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Zoon

Sandro Battisti, nato a Roma nel maggio del 1965 e lì residente, affonda i suoi interessi nella musica gothic-rock, nei romanzi horror o comunque paranormali, nella fantascienza - cyberpunk principalmente - e nei testi scientifici che trattano di teoria dei quanti, di matematica del caos, di misteri del passato ed esoterismo, cercando di trovare oltre che soddisfazione delle proprie curiosità anche un filo conduttore che riesca a legare questi argomenti.

Programmatore di computer, navigatore assiduo di Internet, scrive racconti e romanzi dal '90 ; accanto a un volume che racchiude i primi racconti singoli - Cyberdark, raccolta di racconti, dove cercava di far confluire due sue passioni, cyberpunk e dark-gothic nel cyberdark, ovvero la descrizione di come potrebbe vivere un'anima solitaria e allucinata in un mondo tecnologicamente futuribile - ha scritto altri sei romanzi e tre mini raccolte di racconti.

In Cyberdark diciannove racconti esplorano cause e conseguenze dell'interazione tra stati d'animo sogni e paure dei protagonisti, attraverso il mondo elettronico e cibernetico che a volte controlla le loro vite, a volte sembra essere solo uno strumento che si dimostra sempre imprevedibile e incontrollabile. Si gioca continuamente sui paradossi temporali e spaziali, proiettando e intrecciando le contraddizioni della psiche dei protagonisti con quelle dei programmi elettronici che loro stessi utilizzano.

Il primo dei romanzi - Visioni incarnate, Lo scrittore - è una non-storia, una sorta di diario di un viaggio tra i meandri mentali del protagonista, sporcati da esigenze di connessione ad un mondo completamente rimappato dalla rivoluzione informatica, dove fantasmi vagamente horror invadono gli spazi lasciati liberi. La peculiarità di questo romanzo è che non ha un vero sviluppo - a parte l'inizio e la fine - e i vari episodi possono essere spostati oppure letti nell'ordine scelto dall'autore; il lettore può anche usare parole che ritiene chiave per aprire hyperlinks verso altre pagine dello stesso racconto.

Il romanzo successivo - Memorie genetiche - è il primo di una trilogia. Vi si narrano gli sconvolgimenti strutturali derivanti dall'inserimento craniale di un chip biologico; l'idea di base è che ogni emozione, ogni pensiero è soltanto software, ricreabile informaticamente e scaricabile su supporti fisici quali, ad esempio, chip biologici. L'uomo diviene così un contenitore di anime multiple, da innesto, in grado di percepire l'enormità del cosmo e delle energie in un modo del tutto nuovo.

Nel secondo episodio della trilogia - Il buio a grani - l'impianto delle memorie genetiche si intreccia con le reminiscenze – altrettanto genetiche - di antiche razze non umane, dove chi vede in bianco e nero è identificabile come un discendente di quegli antichi esseri, dove chi vede in bianco e nero può essere solo una preda immersa in un mondo iperconnesso - ogni idea una connessione.

La chiusura della trilogia, Borderline, identifica l'influenza che il passato, quello apparentemente morto e sepolto, può estendere non solo sul presente ma anche sul futuro, suscitando suggestioni legate ad eventi di vita quotidiana storicamente avvenuti, ormai dimenticati, su un piano dove è difficile capire se la realtà che si sta vivendo è condivisa dal resto degli umani... L'archeologia, in questo romanzo, diventa un'importante chiave di lettura per comprendere cosa realmente succede all'interno di noi stessi, in talune occasioni che ci lasciano interdetti, quando troppe occulte coincidenze sembrano coinvolgerci. Borderline rappresenta, altresì, l'esaurimento del filone legato al concetto di memoria genetica; non è possibile trattare ulteriormente l'argomento perché, come ci si accorgerà alla fine del romanzo, il limite massimo dell'interazione umana con i chip biologici è stato raggiunto, superato.

Immediatamente dopo la realizzazione di Borderline un piccolo cofanetto di cinque mini racconti (Da un angolo di perfetta illusione) viene preparato, cercando di enfatizzare l'aspetto impressionista ed evocativo delle parole piuttosto che il contenuto vero e proprio del racconto. Ci si muove tra immagini molto potenti, spesso oscure, evocative ed autoesplicanti: la trama che risulta da ognuno dei quei piccoli racconti non può prescindere dalle immagini evocate dai vocaboli messi, non a caso, all'interno delle descrizioni sceniche. Un senso di profondo disagio aleggia nel cofanetto, non si riesce a capire esattamente cosa è che dà questa sensazione. L'autore è sempre più profondamente coinvolto da impressioni suscitate dall'archeologia, dal passato, da sensazioni di vite precedenti legate ad un futuro ormai prossimo.

Nasce così Sinth. Una probabile continuazione del romanzo precedente, che chiudeva una trilogia. È, verosimilmente, la seconda puntata di un ciclo dedicato alle percezioni del passato, un anello di una catena originata da altri intrecci, tutti intimamente legati come lo sono gli eventi della vita.

Sinth racconta di un faticoso cammino tra innumerevoli dilatazioni spazio-temporali, inammissibili se considerate razionalmente. È uno spaccato sull'anima, sulle coincidenze, sugli infiniti rimandi e intrecci autoreferenziati che ogni pensiero evoca. Il romanzo è percorso da infinite, sottili venature buie di sensitività; il mondo iperconnesso irrompe, perfettamente integrato, verso un altro universo parallelo, popolato da chi non è più con noi e da chi lo sarà nel futuro. L'epilogo della storia porge il fianco a infinite riletture dei particolari contenuti in Sinth, e pone un'insidiosa domanda al lettore più sensibile...

L'intima essenza di Sinth, ovvero il senso del sintetico - inteso come artefatto ma anche come contrazione fino all'essenziale - impregna dieci racconti brevissimi, scritti sia prima che dopo la stesura di Sinth. Questa raccolta, intitolata Sinth, very sinth stories, è un perfetto corollario al romanzo: lo completa e lo sorregge. Sono dieci brevi racconti di assurdità sintetiche, intrisi dal tempo, dalle pluralità di mondi possibili, dal delirio latente. Anche qui, come in Un angolo di perfetta illusione, si enfatizza l'aspetto impressionista ed evocativo delle parole ma, a differenza di quella raccolta, anche il contenuto vero e proprio del racconto.

A Sinth succede L'Impero.
È, questo, un romanzo che chiude la trilogia sulle percezioni del passato e contemporaneamente riapre l'altra o meglio, le racchiude entrambe. È anche l'inizio di un nuovo capitolo dedicato a un Impero che, nelle intenzioni dell'autore, ricalca le vestigia di quello romano e si propone come descrizione di uno Stato in grado di regnare non solo sui territori fisici.

L'Impero è un romanzo che racconta un viaggio attraverso i luoghi di frontiera, ma soprattutto nelle zone di confine tra l'anima e ciò che la circonda, quel mondo animista, forse pagano e ricco di reminiscenze dell'epica sumera che preme da fuori e regola la vita materiale attraverso segnali di squisito carattere esoterico. È un atto d’amore, in definitiva, verso le magnificenze del passato, e ciò implica l'esplicitazione del legame verso l'organismo imperiale di cui Roma è stata a capo.

La raccolta di racconti brevi intitolata Feel racchiude gli stati d'animo che hanno preceduto e seguito L'Impero. Sono deliri di un attimo, hanno insito il luccichio delle ombre che si crede di vedere in situazioni d’ipersensibilità psichica. Sono racconti che illustrano piccole perle d’oscura psichedelia digitale animista e brillano di luce buia, gioielli digitali oscuri di un futuro che si specchia nel passato.

Nel basso Impero Connettivo è la seconda puntata della trilogia dedicata a un organismo imperiale che trascende il territorio e il tempo per regnare su un non luogo che ha molteplici punti d’attracco col passato e probabile futuro dell’umanità. Il romanzo racconta di corporazioni e colonie aliene, d’ombre e luoghi antichi intessuti di connettività, e dello sterminato potere che il Principe esercita su tutto il suo vasto dominio. Nel basso Impero Connettivo disegna uno scenario sociale e politico complesso, intriso d'esoterismo e tecnologia matematica misticheggiante, in cui il senso di decadenza che ha caratterizzato la fine dell’Impero Romano rivive e risplende di una cupa luce crepuscolare.

La consueta raccolta di racconti che accompagna il mood d'ogni romanzo è intitolata, questa volta, À la page. Sprazzi di spazio profondo s’intersecano con altri scenari della profonda psiche modificata; il delirio connettivo prende forme sempre più nitide e oscure, e centra il concetto di futuro sublimandolo col passato, toccando l’apice in una perentoria cavalcata dedicata a un personaggio femminile, inquietante e magico, nero e connettivo: Lady Caotica.

L'autore può essere raggiunto sul web a questo indirizzo e sul blog HyperHouse; il suo contatto via mail è cybergoth[ at ]domist.net.



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