Postumanismo: istruzioni per l’assorbimento
di Zoon

Su Fantascienza.com viene pubblicato, in queste ore, uno special dedicato al postumanismo. Sono delle pagine – parecchie – di cui il Connettivismo può ben nominarsi come nume tutelare, se non addirittura padre biologico. Hanno apposto la loro firma elementi prestigiosi del Movimento, come (vado a braccio, senza nessuna pretesa d’ordine, nemmeno meritorio) Kremo, X, Ivan Lusetti, me stesso in piccola parte, ma anche esponenti di spicco dei Transumanisti stessi, come il prof. Riccardo Campa, presidente dell'Associazione Italiana Transumanisti, per un progetto fortemente voluto da Carmine Treanni della Delos Books, che ha pensato a noi del Connettivismo per poterlo realizzare e, in analisi indotta, da Silvio Sosio, nome che non ha certo bisogno di presentazioni nel mondo della Fantascienza italiana e non solo.
Forse, un breve estratto dall’intro che apre lo speciale può spiegare meglio di molte altre forbite parole; ecco, dunque, l’abbrivio:

Ci siamo già addentrati nei territori del postumanismo, se non ve ne siete accorti. Il momento di ingresso in quest’era è dato da quando alcune protesi, migliorative per l'organismo umano, hanno cominciato a essere impiantate nei punti più improbabili dell’organismo biologico. Da quando si è compreso che l'umanità è troppo limitata per accedere al progresso illimitato, irrefrenabile. Una punta di Futurismo, in tutto ciò? Sì, probabile; direi che la continua ricerca della velocità di fuga dal mondo contemporaneo è proprio una delle caratteristiche di quel Movimento di un secolo fa, quasi. Movimento in cui possiamo far rispecchiare questa nostra devastante frenesia degenerativa che altro non fa che distruggere l'organismo umano. Per poi ricrearlo nuovo, più complesso se possibile, più potente, anche nei sensi e sentimenti che lo animano.

Quindi interventi che spaziano nei campi della pura critica a cos’è l’umanità ora, fino all’espletazione del dominio postumano che si è insinuato nei campi del cinema, della musica e della letteratura. Ce n’è abbastanza per darsi una vertigine senza precedenti; ce n’è abbastanza per rimuginare a lungo su cosa è l’umanità a questo punto, e cosa è lecito aspettarsi da qui alla Singolarità. Forse anche oltre.

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