione della vita e delle opere di Dick. L’annuncio è rimbalzato un po’ su tutti i siti e le testate informative: sembra proprio che, non pago del trionfo postumo dei suoi romanzi, il destino abbia voluto tirare un nuovo colpo mancino alla memoria del caro vecchio zio Phil. Noi tutti, adesso, ci domandiamo: il suo androide scriverà romanzi post-esistenzialisti?

Se in Frame Zoon continua a fornirci schegge di futuro innestate nel nostro presente, le restanti nostre rubriche, che ormai dovrebbero esservi familiari, si uniscono nello sforzo di tracciare le linee-guida di un discorso filosofico che scavi nell’ideologia del postumanismo e allo stesso tempo la trascenda. Non mancano come al solito le poesie, con un altro esordio ufficiale da parte di un amico che non ci ha fatto mai mancare il suo sostegno, non solo morale: ρ è per tutti Ro, un giovanissimo addetto ai lavori che dedica il suo tempo alla cura di uno dei migliori siti di genere della rete, che probabilmente voi tutti già conoscerete per i prestigiosi riconoscimenti che ha avuto modo di guadagnarsi nel tempo: si tratta infatti della pluridecorata webzine triestina Continuum. Questo trimestre l’angolo delle Connessioni è stato ridimensionato, ma siamo sicuri che la poesia non vi mancherà. La - si spera - bella sorpresa dell’iterazione 04 di NeXT è infatti l’allegato, una riproduzione della sessione di scrittura interattiva tenutasi lo scorso 17 novembre sulle pagine del blog Cybergoth, tradizionale punto d’incontro dei connettivisti. Per l’occasione, lo stream of poetry è stato catalizzato dalla presenza di un virus neurale chiamato Kremo: proprio lui, direttamente dalla Nazione Kaotica, dopo averci onorato con i suoi racconti, è arrivato a regalarci istanti di delirante condivisione psichica. Potrete rendervene conto voi stessi, leggendo il flusso di scrittura prodotto nella serata, incentrato sul tema dei Fiori di policarbonato sintetico nero nel giardino di frattali e corredato dalle evocative immagini di Acrida. E se l’iniziativa dovesse incontrare il vostro consenso, chissà che l’evento non si ripeta più spesso...

Ma non voglio sottrarre ulteriore tempo alla vostra lettura. Questo è un numero che va assimilato con moderazione e tranquillità, anche se temiamo che vi sarà difficile. L’offerta è ricca e forse vi abbiamo abituati anche troppo bene... Allora? La procedura la conoscete. Spolverate i jack craniali, inumidite la spina d’innesto, avviate la connessione e sfrecciate nel tessuto connettivo della realtà. In via del tutto straordinaria, questa trasmissione andrà in onda sulle frequenze pirata dell’ultima piattaforma ribelle: state ascoltando Radio Libera Albemuth...