Picnic sul ciglio della strada

Questo - mettiamo le mani avanti fin dalla prima parola - non è un numero come tutti gli altri, per diverse ragioni. Innanzitutto, la simbologia attribuisce da sempre una valenza non trascurabile al 3. Alle 3, se si vuol dar retta alla tradizione cristiana, il Cristo venne assunto in cielo, con esplicito richiamo alla Trinità divina che nel dogma regge le sorti dell’universo. Per chiara contrapposizione, d’altro canto, le 3 di notte è l’ora del Maligno, che troverebbe questo momento gioiosamente propizio per giocare i suoi tiri mancini ai fedeli timorati. Il 3 ricorre nella simbologia sacra di diverse altre religioni. La Trimurti presiede all’affollato pantheon indù. Le tre Parche filano, intessono e recidono la trama della vita nella mitologia ellenica. Ma il numero ha un significato che si spinge al di là della sua natura teologica. Il 3 è un numero importante già per Pitagora, come maggior divisore del 6, il numero perfetto per eccellenza in quanto pari alla somma dei suoi sottomultipli. Ma è con la matematica dei gruppi che esso assurge a un’importanza quasi mistica: 3 è il numero del superamento, della vita, del movimento, in riferimento al 2 che è statico, possiamo anche dire privo di vita, fondamento della logica binaria e dell’alternativa obbligata, riflesso del ciclo e dell’Eterno Ritorno. Il 3 supera il limite, infrange la barriera e dischiude all’universo una nuova via verso l’infinito e l’immortalità.

Vogliamo forse leggere dietro il numero più di quanto esso stesso rappresenti? Forse è così. Ma con il numero 3, si chiude davvero un ciclo e se ne apre un altro. Un anno fa, di questi tempi, per iniziativa di Zoon ripescavamo dal cassetto dei sogni, dove l’avevamo provvisoriamente ibernato, in attesa che tempi migliori ci ispirassero una maggiore fiducia e una più profonda consapevolezza, un mio vecchio sogno. Il manifesto tornava alla vita e, subito dopo, acquisiva la forma e la consistenza di queste pagine. Sono trascorsi quattro numeri (è un caso che in molti sistemi di numerazione orientali, lo 0 goda di una dignità non inferiore a ogni altro numero? Noi crediamo di no...) da allora, e molta strada abbiamo percorso. Gli ultimi mesi sono stati un tripudio di collaborazioni, di confronti e di spunti di crescita. Ci siamo pericolosamente avvicinati alla soglia critica del salto prigoginico e forse l’abbiamo addirittura varcata senza rendercene conto. Fatto sta che il conto dei nostri articoli su Fantascienza.com ha raggiunto la quota delle 3 cifre e nel frattempo abbiamo trovato il modo per mettere in cantiere un cortometraggio che verrà prodotto dalla Filmhorror di Francesco Cortonesi e centrare almeno altre due pubblicazioni, con Marco Milani (HSF per Prospettiva Editrice) e il sottoscritto (Revenant per Ferrara Editore). E molto altro bolle in pentola. Naturale che, a distanza di un anno dall’inizio di questo viaggio, ci prendesse la mano il desiderio di offrire un piccolo omaggio ai nostri lettori e ai collaboratori che in questi mesi si sono uniti al nucleo originario, apportando la loro linfa al connettivismo.

Ecco dunque l’iterazione 03, un numero straordinario sotto molti aspetti.

La narrativa, in primo luogo. NeXT, fin dalla sua prima uscita, ha saputo imporsi come punto di riferimento per l’underground SF del nostro paese. I racconti, sempre di buona qualità (quando non ottima), frutto di una selezione attenta e di un accurato lavoro di editing, hanno meritato le lodi di più di un lettore. Questa uscita nasce nell’intento di offrire un tributo a quanti ci seguono, in sintonia con il clima di festa che si respira in questi giorni. Il Natale è vicino, dopo il Solstizio d’Inverno il Sole ricomincerà la sua scalata caprina delle vette siderali. Allora, ecco a voi una bella cernita di fiabe. Niente di troppo leggero o ottimista, come potrebbe credere qualcuno che non ha ancora avuto il tempo per imparare a conoscerci. Le uniche favole che sappiamo raccontare noialtri sono racconti gotici, fiabe dell’orrore. Quando va bene scorrono al ritmo di rock, se va meglio le parole danzano sulle note di qualche antica ballata nera. E allora eccovi Nel Nome del Signore di X, un biglietto di andata e ritorno per l’inferno e un omaggio al maestro Alan D. Altieri. Credo in un solo dio segna il graditissimo ritorno sulle nostre pagine di 2x0, con un racconto come sempre dominato da un talento visionario sfrenato. Potrebbe sembrare che abbiamo voluto dedicare una monografia all’Eterno con questo numero per molti versi speciali, ma a farci ricredere giunge Filth, che con il suo Fiaba di petali e nebbia ci trasporta in un’atmosfera da sogno, pronta a mutare in incubo. Un piccolo gioiello di sensibilità gotica, scritto con mano lieve e tocco delicato da un’altra firma già nota al nostro pubblico. Anche Sphinx, dopo l’apparizione sullo scorso numero, torna con un piccolo scorcio narrativo sospeso tra la fantasia e il futuro: il suo Cento Bytes di Solitudine è un richiamo a Gabriel Garcia Marquez, incentrato sui temi della dipendenza e dell’alienazione. Pykmil ci offre invece la cronaca di un’invasione: quella dei Meccatronici, che non si accontentano di conquistare il nostro pianeta per i loro macabri fini. Da un viaggio attraverso gli abissi cosmici passiamo all’odissea nell’anima di Electronic Noises, con una discesa nei meandri più reconditi di Zoon. Ma questo numero segna (e, permettetecelo di dire, finalmente!) l’esordio sulle nostre pagine di non una, bensì due autrici. Parlavamo di occorrenza straordinaria, no? E allora eccovi la fantasy stratificata di Good che in Evocando compie un piccolo miracolo narrativo, condensando in una manciata di righe una complessità di livelli di lettura fuori dal comune. E infine Fata Morgana, con il suo Senso, ci introduce a un futuro luminoso di possibilità e alternative: ma corpi creati su misura possono soddisfare i sogni (e, aggiungiamo, i bisogni... di affetto, comprensione, amore) di ognuno di noi?

Fata Morgana e Good non sono le sole presenze femminili di questo numero. In attesa che la loro riscossa investa la narrativa, le donne la fanno da padrone nella sezione grafica. Ad Amarilli dedichiamo lo spazio della nostra galleria, con due dipinti ispirati e particolarmente in sintonia con lo spirito di questo numero. Lady Chatterly ci ha invece offerto le sue splendide illustrazioni per impreziosire questo volume: le sue sono schegge di visioni sovrannaturali, frammenti di una realtà che talvolta si rivela tra le pieghe dei sensi. Le opere di queste due artiste interpretano la nostra sensibilità contribuendo ad amplificare, quasi fossero una cassa di risonanza psichica, l’ondata emotiva delle nostre parole.

Con la galleria poetica di questo numero siamo lieti di offrirvi, in aggiunta ai componimenti di X, Pykmil e Fata Morgana, una suite di versi composta da Zoon sul limitare dell’autunno: come sempre, il riferimento è l’angolo delle Connessioni.

E poi, come di consueto, le nostre rubriche. Con Frame inauguriamo una nuova sezione curata da Zoon che si affianca alla sua attività sulle pagine di Fantascienza.com. Questa va ad aggiungersi alle due rubriche già dedicate alla speculazione sull’impatto delle nuove tecnologie col nostro mondo e alla loro ricaduta sul futuro: Zoom e Focus. Se Un altro orizzonte aggiunge un nuovo tassello alla mappa geografica del connettivismo, Tempi Moderni si addentra in un argomento delicato e che si spera potrà incontrare l’interesse dei lettori. Il tema, meno esoterico delle precedenti puntate, è incentrato sulle tecniche sperimentali di estensione della durata della vita. Per concludere, Pykmil traccia nella sezione Ai posteri... un breve profilo di un grande maestro: signori e signore, Edgar Allan Poe!

Che ne dite, può bastare come menù natalizio? Come sempre, vi invitiamo a far sentire la vostra voce, per proposte, commenti e osservazioni. Il riferimento è sempre lo stesso: info[ at ]next-station.org.

Per concludere, rinnovo a nome del gruppo la mia più sincera gratitudine nei confronti di Giorgio Messina, promotore e fondatore dello Studio Cagliostro di Palermo, che ormai per la terza volta ci omaggia della sua preziosissima collaborazione. Se NeXT ha questa veste così accattivante, è esclusivamente merito suo.

A questo punto, non mi resta altro da fare che augurarvi la buona lettura. L’unico sforzo che vi chiedo, è di immaginare che ogni storia di questo volumetto vi sia narrata di persona, dalla voce del suo autore, magari a seguito di una incursione notturna in una casa abbandonata, durante una passeggiata tra i boschi, oppure nel corso di un picnic sul ciglio della strada.